Indicazioni su mostre d'arte, non solo biellesi, visitabili con una gita di un giorno, proposte da Maria Teresa Molineris.
"I tratti di mare che ci separano sono stati confini, ora tornano ad essere vie che ci uniscono" ha detto l'Ambasciatore della Repubblica d' Albania, a Torino per la presentazione della bella mostra "Tesori del Patrimonio Culturale Albanese", allestita nella grande Camera delle Guardie di Palazzo Madama , in Piazza Castello, nel capoluogo piemontese. Ed ha elogiato i buoni rapporti che legano il suo Paese all'Italia, ricordando comuni radici europee.
Elogi all'Italia anche da Apollon Bace, Direttore dell'Istituto dei Monumenti della Repubblica d'Albania, curatore della mostra e autore con altri eminenti studiosi, dell'importante catalogo pubblicato da Gangemi Editore.
E la mostra, che proviene dal Complesso del Vittoriano di Roma, in cui era stata precedentemente allestita con il coordinamento e la direzione di Alessandro Nicosia, offre una sorprendente e ricercatissima messe di straordinari tesori. Oggetti d'uso, ori, monete, sculture in bronzo e in marmo, un preziosissimo drappo in tessuto istoriato con altri oggetti della liturgia bizantina realizzati tra il XII e il XVII secolo, e un consistente numero di pregevoli icone, opera del maestro Onufri e della sua scuola, che attestano la recezione della pittura italiana del Trecento e le modifiche apportate dal maestro.
Sono 150 opere, raccolte per il Centenario dell'indipendenza dell'Albania (1912), molte delle quali frutto di importanti scavi archeologici a cui parteciparono anche famosi ricercatori italiani come Luigi Ugolini . Narrano la millenaria storia dell'Albania che è, come è stato scritto,"storia di un popolo che affonda le sue radici nell'età preistorica per poi aprirsi alle influenze greco-ellenistiche, a quelle della Roma Imperiale, e nel Medioevo accogliere i segni dei Comuni italiani, fino all'ingresso nell'orbita dell'impero ottomano (1479)".
Un'occasione per riconoscere gli aspetti di un grande passato di cui fanno fede le opere d'arte che punteggiano e danno splendore al percorso espositivo, suddiviso in quattro particolari sessioni: Preistoria (dal Neolitico VI millennio a.C.) all'Età Arcaica (VII- VI sec. a,C), Centri illirici e colonie greche, Epoca Romana(dalla dominazione romana all' inizio del Medioevo), l'Arte Bizantina(dal XII al XVIII sec.).
A quest'ultimo periodo appartengono le bellissime icone ispirate all'arte italiana del Trecento, opera del maestro Onufri e lo straordinario paramento di Gllavenica, un drappo ricamato con fili di seta, argento e rame, con una singolare immagine del Cristo morto adagiato sul lenzuolo, circondato da Angeli e da due particolari personaggi che reggono un cartiglio con scritte in greco e si ritrovano identici sulle icone: la Madre di Cristo e San Giovanni.
Così vicina alla Sindone di Torino, questa magnifica immagine, nella sua singolarità, congiunta alla preziosità e bellezza esecutiva , crea un brivido di emozione.