Indicazioni su mostre d'arte, non solo biellesi, visitabili con una gita di un giorno, proposte da Maria Teresa Molineris.
Gioielli: che passione! Poche donne non li desiderano, o non ne subiscono il fascino. Anche se si tratta, come in questo caso di gioielli assolutamente falsi, estrosi e coloratissimi che esprimono al massimo livello la fantasia di chi li ha inventati e anche l'estrosità della persona che li porta.
Era stata la città di Biella, e vale la pena ricordarlo, a dare l'impulso, anni addietro a una speciale ricerca sui gioielli-fantasia, realizzati con i materiali più diversi per abbellire gli abiti delle signore in particolari occasioni eleganti, o anche soltanto per "stupire" chi li osservava , o per sognare per un momento il possesso di ornamenti da favola,
La mostra biellese, "American costume jewelry. 1935 -1950", di cui rimane il catalogo edito da Mazzotta, era curata da Carla Ginelli e Roberto Brunialti, e proponeva una grandiosa raccolta di pezzi di grande bellezza. Gabriele Mello Rella, presidente di Biella Intraprendere, salutava la novità dell'iniziativa come una felice occasione per "fare uscire i bijoux americani dal limbo indistinto degli oggetti da mercatino e trasportarli a pieno titolo nel'ambito del collezionismo " importante" e colto.
Considerazione esatta, che a distanza di tempo, l'attuale mostra " Gioielli Fantasia" di Palazzo Madama, a Torino, conferma pienamente. Di collezionismo colto, certamente si tratta, animato da una straordinaria raffinatezza nella individuazione e nella scelta dei molti gioielli esposti.
E'una gioia per gli occhi e un'intensa felicità per lo spirito ammirare nelle molte vetrine , scintillati sotto sapienti luci, in tutta la loro eleganza e in moltissimi casi "straordinaria" bellezza, i Biijoux di Patrizia Sandretto Re Rebaudengo.Circa 500 esemplari, realizzati negli Stati Uniti tra gli anni '30 e gli anni '70. Nati negli anni '20, come copia di gioielli autentici, ideati come completamento delle creazioni di alta moda parigina (citate Chanel, e curiosamente un'altra biellese: Schiaparelli), i "Costum Jewelry" diedero vita a un importante settore produttivo, con centinaia di manifatture.
Hobé li disegna per i costumi di scena per spettacoli a Broadway. Joseff crea monili per le grandi dive del cinema. Nel periodo della Grande Depressione (1929-39), sostituiscono i gioielli veri, diventando "unica via di sopravvivenza per i gioiellieri".
I biijoux hanno la perfezione dei gioielli veri: finiture accuratissime e disegni fantasiosi, addirittura sbalorditivi. In una straordinaria gamma di colori, sono realizzati con materiali diversi come la bachelite, la lucite, i cristalli, il rodio, con abilissimo impiego della smaltatura.
Sono in genere ispirati a soggetti naturalistici: animali, fiori. Ma anche a soggetti fantasiosi, o addirittura, in modo specifico negli Stati Uniti, a temi patriottici.
Si possono ammirare in mostra pezzi eccezionalmente belli e singolari dovuti ai più famosi designer: Trifari, Marcel Boucher, Coro, De Rosa, Eisenberg, Miriam Haskell, Eugéne Joseff, Kenneth Lane, Pennino, fino a Wendy Gell e Iradj Moini.
Un percorso molto gradevole, tra gli splendori di un'arte che vive di sogno e di bellezza.