Indicazioni su mostre d'arte, non solo biellesi, visitabili con una gita di un giorno, proposte da Maria Teresa Molineris.
Ci sono mostre belle, mostre gentili, mostre interessanti. Questa dedicata alle opere del pittore Giorgio Morandi, allestita presso la Fondazione Ferrero ad Alba, ha tutte e tre le qualità: è bella, gentile ed estremamente interessante.In genere (mi sia permesso, dato il carattere di conversazione di questa rubrica), si sente dire: "Morandi? Sì, quello delle bottiglie e dei barattoli".
Sorprenderà molti perciò apprendere che, al di là di una comune formazione artistica di base fornita dalla scuola media, che focalizza l'attenzione sulla produzione di Morandi legata alle "nature morte", esiste una ricca produzione di Giorgio Morandi legata essenzialmente al "paesaggio", "i paesi", come definiva lui questi suoi dipinti.
Anche per questa ragione la Mostra alla Fondazione Ferrero di Alba: "Morandi. L'essenza del paesaggio", è interessante.Giorgio Morandi è giustamente famoso per quelle sue ,apparentemente semplici, in realtà sofisticate ed elaboratissime composizioni di oggetti , le "nature morte" (che De Chirico preferiva definire "nature silenti"), perché il raccoglimento, la meditazione e il silenzio caratterizzano tutti quei suoi incantevoli lavori.
La mostra di Alba, curata da Maria Cristina Bandera, una delle maggiori studiose di Morandi, alla quale si deve anche il bel catalogo edito da 24Ore Arte, mette in luce la dimensione di "paesaggista" del pittore bolognese.
Un percorso di oltre 70 opere, che partono dai primi anni del Novecento, gli anni'10, in cui Morandi impostava il proprio linguaggio pittorico, ispirandosi prima agli impressionisti francesi: Cèzanne, Derain, Picasso, Braque, e poi ai maestri della grande tradizione italiana: Giotto, Masaccio, Piero della Francesca.
Quindi la svolta degli anni '20, in cui l'artista individua il proprio stile, gli anni '30 che lo vedono anche incisore, fino agli anni della guerra '40 e '50, e ai lavori degli anni successivi e dell'ultimo decennio che precede la sua morte, avvenuta nel 1964.Un Morandi molto dolce, raffinato ed elegante, nella pastosità leggera dei colori tenui che caratterizzano i suoi paesaggi: rosa, verde tenero, grigio,'azzurro, con i colori della terra chiara. Il tutto giocato con una pennellata apparentemente semplice, in realtà sempre decisa, spesso addirittura convulsa. La scansione volumetrica delle composizioni è sempre calibrata, segnata da proposte originali che anche nei paesaggi costituiscono in ogni caso, un "silente" racconto capace di rimandare all'equilibrio strutturale e magico delle sue "celebri" nature morte.
La magia sta nella creatività, come sostiene un mio amico architetto. E' il "passo" che distingue l'artista. A mio giudizio proprio Morandi esprime quell' inafferrabile cifra dell'arte che trasforma la concretezza di un qualsiasi paesaggio ( per Morandi anche il cortile della sua casa) nella "realtà" di un sogno. Che diventa un poema. "Nulla è più astratto del reale" affermava Morandi.
La mostra alla Fondazione Ferrero è tutta da ammirare in un armonioso, lento, gioioso susseguirsi di opere che danno allo spirito la soave dolcezza della quiete.