Indicazioni su mostre d'arte, non solo biellesi, visitabili con una gita di un giorno, proposte da Maria Teresa Molineris.
Un arco di fiori rosa: un ciliegio fiorito per ricevere , all'inaugurazione della mostra, i visitatori. Si è aperta così, nell'antico palazzo Mazzonis, sede del MAO, Museo di Arte Orientale di Torino, situato tra le più "torinesi" vie della vecchia capitale sabauda, la mostra "PHULKARI. Storie in-tessute dai villaggi del Punjab" (Repubblica Iindiana).
In un'Istituzione che si rivela vivacissima nelle continue scelte e proposte artistiche e culturali di cui rende protagonista, il Presidente del Museo , Marco Biscione, la Presidente della Fondazione Torino Musei, Patrizia Asproni, e di volta in volta artisti, personalità del modo dell'arte , della cultura, e collezionisti, danno vita a un animatissimo programma di interventi culturali miranti alla conoscenza e all' approfondimento dell'arte orientale, un patrimonio ricchissimo, è stato detto, e di straordinaria creatività e bellezza che mette in luce le preziosità di una cultura diversa da quella europea, ma assolutamente affascinante.
Anche in questa occasione il Presidente del MAO ha sottolineato la necessità di congiungere le forze del Museo con il prezioso apporto dei privati, in questo caso, i collezionisti , soprattutto torinesi , noti per la particolare ricchezza e raffinatezza delle scelte.Si susseguono così, al MAO, che normalmente offre la bellezza delle proprie Collezioni, esposizioni e mostre di particolare interesse e rilievo.
Curata dai collezionisti e studiosi Guido Accornero e Aldo Lazzarini la nuova mostra presenta una magnifica serie di scialli di cotone, finemente ricamati a mano dalle donne del Punjab e dell'Haryana.
"Ho viaggiato molto", dice Guido Accornero, appassionato ricercatore degli aspetti artistici e sociali delle terre da lui visitate, in particolar modo l'India. "Ho conosciuto e studiato molte cose". E di quanto ha potuto conoscere fanno fede i numerosi tesori artistici da lui acquistati, e qui esposti con alcune sculture: i magnifici scialli ricamati, i " phulkari", ossia i "lavori floreali" ricamati dalle donne e utilizzati nelle famiglie per cerimonie, matrimoni, feste e ricorrenze importanti.Anche in questo caso l'arte si fa specchio di un mondo e di una particolare civiltà.
I grandi scialli risalgono agli ultimi anni dell'Ottocento e ai primi decenni del Novecento. Sono ricoperti di vivacissimi ricami multicolori, eseguiti con minuziosa precisione. La base di tutto è sempre il prato fiorito. Intorno, alla maniera delle case volanti di Chagall, ma realizzate con molto rigore , si trovano case e persone, animali stilizzati con eleganza, noti e sconosciuti, spesso frutto della fantasia delle ricamatrici, proposti con funzioni ornamentali, ma anche come motivi beneauguranti.
E, cosa curiosissima , in molti di questi splendidi "phulkari" è raffigurato con grande evidenza, il "treno", assoluta novità di quei tempi, scelto dalle ricamatrici come simbolo del desiderio di conoscere, di andare , di inseguire ,forse , e raggiungere i sogni belli dello spirito.