Indicazioni su mostre d'arte, non solo biellesi, visitabili con una gita di un giorno, proposte da Maria Teresa Molineris.
“ODISSEE” Diaspore, invasioni, migrazioni, viaggi e pellegrinaggi.”. E’ stata inaugurata in questi giorni a Torino, nello spazio detto “Corte Medioevale”, al piano terreno di Palazzo Reale , una grandiosa mostra che intende considerare sotto il profilo artistico- culturale, uno dei grandi problemi dei giorni nostri: le migrazioni.
Interessanti indicazioni frutto di un percorso di studi, ricerche storiche, archeologiche e artistiche , illustrano attraverso carte geografiche appositamente costruite, accompagnate da oggetti d’arte, oggetti storici, antichi libri, immagini e manufatti, il procedere itinerante dell’uomo dall’inizio della sua comparsa sulla Terra fino ai tempi nostri.
Un programma mozza-fiato, si direbbe, ma l’esito è positivo perché un consistente gruppo di esperti e ricercatori ha stigmatizzato in modo serio ed avvincente, le tappe salienti del perenne “viaggio” dell’umanità.
Dodici vetrine in cui sono presentate , a grandi tappe, le mutazioni di straordinario rilievo che hanno segnato le diverse epoche .
Oggetti, soprattutto, eccezionali per importanza storica e fattura , centellinati e scelti con particolare raffinatezza e competenza che diventano inequivocabile richiamo a eventi , luoghi e personaggi che riemergono, fortemente richiamati, alla memoria storica della gente.
Dagli inizi dell’umanità ai giorni che attualmente stiamo vivendo. Dalle ossa umane tratte da sepolture arcaiche, ai momenti più importanti dell’affermarsi della civiltà sulla terra. Dai viaggi mitologici di Ulisse ed Enea alle grandi migrazioni di popolo, alla fondazione e al superamento dei grandi imperi. L’ebraismo,. Roma e le invasioni barbariche. Il Cristianesimo e i regni medioevali. La spinta dell’Islam e le Crociate. Le grandi processioni. I grandi viaggi e le scoperte geografiche. I pellegrinaggi ai luoghi sacri alla fede religiosa. L’emigrazione europea verso le Americhe tra Ottocento e Novecento. Le emigrazioni contemporanee.
E qui, alla fine del percorso storico e narrativo, una grande opera di Pistoletto con scritta la sintesi del suo pensiero: “Love Difference”, amare la differenza. Uno “specchio” su cui si apre, sulla base di un’ immaginaria bandiera di colore bianco e rosso, il bacino del Mediterraneo che lascia al visitatore che vi si riflette, un sottile invito a riconoscersi in un “messaggio” che diventa oggi indispensabile per la vita dell’umanità.
Una mostra che fa riflettere su quello che è stato fin dagli inizi il desiderio fondamentale dell’uomo: andare, muoversi, camminare. Muoversi, come tutto è movimento sulla terra. “Commovimenti delle cose malferme della terra” scriveva Eugenio Montale, che, come ogni uomo, e forse più di altri, si era posto la grande domanda: chi siamo? E dove andiamo’, senza poter rispondere, tuttavia, alla domanda più importante: “perché?”.