"MAGRITTE. LA LIGNE DE VIE" .
MASILUGANO. 16.9.2018 - 06.01.2019
A CURA DI XAVIER CANONNE E JULIE WASEIGE.
ORARI: DA MARTEDI' A DOMENICA 10-18. GIOVEDI' 10- 22. CHIUSO IL LUNEDI'

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E' ancora Lugano, nel felice specchio del suo lago, tra bei palazzi, giardini e fiori, ad ospitare una mostra interessante e grandiosa, nell'elegante spazio del nuovo edificio in cui si svolgono mostre ed eventi artistici di rilievo, il LAC.
L'attuale mostra è dedicata alla personalità e alle opere di un grande esponente dell'astrattismo pittorico: René Magritte (Lessines presso Charleroi 1898- Parigi 1967).
Dagli inizi del suo itinerario artistico fino ai lavori dell' ultima stagione produttiva: una novantina di opere propongono la personalità e l'opera del grande maestro belga.
Le opere degli inizi pittorici di Magritte indicate come "Opere presurrealiste (1920-24), risentono del clima artistico allora in voga: Sono dipinti in cui le immagini risultano nitide e precise, secondo i canoni tradizionali della bellezza.
Segue il periodo delle "Prime opere surrealiste (1925-1930) in cui Magritte, venuto a magritte4_800conoscenza dell'opera di Giorgio de Chirico, "rinuncia alle precedenti sperimentazioni per adottare una pittura caratterizzata dallo "spaesamento" degli oggetti come tecnica per rivelarne il mistero".
"E' inoltre affascinato da uno stile in cui è l'idea a prevalere sulla tecnica pittorica"- sono gli anni in cui Magritte si trasferisce a Parigi. "I dipinti dal 1925 al 1936 - si legge nella presentazione della mostra- sono il risultato della ricerca sistematica di un effetto poetico sconvolgente".

magritte2_800L'astuzia simmetrica, "La Ruse Symétrique" illustra gli anni in cui l'artista realizza opere suggestionato dall'episodio tragico della scomparsa della madre.
Dopo di che si passa alle opere delle cosiddette "Affinità elettive" comprese fra gli anni 1933- 1940. Lo stile è più accurato. La tavolozza è più varia."Matisse - come viene indicato per la definizione del percorso espositivo - cerca le affinità esistenti tra gli oggetti comuni: l'uovo e l'uccello, l'albero e la foglia, e interroga l'universo quotidiano di cui si propone di svelare il mistero".

Sono le opere che in fondo hanno maggiormente caratterizzato l'immagine artistica di Magritte nell'immaginario collettivo.
Il successivo "Periodo Renoir", dal 1943 al 1947 è quello in cui Magritte cambia ancora stile, schiarisce la tavolozza e usa la "pennellata a macchie" ripresa dagli impressionisti.
Ci saranno quindi gli anni in cui Magritte, per ragioni economiche si impegna in lavori pubblicitari,con l'attività di grafico ,tentando di inserire anche in questo campo il suo stile..
Il periodo che i curatori della mostra definiscono come "Gli anni del Successo internazionale" (1948-1967) segnerà la conclusione del percorso espositivo: è il tempo in cui Magritte ritornerà al suo stile caratteristico.
"Tornerà ancora ad evocare il mistero del mondo a partire da oggetti comuni - concludono i curatori - Per sottrarli alla banalità del quotidiano li ingigantisce, li pietrifica o li fa librare nell'aria come se non esistesse la gravità. Concilia armoniosamente gli opposti in una stessa immagine". E' la definitiva consacrazione sulla scena internazionale.
La mostra segue tutti questi "momenti" della sua arte e della sua vita con una serie dei più significativi e ammirati capolavori.

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Maria Tesera Molineris

Insegnante di scuola superiore. Laurea in Filosofia. Laurea in Lettere con tesi in Estetica. Giornalista pubblicista. Appassionata d'arte e critico. Ha collaborato e collabora con testate nazionali e locali. Ha curato per il bisettimanale "il Biellese" le rubriche "Specchio", "Parole, parole, parole" e dal 1990 la rubrica d'arte "Grandi mostre" alla quale è stata abbinata dal 1993 la rubrica "Artenotizie". Con il fotografo Gianfranco Bini ha scritto "Il cuore del monte", un volume sul Santuario di Oropa, edito da "Lassù gli ultimi".
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