"GUIDO CAGNACCI. Protagonosta del Seicento tra Caravaggio e Reni". Forlì, Musei San Domenico. Piazza Guido da Montefeltro. Fino al 22 giugno 2008. Catalogo Silvana Editoriale. Orari: da martedì a venerdì 9,30-19. Sabato, domenica, festivi 9,30-20. Chiuso il lunedì.

 

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Una donna bellissima sfiora con la mano i lunghi capelli biondi che un vento leggero spinge all'indietro agitando il lembo del manto bianco che le lascia scoperte le spalle e il seno. Intorno ghirlande di fiori. E' la giovane Europa rapita da Zeus che trasformatosi in un toro mansueto la porta lontano, oltre il mare.

E' la raffigurazione del celebre "mito di Europa" al quale un grande pittore del Seicento, Guido Cagnacci, ha dato le luminosissime sembianze. Immagine dalla grande mostra-evento che la Città di Forlì ha allestito per rendere omaggio e far conoscere al grande pubblico degli appassionati d' arte, un pittore che il titolo stesso della rassegna definisce "protagonista del Seicento tra Caravaggio e Reni".

L'occasione di questa mostra è davvero interessante. Nuove le strutture della zona espositiva: ambienti spaziosi ricavati nell'antico complesso monasteriale di San Domenico, divenuto, dopo ampie ristrutturazioni, "Musei San Domenico", luogo in cui è collocata anche la ricca Pinacoteca Civica che ospita meravigliosi dipinti dell'altro grande artista forlivese al quale era stata dedicata una precedente mostra Marco Palmezzano. (Da non perdere, di questo pittore, anche le pale d'altare collocate nella vicina chiesa di San Mercuriale, ricca di tesori d'arte).

La mostra "Guido Cagnacci: Protagonista del Seicento tra Caravaggio e Reni" è una grandiosa rassegna curata da Antonio Paolucci e Diego Benati , ai quali si deve anche il catalogo pubblicato da Silvana Editoriale, con la Fondazione Cassa di Risparmio di Forlì. L'intento di collocare Guido Cagnacci (Santarcangelo di Romagna 1601- Vienna 1663) come "protagonista" tra i maggiori artisti del Seicento, è il supporto ideologico che guida tutta la mostra, con esito decisamente positivo. Cagnacci era un grande pittore ed è stato un grande maestro. Le sue opere ci tramandano la lezione di una straordinaria dolcezza interpretativa della figura femminile, a cui Cagnacci riesce a dare, di volta in volta a seconda del personaggio, la passionalità, la dolcezza, il pathos. Ma anche di una solennità e di un sereno afflato mistico, quando si tratta di personaggi del mondo religioso, angeli e santi, e di una gravità enigmatica, quando occorre, nei ritratti.

Il percorso espositivo propone un nucleo di opere di artisti che hanno lavorato al tempo di Cagnacci , ai quali forse il pittore si è ispirato. Presenta quindi i dipinti di Cagnacci dagli inizi fino a quelli della maturità e si conclude con opere degli artisti che lo hanno poi seguito come maestro.

Troviamo così capolavori di Caravaggio, come la "Maddalena penitente", il "San Francesco in meditazione", il "Ragazzo morso dal ramarro". Troviamo la soave "Santa Cecilia con un angelo" di Orazio Gentileschi, la grande "S.Caterina di Alessandria" di Artemisia Gentileschi. La "decollazione del Battista" di Gherardo delle Notti, "L'elemosina di San Lorenzo "di Serodine, la bellissima "Salomè" di Vouet, la dolce "Maddalena " di Guido Reni. E l'impareggiabile "Maddalena con due Angeli " del Guercino. Quest'ultimo dipinto (220x200) meriterebbe da solo un viaggio perché è la più intensa e pura raffigurazione del sentimento d'amore . Una Maddalena giovane e bellissima guarda tra le lacrime i chiodi che hanno trafitto Gesù. Gli angeli che glieli mostrano sembrano provare pietà del suo dolore, e la guardano con infinita dolcezza.

Tra questi supremi capolavori che costituiscono quasi un contrappunto, si allineano, senza tema di confronto, i dipinti di Cagnacci, tra i quali: la Madonna e il Bambino che gioca con un fiore, la "Maddalena portata in cielo dagli angeli", le molte interpretazioni di "Cleopatra morente", della Maddalena penitente, le diverse "Allegorie", e i molti imponenti ritratti. Innegabile, grande poema di una sensualità trasfigurata in un gentile canto d'amore, di tenerezza e di spiritualità. Veicolo, quest'ultima della genialità, della bravura e della calda sensualità creativa dell'artista.



Maria Tesera Molineris

Insegnante di scuola superiore. Laurea in Filosofia. Laurea in Lettere con tesi in Estetica. Giornalista pubblicista. Appassionata d'arte e critico. Ha collaborato e collabora con testate nazionali e locali. Ha curato per il bisettimanale "il Biellese" le rubriche "Specchio", "Parole, parole, parole" e dal 1990 la rubrica d'arte "Grandi mostre" alla quale è stata abbinata dal 1993 la rubrica "Artenotizie". Con il fotografo Gianfranco Bini ha scritto "Il cuore del monte", un volume sul Santuario di Oropa, edito da "Lassù gli ultimi".
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