“Federica Marangoni. People”. 
10 ottobre 2009 -  9 gennaio
Mostra a cura di Viana Conti.
Silvy Bassanese Arte Contemporanea, via G:Galilei 45, Biella.
Orari:  da martedì a venerdì  16-19. Sabato, domenica e festivi su appuntamento. 
Catalogo Mazzotta.

 

“Federica Marangoni. PEOPLE”. E’ la nuova  mostra  in corso alla Galleria “Silvy Bassanese Arte Contemporanea” di via G.Galilei , a Biella.
Una mostra di grande rilievo che ha come protagonista un’artista internazionale,che esprime la propria visione della realtà sociale d’oggi e la propria creatività, utilizzando vetro di Murano, neon, acciaio,fotografie e mezzi mediali tra i più innovativi e sofisticati.
Federica Marangoni, è  presentata da Viana Conti, la studiosa che ha curato la mostra, ed è autrice del catalogo “I luoghi dell’utopia”, edito da Mazzotta  in cui sono raggruppate le  opere che l’artista ha realizzato in tutto il mondo, dalla prima collettiva del 1966 a Venezia, alle più recenti personali e installazioni degli anni 2000.
1254994113b_400Federica Marangoni è nata a Padova e ha compiuto la propria formazione all’Accademia di Belle Arti di Venezia.  Ha lavorato per i maggiori musei di tutto il mondo. Attualmente vive e lavora a Venezia.
Artista colta, sicura, padrona del proprio linguaggio, filtra nell’arte il suo disincantato dialogo con la realtà sociale del nostro tempo.
 Nella  mostra “People”, propone in una serie di installazioni, il fluire cosmico della realtà: un drammatico insieme di immagini, voci, volti, sentimenti che lei fa urlare attraverso scelte espressive multimediali : immagini sdoppiate, frammentate, riflesse, nella luce aspra e ammiccante  dei neon che a loro volta percorrono, attraversano, sottolineano  o  infrangono, accrescendo di sinistri bagliori, i “ritratti” dell’umanità.
Luce rossa, come il fluire del sangue, fra centinaia di fotografie di volti e di corpi, appese alla parete o disseminate a terra come il dispiegarsi di un tappeto che rimanda immagini di persone - non più persone,  che costituiscono lo scorrere convulso dell’umanità d’oggi.
Luce chiara, bianca,  azzurra, verde per illuminare dall’interno i libri di vetro, appoggiati sul basamento monumentale  come celebrazione della cultura che allude a una nuova parvenza di serenità, a una possibile speranza.
O come i gradini luminosi di una scala a pioli  che, dai vistosi cocci di vetro della terra, si innalza  fino a  un cielo nascosto, dove  approda  la ricerca di un senso della vita: l’apparizione di un’ ipotetica, sconosciuta felicità. Forse un “Paradiso elettronico”, si chiede l’artista.
Drammatico e ricorrente è il tema della gabbia, delle mani e delle braccia protese a cercare,  invocare la libertà. Mentre con frequenza quasi ossessiva  compare la parola “tolleranza”, derivata dalla frantumazione della parola esorcizzata “intolleranza”.
 “Nella nostra epoca – sostiene Federica Marangoni – non si può fare del decorativismo. Non occorre però che l’arte sia antiestetica per essere considerata tale: bisogna avere la capacità di usare  la trasparenza del vetro e la luce del neon in direzione drammatica”.
E all’inizio della mostra , nella Galleria Silvy Bassanese,l’artista  lascia che la gente si affacci nel piccolo specchio circolare, circondato da pesanti cocci di vetro, in cui dall’alto si riflette la parola “people”: una denuncia dell’egoismo che caratterizza il vivere d’oggi e  un richiamo a guardare anche a ciò che sta intorno, a un possibile percorso che forse  i libri  illuminati come “Memoria della cultura” e la scala con i gradini accesi  potrebbero  indicare : un percorso per condurre “oltre”,  più in alto.




Maria Tesera Molineris

Insegnante di scuola superiore. Laurea in Filosofia. Laurea in Lettere con tesi in Estetica. Giornalista pubblicista. Appassionata d'arte e critico. Ha collaborato e collabora con testate nazionali e locali. Ha curato per il bisettimanale "il Biellese" le rubriche "Specchio", "Parole, parole, parole" e dal 1990 la rubrica d'arte "Grandi mostre" alla quale è stata abbinata dal 1993 la rubrica "Artenotizie". Con il fotografo Gianfranco Bini ha scritto "Il cuore del monte", un volume sul Santuario di Oropa, edito da "Lassù gli ultimi".
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