Indicazioni su mostre d'arte, non solo biellesi, visitabili con una gita di un giorno, proposte da Maria Teresa Molineris.
E' stata prorogata fino al 28 febbraio , la mostra che Milano dedica a uno dei suoi grandi maestri: lo scultore Adolfo Wildt.
Potrebbe sembrare una mostra "di nicchia", con visitatori pensosi e allievi dei Licei artistici seduti a terra, intenti a copiare le opere esposte.
Ma è una mostra rivolta al grande pubblico per ripresentare un artista davvero insolito per la sua specialissima e per tanti aspetti "unica" maniera di trattare il marmo nelle sue singolari sculture. E fa parte di un più vasto progetto che mira a far conoscere meglio le ricche Collezioni che la Galleria possiede.
E' lo scultore milanese Adolf Wildt (1868-1931), ritenuto "uno dei massimi scultori" di inizio Novecento, che tanta fama ebbe in vita, lasciato in ombra poi per i suoi legami con gli artisti del regime, in particolare Margherita Sarfatti , scrittrice e critica d'arte (di cui è in mostra un bellissimo ritratto), e oggi giustamente riscoperto con una importante mostra monografica allestita nelle Sale al Piano terreno della Villa Reale di Milano, sede della GAM: Galleria d'Arte Moderna del capoluogo lombardo.
Curata da Paola Zatti, con la collaborazione del Musèe d'Orsay e l' Orangerie di Parigi, la mostra presenta 50 sculture in marmo, gesso , bronzo che
testimoniano la ricerca costante dell'artista di nuove sensazioni ricavate nell'uso di materiali diversi.
Ma rappresentano soprattutto la sua finissima sensibilità nella ricerca della dimensione "spirituale" del soggetto raffigurato, addirittura una "santità" come ha scritto Cozzani, quando si tratta di soggetti a carattere religioso. Eccezionali, in mostra, il volto intenso e tenerissimo di San Francesco, la strepitosa Santa Lucia, dove dramma e misticismo si fondono in un' opera di forza ,e al tempo stesso. Di grazia, irripetibili.
Wildt "simbolista" , perché, come è stato scritto, raggiunse "la rappresentazione plastica di simboli e ideali, come eroismo e sacralità, crudeltà e grazia", mantenendo sempre una dimensione di bellezza legata agli ideali più alti della scultura classica.
In mostra anche , per un possibile confronto, opere di Melotti , Lucio Fontana, Minerbi, artisti che furono allievi della Scuola di scultura fondata da Wildt nel 1922, e poi annessa all'Accademia di Brera.
Un avvincente percorso che restituisce l'immagine di una grande presenza artistica in una magistrale lezione d'arte.