Indicazioni su mostre d'arte, non solo biellesi, visitabili con una gita di un giorno, proposte da Maria Teresa Molineris.
Sant'Orso era un uomo mite, gentile, caritatevole, sempre disponibile ad aiutare gli altri, così tenero verso la bellezza del creato da lasciare addirittura una piccola parte del suo orto agli uccelli del campo perché potessero sfamarsi in libertà.
Lo ha detto il Vescovo di Aosta durante la solenne celebrazione della Messa degli Artigiani nella millenaria Basilica del Santo.
30 gennaio: giorno della Grande Fiera, una vera festa dell'artigianato valdostano, ma diciamo pure, una festa dell'arte. Arte sì, perché, fra taglieri per il pane, cucchiai e coltelli, fra dolciumi e golose specialità alimentari della Valle, fra tessuti e ricami artigianali, si allineano silenziose e discrete le bancarelle degli scultori in legno che mettono in mostra le loro opere. lungo la strada principale della Città.
Il grande protagonista è il legno: grezzo, lavorato, dipinto, scolpito, interpretato secondo la forma e il disegno del ceppo su cui si lavora, o del pezzo scelto.
E se tra le fantasiose, straordinarie e simpaticissime narrazioni scolpite nel legno (alcune veri capolavori) e le statue raffiguranti vescovi, personaggi, donne e cavalieri si trova un santo vestito con un lungo mantello, che si appoggia a un pastorale, e ha sulla spalla un uccellino, non si può sbagliare: è lui Sant'Orso, il vero protagonista della Grande Festa.
Dopo la Messa, bellissima, tra luci, fiori e magnifici canti tradizionali - uno spettacolo affascinante se, spalancando la porta della Basilica, si vede scendere la neve - nella piccola piazza vi accolgono con grande allegria gli uomini che distribuiscono a tutti il brodo bollente e il vin brulè, mentre dalle grandi ceste viene offerto sminuzzato il "pane benedetto" di Sant'Orso.
La gente indugia, chiacchiera , scherza, ride, anche se il freddo è pungente e nevica. Personaggi in costume valligiano danzano, cantano e si fa musica. L'atmosfera è schietta e felice.
Come ogni anno, nella piccola chiesa sconsacrata di San Lorenzo, accanto al grande albero plurisecolare della piazza, un artista valdostano ha la sua mostra personale. Quest'anno è toccato a Silvano Ferretti, un maestro della scultura lignea. Trentino di origine, Ferretti vive da anni in Valle d'Aosta, a Chatillon,dove ha il suo atelier
Ha un importante curriculum di premi e riconoscimenti. In questa occasione presenta "Racconti nel legno", utilizzando per le sue opere, pezzi di legno già usati per scopi diversi: pezzi di porte, testate di antichi letti, parti di macchine usate in falegnameria e perfino un antico banco da falegname in cui ha scolpito le diverse parti di una sua storia.
Sono racconti incisi con la forza in un legno durissimo, in cui i personaggi conservano le sfaccettature dei colpi degli scalpelli usati per la realizzazione. Lunghe teorie di personaggi che raccontano con un linguaggio immediato e forte i tanti aspetti della montana quotidianità. " Raccolta delle patate", "Fienagione", "Finalmente si balla", "Serata in val d'Ayas"...
Ferretti firma le opere con un quarto di luna. E proprio una sua sognate composizione: "Transumanza sulla luna" in pino cembro, ha ottenuto il primo premio al Simposio di Asiago.