Il Biellese è conosciuto in tutto il mondo come distretto d'eccellenza dell'industria tessile. Questa vocazione affonda le sue radici nei secoli scorsi, quando le favorevoli condizioni geografiche (abbondanza d'acqua e pascoli) facilitarono lo sviluppo della lavorazione della lana. Dal XVIII secolo in poi, il territorio vide il passaggio dalla produzione artigianale a quella industriale, con la nascita di importanti lanifici come Cerruti, Ermenegildo Zegna e Vitale Barberis Canonico. Gli antichi mestieri legati alla lavorazione della lana (cardatori, filatori, tessitori) hanno plasmato non solo l'economia, ma anche il carattere delle genti biellesi, creando una cultura del lavoro contraddistinta da precisione, dedizione e ricerca della qualità. Ma il tessile non è l'unico settore dove il Biellese si è distinto, e si distingue tutt'ora, in vampo lavorativo.
Tradizioni e folklore. Le tradizioni popolari biellesi sono intimamente legate ai cicli della natura e alle festività religiose. Tra le più significative:
La Festa della Transumanza: celebra il ritorno delle mandrie dagli alpeggi con sfilate di animali adornati e festeggiamenti.
Il Carnevale di Biella: con le sue maschere tipiche come il "Gipin" e la "Catlin-a", rappresentazioni dei ceti popolari locali.
Le Processioni dei Santuari: il territorio è costellato di santuari montani (Oropa, Graglia, San Giovanni d'Andorno) meta di pellegrinaggi e processioni che uniscono devozione religiosa e tradizione popolare.
Il Biellese ha sempre stimolato l'immaginario popolare, dando vita a numerose leggende:
La leggenda di Oropa narra che San Eusebio portò dall'Oriente una statua lignea della Madonna Nera, nascondendola tra i monti per proteggerla dalle persecuzioni. Le storie delle masche (streghe) che si riunivano nei sabbat sui monti, in particolare sul Monte Rubello. Il mito del Roc 'd Luvera, un masso erratico presso il quale si sarebbero svolti antichi riti pagani...