Indicazioni su mostre d'arte, non solo biellesi, visitabili con una gita di un giorno, proposte da Maria Teresa Molineris.
Libellule e rose. Con gigli e splendidi fiori bianchi. Intrecci di straordinari arabeschi e gli occhi iridescenti delle piume del pavone a far da sfondo a splendide figure femminili: giovani donne, sempre bellissime, avvolte in lunghi abiti ornati di ricami e gioie, che ricadono morbidamente segnandone con eleganza le forme, sempre perfette, in una classicità che sottolinea lo splendore intatto della giovinezza.
Ad esaltare profumi e dolci, abiti e abitazioni, mobili, vetrerie, lampade,vasi, prodotti alimentari, che si rivestono a loro volta di una grazia teneramente sensuale su manifesti pubblicitari che accompagnano la celebrazione di gioia e bellezza che caratterizzava la vita parigina del primo Novecento, la "Belle Epoque".
E' la bella mostra milanese che nelle molte sale di Palazzo Reale ripropone all'attenzione degli appassionati d'arte e del grande pubblico un artista che vale la pena riscoprire come magnifico cantore degli aspetti più eleganti e raffinati di un tempo che ritorna alla memoria con la sempre più sorprendente dimensione del suo fascino.
E' Alfons Mucha (Ivancice, Moravia 1860 - Praga 1939), artista ceco, vissuto a lungo a Parigi, uno dei più significativi interpreti dell' Art Nouveau , propugnatore di un linguaggio comunicativo nuovo, straordinariamente elegante e suggestivo, che divenne la sua personale , e sostanzialmente inimitabile, cifra espressiva.
Inimitabile perché la sua fantasia creatrice che flette con dolcezza figure e forme secondo la languida carezza che ad ogni cosa amava imprimere l'Art Nouveau, crea sorprendenti composizioni in cui tutto diventa alta poesia. Nei manifesti teatrali che celebrano la bellissima e grande attrice Sarah Bernhardt, o nella presentazione di altri importanti spettacoli, come nei manifesti che rendono omaggio a prodotti quali, ad esempio, il marchio Nestlè, o reclamizzano la Birra, i liquori (Benedictine), e perfino i nuovissimi mezzi di locomozione: le biciclette.
Dopo gli straordinari manifesti pubblicitari di Mucha, autentici capolavori di stile e di raffinatezza in cui la donna appare sempre splendida, imperiosa e solenne, eppure dolcissima, quasi icona di candore, anche quando si invera in quel sottile gioco di magia che la rende "femme fatale", la mostra si apre ad una grandissima sezione in cui è la trasformazione operata dall'artista a rendere gli oggetti della quotidianità "presenze d'arte".
Il percorso termina quindi con una vasta parte oggettistica, dedicata alle arti decorative del periodo Art Nouveau che vedono attivi , accanto a Mucha, diversi altri famosi produttori d'arte, tra i quali anche celebri italiani come Bistolfi e Chini.