Indicazioni su mostre d'arte, non solo biellesi, visitabili con una gita di un giorno, proposte da Maria Teresa Molineris.
E' una bella mostra allestita ad Aosta, nel Centro Saint-Benin, l' antica chiesa sconsacrata, adibita ormai da parecchi anni ad ospitare mostre d'arte ed eventi culturali.
Titolo in parte emblematico e per molti aspetti curioso, perché effettivamente il primo impatto visivo con l'insieme delle sculture collocate all'interno dello spazioso edificio, illuminatissimo, in un assoluto colore bianco, trasporta immediatamente il visitatore in un'atmosfera di magia, sia per quanto riguarda la presenza delle sculture riferentesi alla mitologia classica, sia per la vera dimensione di "mito" raggiunta dall'arte di Antonio Canova, uno dei massimi esponenti del Neoclassicismo.La mostra comprende un considerevole numero di opere, molte di particolare interesse, oltre che di gran pregio: gessi essenzialmente, marmi, dipinti e una serie di bellissime acqueforti, tempere e disegni che documentano l'intero procedere della creatività dell'artista nella produzione dell'opera: dallo schizzo al bozzetto, al modello in gesso in cui venivano piantati i chiodini (rèpere) per trasferire con esattezza nel marmo le proporzioni dell'opera, all'opera terminata, con la levigatezza, l'armonia e la perfezione che caratterizzano in ogni caso le creazioni di Antonio Canova.
Si intuisce nell'insieme tutto l'amore per la bellezza e la raffinatezza che hanno segnato i canoni filosofici ed estetici del Settecento: l'imitazione della "bella" natura, la ricerca di un equilibrio e di una perfezione forse quasi impossibili da ritrovare nella natura stessa.
Antonio Canova (Possagno 1757-Venezia1822), dopo l'apprendistato e lo studio alla scuola di nudo dell'Accademia di Venezia, si era trasferito ventiduenne a Roma, dove aveva conosciuto i maggiori maestri dell'arte di tutti i tempi e dove produsse le sue opere più famose.
Come non rimanere affascinati, nella particolare esposizione di Aosta, dal magnifico "Endimione", il giovane pastore di cui si era innamorata anche la Luna (Selene), o lo splendido ritratto di "Napoleone", oppure davanti alla "Danzatrice", icona di bellezza che rievoca , seppur in modo più languido e dolce, la grazia assoluta di certe figure di Bernini. Ma anche davanti al piccolo bozzetto in terracotta: "Adone incoronato da Venere" in cui l'arte di Canova già palpita in una dimensione viva.