"I TESORI DEL PRINCIPE" Capolavori delle Collezioni del Principe del Liechtenstein.
Forte di Bard, Valle d'Aosta. A cura di Johann Kraftener e Gabriele Accornero.
9 dicembre 2011 - 31 maggio 2012.
Orari: da martedì a venerdì 10 - 18. Sabato e domenica: 10 - 19. Chiuso il lunedì.  

Forte di Bard. Austero, imponente, misterioso complesso di carattere militare. Straordinariamente affascinante per l'audace struttura architettonica che ne ha fatto una roccaforte imprendibile a chiusura della Valle d'Aosta, in difesa della pianura italiana.
bard1_400Vero nido d'aquila, proiettato verso il cielo a partire dai gorghi gelidi delle acque della Dora Baltea in cui si convogliano i fiumi che scendono dai ghiacciai dei più alti monti d'Europa, fra pareti rocciose altissime, alle cui pendici tuttavia incideva il suo tracciato la via romana delle Gallie.
Oggi trasformato in un ricco complesso di accoglienti sale e stanze che ospitano da qualche tempo mostre di ottima qualità, con musei, centri - vendita di prodotti alpini, book shop, ed anche una bella Caffetteria che colloca i tavolini fra le finestre moderne che si aprono nelle antiche feritoie, un tempo a guardia della valle.bard5_400
Il tutto raggiungibile con avveniristici e fantasmagorici ascensori di acciaio e vetro, che passano fra gli strapiombi di roccia viva e le mura scoscese, e portano in alto, fino alla grande piazza, cuore del Forte.
Qui, nelle sale dette delle Cannoniere, dove ancora si vedono sul pavimento le misurazioni metalliche per le postazioni dei cannoni, è allestita un'importante e bella mostra di dipinti e sculture: " I tesori del Principe".
Il Principe, o più esattamente il Casato nobiliare, a cui i tesori appartengono, è quello del Liechtenstein, il cui ultimo erede, principe Hans-Adam II, accoglie i visitatori da un sorridente ritratto, nella Sala di presentazione, appena superato il portale di ingresso del suo Palazzo, raffigurato sull'intera parete esterna della stanza.
bard2_400I "tesori" in mostra, per la prima volta in Italia, annunciano subito, in un allestimento nitido e luminoso, la raffinatezza ed anche , in molti casi, l'eccezionalità per la quale sono stati scelti. Una Collezione, questa del Principe del Liechtenstein, tra le maggiori esistenti, davvero all'altezza della classificazione.
Brevi ed efficaci didascalie fanno da cerniera tra i diversi momenti del percorso espositivo. E i grandi nomi degli autori si affacciano fin dalla nella prima Sala: Rubens, con un esaltante dipinto, "Marte e Rea Silvia", di cui anche il bozzetto, con altri capolavori, tra i quali il "Compianto di Cristo"e un suggestivo "Crocefisso".
Seguono i "Pittori fiamminghi"con un i superbi ritratti e un'intensa Madonna di van Dick, con opere di Brueghel, Jordaens, van Loon e un imperioso "Ritratto" dalla pennellata inconfondibile di Hals.
Elaboratissimi i capolavori di Cranach, nel settore degli "Olandesi", tra i grandi ritratti (Hals e Cranach) e gli splendidi fiori di van Huysum e Kick.
bard3I settori dedicati agli "Italiani" si illuminano di straordinarie opere di Guido Reni, di Moroni , del Procaccini e Pietro da Cortona.
In "Paesaggi e Vedutisti" si susseguono opere da Canaletto ai nitidi e sognanti pittori austriaci del Romanticismo.
Per " Classicismo e Biedermeier" , sezione che conclude la rassegna, opere di straordinaria bellezza di Hayez ("Consiglio alla vendetta",logo della mostra),di Fuger (Prometeo, i deliziosi Principini), di Angelica Kauffmann, Elisabeth Lebrun e gli intensi, eleganti ritratti di von Amerling.bard4_400
Una mostra davvero "principesca", che dato anche lo scenario che la circonda, merita di essere visitata.



Maria Tesera Molineris

Insegnante di scuola superiore. Laurea in Filosofia. Laurea in Lettere con tesi in Estetica. Giornalista pubblicista. Appassionata d'arte e critico. Ha collaborato e collabora con testate nazionali e locali. Ha curato per il bisettimanale "il Biellese" le rubriche "Specchio", "Parole, parole, parole" e dal 1990 la rubrica d'arte "Grandi mostre" alla quale è stata abbinata dal 1993 la rubrica "Artenotizie". Con il fotografo Gianfranco Bini ha scritto "Il cuore del monte", un volume sul Santuario di Oropa, edito da "Lassù gli ultimi".
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