"MADAME REALI" . CULTURA E POTERE DA PARIGI A TORINO.
PALAZZO MADAMA - SALA SENATO. PIAZZA CASTELLO. TORINO.
20 DICEMBRE 2018 - 6 MAGGIO 2019.
A cura di Clelia Arnaldi di Balme e Maria Paola Ruffino.
Orari: da lunedì a domenica 10 - 18. Chiuso il martedì-

20181219_124225_800Cristina di Francia e Giovanna Battista di Savoia Nemours: sono le due Madame Reali, splendide protagoniste della vita torinese tra il 1619 e il 1724, a cui è dedicata una preziosa mostra allestita a Palazzo Madama, in Piazza Castello, a Torino.
"Tra cultura e potere": il titolo della rassegna sottolinea le radici del periodo storico preso in considerazione: da Parigi a Torino. E così Torino rispolvera il suo grande passato di "capitale di Regno".
Due donne al vertice delle decisioni politiche , artistiche, ambientali e perfino religiose, data la loro riconosciuta adesione alla devozione cristiana.
Curata dalle conservatrici del Museo di Palazzo Madama. Clelia Arnaldi di Balme e Maria Paola Ruffino, la grande mostra di Torino documenta la vita e le azioni di queste straordinarie figure femminili che "impressero un forte sviluppo alla società e alla cultura artistica dello stato sabaudo"
Due figure emblematiche della storia europea - come sottolineano le curatrici- che esercitarono il loro potere per affermare e difendere il proprio ruolo e l'autonomia del loro Stato".
Cristina di Francia (Parigi 1606- Torino 1663) figlia del Re di Francia Enrico IV e di Maria de Medici, sposa di Vittorio Amedeo 1 di Savoia, riuscirà a mantenere l'indipendenza del ducato e del suo potere, nonostante le dure lotte con i cognati e la guerra civile protrattasi fino al 1642. Di lei si ricordano anche, oltre all'impegno politico, il particolare "amore per le feste, con i balletti di corte, e per i luoghi delle delizie". Aveva fatto ampliare e arredare due residenze extra-urbane: il grande Castello del Valentino, sul Po e la Vigna in collina.
Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours ( Parigi 1644- Torino 1742), nipote di Enrico IV di Francia, lascia nel 1665 la reggia di Luigi XIV, il Re Sole, per diventare duchessa di Savoia. Vedova dal 1675, regge il Ducato fino al 1684 quando assume il potere il figlio Vittorio Amedeo II. E' ricordata come "donna di pace, di carità, di grandi competenze". Nelle linee storiche indicate dalle curatrici della mostra, vengono ricordate le sue opere fatte per aiutare i più bisognosi: "istituisce un Monte di prestito, fonda l'ospedale di San Giovanni Battista, promuove la nascita dell'Accademia di Belle arti di Torino. Per la sua residenza, Palazzo Madama, invita l'architetto messinese Filippo Juvarra a realizzare il grandioso Scalone d'onore del Palazzo, capolavoro assoluto del Barocco europeo":
La mostra di Torino che è ricca di sontuosi ritratti di piccole e grandiose dimensioni, prosegue presentando "la vita a palazzo", con regole, piaceri, devozione, e apre infine un interessante settore dedicato alla moda e all'immagine del potere, con uno straordinario numero di oggetti rari : ceramiche, pizzi , mobili e argenti che attestano anche il fine gusto dell'epoca per le cose belle destinate ad impreziosire la vita di corte.
Ma proprio riconoscendo alle due "Madame Reali" - (il titolo era stato assunto da Cristina in quanto figlia del Re di Francia , poi usato da Maria Giovanna Battista e in seguito dalle duchesse di Savoia fino al titolo regio del 1713) - la profonda devozione religiosa, viene elogiata la singolare bellezza di un eccezionale prestito di gioielli da loro donati, fatto per la Mostra dal Santuario di Oropa: il magnifico Pendente raffigurante la Vergine con Sant'Anna e il Bambino, in oro smaltato e diamanti dono di Cristina di Francia al Santuario di Oropa e il meraviglioso Ostensorio, in argento dorato e pietre preziose, dono di Maria Giovanna di Savoia Nemours, entrambi conservati oggi nel Tesoro del Santuario.

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Maria Tesera Molineris

Insegnante di scuola superiore. Laurea in Filosofia. Laurea in Lettere con tesi in Estetica. Giornalista pubblicista. Appassionata d'arte e critico. Ha collaborato e collabora con testate nazionali e locali. Ha curato per il bisettimanale "il Biellese" le rubriche "Specchio", "Parole, parole, parole" e dal 1990 la rubrica d'arte "Grandi mostre" alla quale è stata abbinata dal 1993 la rubrica "Artenotizie". Con il fotografo Gianfranco Bini ha scritto "Il cuore del monte", un volume sul Santuario di Oropa, edito da "Lassù gli ultimi".
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