"MELOZZO DA FORLI'. L'umana bellezza tra Piero della Francesca e Raffaello"
A cura di Antonio Paolucci, Daniele Benati, Mauro Natale.
Forlì: Musei San Domenico. 29 gennaio - 12 giugno 2011.
Catalogo Silvana Editoriale.
Orari: da martedì a venerdì 9,30 - 19. Sabato, domenica e festivi: 9,30 - 20. Chiuso il lunedì.

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Se sui manifesti lungo le strade, o sui pannelli collocati nelle rotonde, o sulle pagine dei quotidiani vedrete un angelo dal volto dolce e composto che appena sorride da un fondale di cielo azzurro, avrete incontrato Melozzo da Forlì.

E' l'invito a visitare una delle mostre d'arte più importanti e più belle di questa stagione, dedicata a un raffinato, elegante e genialissimo pittore del 1500.
La mostra "Melozzo da Forlì. L'umana bellezza tra Piero della Francesca e Raffaello" è allestita nei locali dei Musei Domenicani a Forlì, patria del grande maestro, che ne celebra con questa straordinaria iniziativa, i 500 anni dalla nascita.melozzo2_400
Curata da Antonio Paolucci, insigne studioso e critico d'arte, oggi direttore dei Musei Vaticani, con Daniele Benati e Mauro Natale , ai quali si deve anche l'importante e bel catalogo, pubblicato da Silvana Editoriale, la mostra presenta tutta l'opera mobile di Melozzo da Forlì (1438 - 1494), riunendo anche gli affreschi staccati dal grandioso ciclo creato per l'abside della chiesa dei Santi Apostoli a Roma, e costruisce intorno a lui un interessante discorso sul rinnovamento dell'arte italiana nel periodo d'oro del Rinascimento, epoca in cui, come ha detto lo stesso Paolucci, "il mondo artistico è stato rivoluzionato tra i due fiumi: l'Arno e il Tevere".

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"Senza Melozzo - scrive Paolucci - il Cinquecento di Raffaello e Michelangelo non sarebbe mai esistito". Questa affermazione viene sviluppata dalla mostra con un vertiginoso percorso fra capolavori dei più grandi maestri del tempo: da Mantegna a Piero della Francesca, artisti da cui Melozzo trasse insegnamenti e suggestioni, Bramante e Berruguete, come Beato Angelico, Mino da Fiesole, Antoniazzo Romano, che Melozzo frequentò nella Roma pontificia.

Accanto alle opere di questi grandi, si allineano , scelti per affinità, capolavori di maestri che a Melozzo si ispirarono, come Raffaello e Marco Palmezzano, che furono suoi allievi, con altre straordinarie opere di Perugino, Benozzo Gozzoli e Paolo Uccello.

La forte emozione di trovarsi davanti a dipinti di strepitosa bellezza, cattura il visitatore in un crescendo che anima l'intero il percorso. Un esempio per tutti la meravigliosa "Madonna di Senigallia"di Piero della Francesca, esposta per la prima volta dopo il restauro, opera nella quale la perfezione tocca tali vertici per cui, come dice un amico architetto, "non sarebbe più possibile togliere né aggiungere nulla".
melozzo4_400Gli Angeli di Melozzo sono veramente "angeli", nell'unico, possibile accesso della fantasia a un concetto tanto lontano dalla percezione della realtà materiale, quale è appunto la dimensione angelica.
Sono giovani bellissimi, trasfigurati in una visione trascendente, che non disdegna le fattezze umane, ma sembra portarle in alto, in un punto supremo in cui è solo più possibile l'armonia musicale.
melozzo5_400In tutti i capolavori esposti, da Piero della Francesca, a Beato Angelico, a Perugino, a Raffaello, con Melozzo da Forlì, "l'umana bellezza" come recita il titolo della mostra, tocca veramente i vertici dell' angelicità.
Nel settore dedicato ai disegni e agli importanti documenti esposti, c'è anche una sofisticata curiosità di carattere tecnologico: la possibilità di vedere in 3D l'affresco realizzato da Melozzo nella cupola della sacrestia della Basilica di Loreto.
Un bel video che accompagna la mostra porta ancora una volta il tocco magistrale di Tina Lepri, con Edek Osser.

 

 

 

 



Maria Tesera Molineris

Insegnante di scuola superiore. Laurea in Filosofia. Laurea in Lettere con tesi in Estetica. Giornalista pubblicista. Appassionata d'arte e critico. Ha collaborato e collabora con testate nazionali e locali. Ha curato per il bisettimanale "il Biellese" le rubriche "Specchio", "Parole, parole, parole" e dal 1990 la rubrica d'arte "Grandi mostre" alla quale è stata abbinata dal 1993 la rubrica "Artenotizie". Con il fotografo Gianfranco Bini ha scritto "Il cuore del monte", un volume sul Santuario di Oropa, edito da "Lassù gli ultimi".
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