"STEVE MCCURRY MOUNTAIN MEN".
FORTE DI BARD. VALLE D'AOSTA. 28 MAGGIO - 26 NOVEMBRE 2017.
A cura di Gabriele Accornero, Annalisa Cittera, Francesca Agnesod. Catalogo Edizioni Forte di Bard.
Orari: da martedì a venerdì 10-18. Sabato, domenica e festivi: 10.19. Chiuso il lunedì. Aperta tutti i giorni dal 31 luglio al 3 settembre. Fotografie di Carmelo Patea.

Ancora un grandissimo evento d'arte e cultura al Forte di Bard: la presenza di Steve Mccurry, uno dei massimi maestri della fotografia contemporanea , sabato27 maggio, per l'inaugurazione della mostra "Mountain Men" dedicata alle sue opere.
Affollatissima vernice, con autorità, critici , appassionati dell'arte fotografica e pubblico delle grandi occasioni, per ammirare lo straordinario percorso che conduce, attraverso una serie di opere di altissimo livello, a una lettura nitida e appassionante delle fotografie realizzate da Steve Mccurry nel corso dei suoi moltissimi viaggi in Afghanistan, India, Brasile, Etiopia, Filippine, Marocco. Ma anche, e questa è un' anteprima assolta, realizzate nel corso di una campagna fotografica condotta tra il 2015 e il 2016 in Valle d'Aosta.
Opere di straordinaria bellezza, scintillanti di luci e di colori che, in uno stretto contatto con immagini di Paesi molto lontani e diversi, dialogano con un linguaggio di elegante, raffinata poesia.
Come abbinare sperduti villaggi dell'Asia arroccati su impervie cime o emergenti da lunghissime distese di deserto, risaie scandite da ondulati profili sul dorso selvoso di alte montagne, o rocce scarne e scoscese su ripidi percorsi, con i vivaci profili di celebri castelli valdostani, attorniati da alberi da frutta e prati erbosi dove giocano allegramente vivaci bambine, o lo stesso Forte di Bard visto dall'alto di una cima montuosa con la distanza segnata dall'acqua verde della Dora che scorre veloce tra le rocce?
Come abbinare lo splendido volto di un bambino in costume valdostano dai grandi,limpidi occhi spalancati, con il silenzio raccolto e misterioso del volto di un anziano pastore su cui il sole del deserto ha scavato solchi di rughe profonde?
Non c'è frattura alcuna in un percorso in cui la magistrale ricerca di Steve Mccurry punta essenzialmente sul ruolo della bellezza intima dell'immagine, sia ritratto sia paesaggio, cercando di carpirne l'anima. Così tutto si avvicina, tutto comunica, comincia e ricomincia , nel sostanziale ritratto della vita. Vita delle terre e delle genti di montagna, come recita il titolo della mostra. In un molteplice e vario fluire di immagini che di proposito sfugge a ogni arida classificazione.
Parlare di "magia" per gli sguardi dei personaggi colti dall'obiettivo di Steve Mccurry, certo, si può, perché tale è l'emozione che suscita la perfezione assoluta dei suoi ritratti.
"Per me tutto ha origine negli occhi. -dice Steve Mccurry- Voglio sempre che i mieti soggetti guardino dritto nell'obiettivo."
Molto più, evidentemente, di un "segreto" di tecnica professionale, perché, in fondo a quegli occhi tu ritrovi l'anima del personaggio, e leggi il discorso nascosto della sua identità e della sua vita
Questo forse, il vero segreto delle opere di Mccurry. Che è anche il fascino indiscusso legato alla splendida mostra del Forte di Bard.
Steve Mccurry è una persona straordinaria che sembra esprimere in un sorriso la profondità di un incontro dello spirito che pare dirti "ho capito", accettandoti nel profondo del cuore.
La mostra "Steve Mccurry. Mountain Men" rimarrà allestita fino al 26 novembre 2017. E' accompagnata da un ricco catalogo edito da Forte di Bard.

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Maria Tesera Molineris

Insegnante di scuola superiore. Laurea in Filosofia. Laurea in Lettere con tesi in Estetica. Giornalista pubblicista. Appassionata d'arte e critico. Ha collaborato e collabora con testate nazionali e locali. Ha curato per il bisettimanale "il Biellese" le rubriche "Specchio", "Parole, parole, parole" e dal 1990 la rubrica d'arte "Grandi mostre" alla quale è stata abbinata dal 1993 la rubrica "Artenotizie". Con il fotografo Gianfranco Bini ha scritto "Il cuore del monte", un volume sul Santuario di Oropa, edito da "Lassù gli ultimi".
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