Indicazioni su mostre d'arte, non solo biellesi, visitabili con una gita di un giorno, proposte da Maria Teresa Molineris.
Grandi cose, come sempre, alla "Fondazione Pierre Gianadda" di Martigny (Svizzera). E' allestita nello spazio espositivo del grande edificio centrale una particolare mostra dedicata alle opere di un celebre artista francese Pierre Soulages, una Retrospettiva ideata e realizzata con il Centre Pompidou di Parigi.
Soulages, nato a Combarel a Rodez nel 1919, ha quasi 98 anni. Ha trascorso la fanciullezza osservando lo svolgersi del lavoro del padre e dei suoi operai nella grande falegnameria Il colore usato nei suoi primi lavori d'arte , è infatti la tintura ricavata dal mallo delle noci, che gli serviva per realizzare le famose ombre che "mettono in risalto la luce",come afferma, principio divenuto fulcro della sua ricerca, spintasi nel tempo verso tinte sempre più scure che avrebbero dovuto segnare l'attesa della luce, realizzate con l'uso di un altro materiale: il catrame.
Epoca di sperimentazioni, il centro della sua vita e delle sue creazioni,sempre più scure, fino al buio totale: nero su nero, l'"outrenoir".
Un neologismo di Soulanges, quest'ultimo, " per spiegare che nelle sue opere dall'aprile 1979, il nero fluido ricopre interamente la superficie, lavorato per riflettere la luce". E ancora: "La luce è trattata come una materia":
La mostra di Martigny, corredata da un ricco numero di belle fotografie che presentano l'artista, i suoi grandiosi atelier e momenti della lavorazione, offre un' essenziale e intelligente ricostruzione del suo percorso creativo, culminato con opere di dimensioni sempre più grandi che approdano a rilievi sempre più ricercati e diversi che nel buio trasmettono intuibili vibrazioni di luce.
Soulages ha lavorato anche su vetro, ma in una sua grande opera d'arte: le vetrate dell'Abbazia Romana di Conques , le forti pennellate nere si sono prosciugate fino a linee sottili che con dimensioni diverse, sembrano racchiudere in esili cornici scure, la luce.
Tutta l'esposizione ha un forte ritmo creativo che non finisce di catturare l'osservatore che vi percepisce infine quasi una solenne musicalità.
Con la presentazione dello stesso Léonard Gianadda, la mostra è curata da Bernard Blistene e Camille Morando del Centre Pompidoux, ai quali si deve anche il catalogo, edito dalla Fondazione.