"Tesori del Patrimonio Culturale Albanese".
24 gennaio - 7 aprile 2013. Torino. Palazzo Madama ,Camera delle Guardie.
A cura di Apollon Bace. Catalogo Gangemi Editore.
Orari: da martedì a sabato 10-18. Domenica 10-19.

4_400"I tratti di mare che ci separano sono stati confini, ora tornano ad essere vie che ci uniscono" ha detto l'Ambasciatore della Repubblica d' Albania, a Torino per la presentazione della bella mostra "Tesori del Patrimonio Culturale Albanese", allestita nella grande Camera delle Guardie di Palazzo Madama , in Piazza Castello, nel capoluogo piemontese. Ed ha elogiato i buoni rapporti che legano il suo Paese all'Italia, ricordando comuni radici europee.
Elogi all'Italia anche da Apollon Bace, Direttore dell'Istituto dei Monumenti della Repubblica d'Albania, curatore della mostra e autore con altri eminenti studiosi, dell'importante catalogo pubblicato da Gangemi Editore.
E la mostra, che proviene dal Complesso del Vittoriano di Roma, in cui era stata precedentemente allestita con il coordinamento e la direzione di Alessandro Nicosia, offre una sorprendente e ricercatissima messe di straordinari tesori. Oggetti d'uso, ori, monete, sculture in bronzo e in marmo, un preziosissimo drappo in tessuto istoriato con altri oggetti della liturgia bizantina realizzati tra il XII e il XVII secolo, e un consistente numero di pregevoli icone, opera del maestro Onufri e della sua scuola, che attestano la recezione della pittura italiana del Trecento e le modifiche apportate dal maestro.8_400
Sono 150 opere, raccolte per il Centenario dell'indipendenza dell'Albania (1912), molte delle quali frutto di importanti scavi archeologici a cui parteciparono anche famosi ricercatori italiani come Luigi Ugolini . Narrano la millenaria storia dell'Albania che è, come è stato scritto,"storia di un popolo che affonda le sue radici nell'età preistorica per poi aprirsi alle influenze greco-ellenistiche, a quelle della Roma Imperiale, e nel Medioevo accogliere i segni dei Comuni italiani, fino all'ingresso nell'orbita dell'impero ottomano (1479)".
Un'occasione per riconoscere gli aspetti di un grande passato di cui fanno fede le opere d'arte che punteggiano e danno splendore al percorso espositivo, suddiviso in quattro particolari sessioni: Preistoria (dal Neolitico VI millennio a.C.) all'Età Arcaica (VII- VI sec. a,C), Centri illirici e colonie greche, Epoca Romana(dalla dominazione romana all' inizio del Medioevo), l'Arte Bizantina(dal XII al XVIII sec.).
A quest'ultimo periodo appartengono le bellissime icone ispirate all'arte italiana del Trecento, opera del maestro Onufri e lo straordinario paramento di Gllavenica, un drappo ricamato con fili di seta, argento e rame, con una singolare immagine del Cristo morto adagiato sul lenzuolo, circondato da Angeli e da due particolari personaggi che reggono un cartiglio con scritte in greco e si ritrovano identici sulle icone: la Madre di Cristo e San Giovanni.
Così vicina alla Sindone di Torino, questa magnifica immagine, nella sua singolarità, congiunta alla preziosità e bellezza esecutiva , crea un brivido di emozione.

 

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Maria Tesera Molineris

Insegnante di scuola superiore. Laurea in Filosofia. Laurea in Lettere con tesi in Estetica. Giornalista pubblicista. Appassionata d'arte e critico. Ha collaborato e collabora con testate nazionali e locali. Ha curato per il bisettimanale "il Biellese" le rubriche "Specchio", "Parole, parole, parole" e dal 1990 la rubrica d'arte "Grandi mostre" alla quale è stata abbinata dal 1993 la rubrica "Artenotizie". Con il fotografo Gianfranco Bini ha scritto "Il cuore del monte", un volume sul Santuario di Oropa, edito da "Lassù gli ultimi".
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