" Tesori nascosti di Brera: tarocchi del XV secolo. Il segreto dei segreti. I tarocchi Sola Busca".
13 novembre 2012 - 17 febbraio 2013. Milano, Pinacoteca di Brera.
A cura di Laura Paola Gnaccolini.
Catalogo Skira. Orari: da martedì a domenica 8,30-19,15.

08_mato_400I tarocchi. E per molti l'immagine corre ai piccoli tavoli nei pressi di Piazza Navona a Roma, o più genericamente nei centri storici di altre città, dove è acceso un piccolo lume attorno, al quale, con aria di grande segretezza e mistero stanno due persone, una che ascolta ansiosa e l'altra che parla con gravità esponendo gli arcani di una lettura delle carte che predice l'avvenire.
Niente di tutto questo nei tempi di cui si parla: siamo, agli inizi del XVI secolo, e le carte, i cosiddetti "tarocchi", sono oggetti preziosi, in possesso dei ceti nobili e ricchi che li usano soltanto per giocare.
E come pregevoli oggetti d'arte li mette in mostra, scegliendoli fra i tanti "tesori nascosti", la Pinacoteca di Brera, a Milano..
Curata da Laura Paola Gnaccolini, alla quale si deva anche il catalogo, edito da Skira, la mostra presenta al pubblico i bellissimi pezzi, raffinatamente miniati del più antico mazzo di tarocchi giunto completo fino a noi . Sono stampe tratte da incisioni a bulino poi miniate a tempera e oro. Acquistate recentemente dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali , sono state destinate alla Pinacoteca di Brera.05_xvi_olivo_400
L'indagine storico-artistica ha preso in considerazione la cultura ermetico-alchemica presente tra Marche e Veneto alla fine del Quattrocento ed espressa con grande preziosità nella particolare iconografia delle carte.
L'esito è un percorso molto interessante che mostra , allineate nelle particolari teche espositive, le 78 carte dell'intero mazzo, con settori dedicati a 22 "trionfi", e quindi alle 56 carte dei quattro semi tradizionali italiani:denari, spade, bastoni e coppe.
Il gioco dei tarocchi, infatti, come scrive la curatrice della mostra, inizialmente era noto come "triumphi" , e la parola "tarocchi" pare sia stata introdotta per la prima volta in un documento del 1505.
11_fante_di_bastoni_400Niente a che vedere , si legge ancora nella presentazione , "con i giochi delle carte praticati nelle osterie, spesso sanzionati e deprecati dalle leggi", mentre come viene precisato, "totalmente estraneo al gioco dell'epoca era l'aspetto divinatorio che sarebbe diventato prevalente con la scuola francese del XVIII secolo".
Una mostra molto speciale, dunque, per la gioia degli esperti, ma anche un'esposizione che avvince gli appassionati dell'arte espressa nelle forme più insolite di ricercatezza.

 

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Maria Tesera Molineris

Insegnante di scuola superiore. Laurea in Filosofia. Laurea in Lettere con tesi in Estetica. Giornalista pubblicista. Appassionata d'arte e critico. Ha collaborato e collabora con testate nazionali e locali. Ha curato per il bisettimanale "il Biellese" le rubriche "Specchio", "Parole, parole, parole" e dal 1990 la rubrica d'arte "Grandi mostre" alla quale è stata abbinata dal 1993 la rubrica "Artenotizie". Con il fotografo Gianfranco Bini ha scritto "Il cuore del monte", un volume sul Santuario di Oropa, edito da "Lassù gli ultimi".
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