GIOVANNI THOUX. "RACINES"
EVENTI E PROTAGONISTI DELLA STORIA VALDOSTANA.
FORTE DI BARD (AOSTA). 15 LUGLIO- 16 SETTEMBRE 2018.
CATALOGO A CURA DEL FORTE DI BARD. TESTI DI OMAR BORETTAZ.
Orari: 11 - 18. Ingresso libero.

"Racines" Radici .E' la storia della Valle d'Aosta narrata attraverso grandi bassorilievi lignei al Forte di Bar..
Ne è autore un celebre scultore valdostano Giovanni Thoux, raffinatissimo artista che non finisce di stupire e di incantare con le sue belle composizioni dedicate a particolari temi o eventi, come è stata, ad esempio, la magnifica serie dedicata ai "Costumi valdostani,", ai "Giochi" della Valle d'Aosta, , ma soprattutto alla grande serie di quadri lignei dedicati all'anno 2000, "Dalla Bibbia all'anno 2000. Un percorso valdostano tra fede, tradizione e religiosità" che gli valse il Premio Mazzotti Gambrinus a Treviso.
Giovanni Thoux vive e lavora a Verres(AO). Ha nella sua storia artistica una notevole quantità di studi, di attività che gli valsero importanti riconoscimenti, premi e onorificenze..
Determinante nel suo percorso artistico è stata le permanenza in Giappone per studio, per lavoro come disegnatore industriale e per insegnamento, dove ha avuto contatti con l'arte di quel Paese, assimilandone gli aspetti che hanno fortemente caratterizzato la sua produzione : una straordinaria leggerezza nei movimenti impressi a personaggi e luoghi, una finissima ricerca di particolari distribuiti con grande eleganza alle sue figure che paiono appoggiate al terreno o agli elementi compositivi dei luoghi con la leggerezza del volo di una farfalla, ma anche e soprattutto nella complessità e nell'eleganza delle composizioni che ricordano il fluire narrativo dei grandi illustratori giapponesi.
Nel caso della mostra "Racines. Eventi e protagonisti della storia valdostana", sono gli stessi accorgimenti artistici citati a sorreggere il suo lavoro, sebbene si tratti di vicende legate alla semplicità di usi e costumi popolari.
Di lui è stato scritto per questa mostra " i suoi lavori sono sempre in bilico tra solennità rievocativa e ironia espressiva", ed è forse quanto è possibile leggere in molti dei bassorilievi esposti, ferma restando l'innegabile grazia che accompagna le sue opere.
La storia narrata comincia con un "Sacrificio alle divinità pagane" legate al sito archeologico di Saint-Martin-de Corlèans, .poi con la "lotta tra Salassi e Romani" e la definitiva conquista romana. Si giunge ad "Aosta cristiana", cui fa seguito la "Fiera di Sant'Orso", con la definitiva celebrazione dei tre grandi "Santi valdostani: Grato, Bernardo e Anselmo".. Si procede con l'epoca del "Conte Verde" e Aosta ducato dei Savoia. E poi del Conte di Challant.
Bassorilievi di grande impatto narrativo riguardano i lavori che hanno caratterizzato nel tempo le attività produttive della Valle d'Aosta: la "Vendemmia",la"Raccolta delle castagne", la "Coltivazione delle patate", il "Mais", e per l'artigianato: i "Sabotier di Ayas".
Sono illustrate anche le scuole. E, successivamente, i lavori nelle miniere di Cogne, i grandi lavori per la sistemazione di acquedotti e strade, e infine l'industrializzazione.
Tra le pagine più propriamente storiche figurano:: gli effetti della Rivoluzione francese, Napoleone in Valle d'Aosta, le insurrezioni locali, la giovane Valle d'Aosta, per finire con l'affollato pannello trionfale dell'Autonomia.
Ancora una volta un complesso narrativo in cui abilità artistica e ricerca storica si fondono in un garbato soffio di poeticità.

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Maria Tesera Molineris

Insegnante di scuola superiore. Laurea in Filosofia. Laurea in Lettere con tesi in Estetica. Giornalista pubblicista. Appassionata d'arte e critico. Ha collaborato e collabora con testate nazionali e locali. Ha curato per il bisettimanale "il Biellese" le rubriche "Specchio", "Parole, parole, parole" e dal 1990 la rubrica d'arte "Grandi mostre" alla quale è stata abbinata dal 1993 la rubrica "Artenotizie". Con il fotografo Gianfranco Bini ha scritto "Il cuore del monte", un volume sul Santuario di Oropa, edito da "Lassù gli ultimi".
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