Indicazioni su mostre d'arte, non solo biellesi, visitabili con una gita di un giorno, proposte da Maria Teresa Molineris.
“Federica Marangoni. PEOPLE”. E’ la nuova mostra in corso alla Galleria “Silvy Bassanese Arte Contemporanea” di via G.Galilei , a Biella.
Una mostra di grande rilievo che ha come protagonista un’artista internazionale,che esprime la propria visione della realtà sociale d’oggi e la propria creatività, utilizzando vetro di Murano, neon, acciaio,fotografie e mezzi mediali tra i più innovativi e sofisticati.
Federica Marangoni, è presentata da Viana Conti, la studiosa che ha curato la mostra, ed è autrice del catalogo “I luoghi dell’utopia”, edito da Mazzotta in cui sono raggruppate le opere che l’artista ha realizzato in tutto il mondo, dalla prima collettiva del 1966 a Venezia, alle più recenti personali e installazioni degli anni 2000.
Federica Marangoni è nata a Padova e ha compiuto la propria formazione all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Ha lavorato per i maggiori musei di tutto il mondo. Attualmente vive e lavora a Venezia.
Artista colta, sicura, padrona del proprio linguaggio, filtra nell’arte il suo disincantato dialogo con la realtà sociale del nostro tempo.
Nella mostra “People”, propone in una serie di installazioni, il fluire cosmico della realtà: un drammatico insieme di immagini, voci, volti, sentimenti che lei fa urlare attraverso scelte espressive multimediali : immagini sdoppiate, frammentate, riflesse, nella luce aspra e ammiccante dei neon che a loro volta percorrono, attraversano, sottolineano o infrangono, accrescendo di sinistri bagliori, i “ritratti” dell’umanità.
Luce rossa, come il fluire del sangue, fra centinaia di fotografie di volti e di corpi, appese alla parete o disseminate a terra come il dispiegarsi di un tappeto che rimanda immagini di persone - non più persone, che costituiscono lo scorrere convulso dell’umanità d’oggi.
Luce chiara, bianca, azzurra, verde per illuminare dall’interno i libri di vetro, appoggiati sul basamento monumentale come celebrazione della cultura che allude a una nuova parvenza di serenità, a una possibile speranza.
O come i gradini luminosi di una scala a pioli che, dai vistosi cocci di vetro della terra, si innalza fino a un cielo nascosto, dove approda la ricerca di un senso della vita: l’apparizione di un’ ipotetica, sconosciuta felicità. Forse un “Paradiso elettronico”, si chiede l’artista.
Drammatico e ricorrente è il tema della gabbia, delle mani e delle braccia protese a cercare, invocare la libertà. Mentre con frequenza quasi ossessiva compare la parola “tolleranza”, derivata dalla frantumazione della parola esorcizzata “intolleranza”.
“Nella nostra epoca – sostiene Federica Marangoni – non si può fare del decorativismo. Non occorre però che l’arte sia antiestetica per essere considerata tale: bisogna avere la capacità di usare la trasparenza del vetro e la luce del neon in direzione drammatica”.
E all’inizio della mostra , nella Galleria Silvy Bassanese,l’artista lascia che la gente si affacci nel piccolo specchio circolare, circondato da pesanti cocci di vetro, in cui dall’alto si riflette la parola “people”: una denuncia dell’egoismo che caratterizza il vivere d’oggi e un richiamo a guardare anche a ciò che sta intorno, a un possibile percorso che forse i libri illuminati come “Memoria della cultura” e la scala con i gradini accesi potrebbero indicare : un percorso per condurre “oltre”, più in alto.