Indicazioni su mostre d'arte, non solo biellesi, visitabili con una gita di un giorno, proposte da Maria Teresa Molineris.
Una singolare mostra in uno scenario di grande suggestione: il Sacro Monte di Orta, con l’avvincente titolo:“Donne e Madonne nei Sacri Monti di Piemonte e Lombardia”.
Si tratta di una mostra fotografica che vuole mettere in rilievo non soltanto le immagini della protagonista principale dello straziante dolore della Passione e della Crocefissione di Gesù, a cui sono dedicati quasi tutti i Sacri Monti: la Vergine Maria, ma anche le altre figure femminili che generalmente compaiono nelle varie cappelle, arricchendo e completando la scena raffigurata.
Tra le tante belle fotografie di Pier Ilario Benedetto che compongono la mostra, dedicate alle “donne” che, con le “Madonne”, popolano le cappelle dei diversi Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia, sono presenti anche le immagine delle “donne” del Sacro Monte di Oropa.
Le si trova subito, all’inizio della mostra. Naturalmente provengono da una delle cappelle più belle e suggestive del Sacro Monte biellese: quella del soggiorno di Maria fanciulla al Tempio.
Cappella ricca di straordinarie immagini femminili, con cui gli artisti hanno cercato di riprodurre con singolare realismo, in forma elegante e raffinata , uno spaccato di quella che doveva essere la quotidianità della vita ai tempi di Gesù in un ambiente dedicato all’educazione delle donne.
C’è chi legge, chi lavora, chi tesse e chi ricama, chi insegna e chi impara. C’è perfino chi litiga, e in modo piuttosto deciso.
L’idea di riscoprire l’universo femminile attraverso le statue presenti nelle cappelle dei Sacri Monti, è stata davvero grande. Il fotografo Pier Ilario Benedetto ha spalancato le porte su quella che potrebbe rivelarsi una riscoperta geniale, tante sono le immagini da lui raccolte, tra le quali figurano come autentici punti di riferimento, quelle della Mostra.
La gioia, la disperazione, il riso e il pianto, la laboriosità, la maternità nel suo più genuino aspetto, l’eleganza della classe elevata, la semplicità della vita popolaresca, tutto riemerge attraverso le intense immagini.
Ed è particolarmente curioso il rimando alla quotidianità della vita che le figure femminili ripropongono. Con tenerezza, nel rifacimento degli usi e costumi del tempo in cui le statue sono state costruite: il Seicento e il Settecento, si cerca di ricomporre, per quello che doveva essere un autentico “teatro montano”, come è stato definito in generale il Sacro Monte, ricco di vivaci personaggi, la vita palestinese dei tempi di Gesù.Un “teatro” di terracotta che doveva , insegnare e ricordare a tutti, con immediatezza, la realtà grandiosa che la fede stava riaffermando con decisione dopo il Concilio di Trento: la salvezza dell’umanità attraverso il sacrificio di Cristo morto in croce.
“Abbiamo voluto porre l’attenzione, oltre che sulle Madonne presenti nelle diverse cappelle, anche sulle donne che fanno parte della scena, donne anonime, in abiti sfarzosi, o infagottate nei loro abiti contadini , oppure avvolte nei miseri panni della povertà; donne comuni della cui presenza e realtà, gli artisti hanno lasciato il segno” così scrive Carola Benedetto.
Le immagini della mostra, scattate da Pier Ilario Benedetto e da lei riordinate nel breve catalogo, pubblicato per conto di ATLAS, provengono dai celebri Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia, le “nove stelle” dell’arte, della cultura e della religiosità alle quali l’UNESCO ha riconosciuto il titolo di Patrimonio dell’ Umanità: Belmonte, Crea, Domodossola, Ghiffa, Oropa, Orta, Ossuccio, Varallo e Varese.
La mostra, allestita nei due piani della scenografica Cappella Nuova del Sacro Monte di Orta, rimarrà allestita fino al prossimo 30 ottobre 2016. Visitabile ogni sabato e domenica, dalle ore 10 alle ore 17.