Indicazioni su mostre d'arte, non solo biellesi, visitabili con una gita di un giorno, proposte da Maria Teresa Molineris.
Tra le mostre particolarmente interessanti presenti in questo periodo negli spazi espositivi di Palazzo Reale a Milano , vi è sicuramente la mostra " Il volto del ‘900. Capolavori del Centre Pompidou"..Una rassegna di 80 opere di celebri artisti del secolo scorso che offre elementi di riflessione.,
Ci sono infatti mostre che da sole si annunciano e si giustificano. Mostre che si offrono con immediatezza alla contemplazione, altre fatte per la riflessione. La mostra di Milano appartiene al gruppo di queste ultime.
Propone il ritratto come genere pittorico, e specificamente "il volto", quale punto di riferimento, occasione di riflessione sul variare del linguaggio dell'arte attraverso un intero secolo: il Novecento.
Ne risulta un inquietante senso di mutazione del gusto e delle aspettative nei confronti dell'arte che procede verso una progressiva, inarrestabile dissoluzione dell'immagine.
Curata da Jean-Michel Bouhours, a cui si deve anche il consistente catalogo edito da Skira, la mostra è un'occasione di considerevole livello per ripercorrere, come indica il titolo: "da Matisse a Bacon", un percorso d'arte che evidenzia alcune splendide immagini, come l'incantevole "Ritratto di Dédie" di Modigliani, o la bella "Kizette al balcone" di Tamara de Lempicka (per chi ama il figurativo clessico), o la dolce "Barronessa Gourgaud" di Marie Laurencin, fino alle dissoluzioni disperate, rabbiose o caricaturali, come i ritratti di Bacon, Picasso, Baseliz, dove l'invenzione pittorica legata al personale credo poetico distrugge ogni forma di estetica tradizionale, per scelte espressive di inusitato vigore.
Inaccettabile,pare ad esempio, anche se il più vicino a una sintesi ideologica del procedere dell'arte del Novecento, il ritratto (in realtà piuttosto ripugnante) "Lo stupro " di René Magritte, scelto come logo della mostra. E non è la sola opera a mettere a dura prova i parametri del gusto tradizionale.
Da "Misteri dell'anima", titolo della prima, le successive sezioni , sette in tutto, in cui si snoda il percorso della mostra, articolano il discorso propositivo secondo diversi punti di riflessione: in cui compaiono però opere e nomi di grandissimo rilievo. E non poteva essere diversamente, trattandosi di opere provenienti dal Centre Pompidou.
Ecco i punti: "Autoritratti", in cui compaiono, tra altri autori come in ogni sezione, van Dongen, de Vlaminck, Bacon. "Il volto alla prova del formalismo", è il successivo punto di riferimento con opere di Kupka, Delaunay, Leger, Picasso e Adami. Per "Volti del surrealismo", non potevano mancare Magritte e Mirò. Per "Caos e disordini o l'impossibile permanenza dell'essere", sono presenti Picasso e Dubuffet. Mentre per "Dopo la fotografia" sono in mostra opere di Derain, Tamara de Lempicka, Suzanne Valadon. Per finire con la sezione intitolata:"Disintegrazione del soggetto" in cui è l'elaborazione fotografica a determinare le nuove ricerche d'arte.