Indicazioni su mostre d'arte, non solo biellesi, visitabili con una gita di un giorno, proposte da Maria Teresa Molineris.
Mediterraneo: e per la "superba" Città di Genova, spalancata sull'azzurro del mare e del cielo è quasi il naturale respiro.
"Mediterraneo. Da Courbet a Monet a Matisse" è il titolo di una nuova grande mostra che Marco Goldin ha ideato, curato ed allestito ( sponsor principale il Gruppo Euromobil), negli spazi espositivi di Palazzo Ducale, a Genova.
Una mostra-evento da non perdere, per la qualità e l'eccezionalità dei dipinti esposti, che narrano a diverse voci, tanti sono i linguaggi pittorici degli artisti presenti, il fascino e la bellezza del Mare Mediterraneo e della sua costa, dalla Provenza, alla Costa Azzurra, alla Riviera ligure.
Ottanta capolavori, alcuni eccezionalmente prestati da Musei e Collezioni private di tutto il mondo, narrano, nel felice percorso creato da Goldin, l'evolversi della pittura di paesaggio, dal Settecento fino agli albori del XX secolo.
Dai grandiosi dipinti settecenteschi, ancora legati ai canoni artistici delle Accademie e costruiti dagli artisti negli atelier, alla scoperta del paesaggio provenzale di Corot, al realismo di Ziem e Laubon che dipinsero nei pressi di Antibes, Avignone e Nizza.
Dalle opere di Guigou e Monticelli, alle intense "marine" di Courbet, alla splendida stagione di alcuni grandi maestri impressionisti che dipinsero i luoghi della Provenza e delle coste del Mediterraneo: Cèzanne, Monet, Renoir, Buodin e Van Ghog.Incisiva è poi la presenza delle opere di artisti che dipinsero negli anni successivi all'impressionismo: Signac, Cross, Valtat, Guillaumin, Camoin. Tra questi anche Edward Munch che dipinse a Nizza in un periodo di convalescenza.
Interessante la vivace stagione dei Fouves: Matisse, Derain, Marquet, Braque, Dufuy, che inventarono una nuova interpretazione pittorica del Mediterraneo, fino alle più nuove impostazioni di Vallotton, Soutine e Bonnard, artista a cui Goldin riconosce il merito di "aver saputo consegnare la strabiliante lezione pittorica di Monet al nuovo secolo".
"Qui tutto è vampa ardente, colore incendiato e cangiante, è meraviglioso" - scriveva in una lettera da Bordighera, Monet - "Ogni giorno la campagna è più bella e io sono affascinato dal paesaggio. E' proprio questo fulgore, questa luce fiabesca che io voglio rendere".
Il percorso della mostra, creato da Goldin, interpreta con equilibrio e raffinatezza, il credo artistico di Monet e di tutti gli altri pittori francesi che nella luce del Mediterraneo avevano trovato ispirazione e vigore nuovo per le loro opere.
L'esposizione si conclude con uno splendido dipinto di Van Ghoh, che della lezione del colore aveva toccato i vertici più alti: "Arles vista dai campi di grano", dove il "paesaggio" non è più lontano dallo spettatore, ma è una dimensione palpitante e viva in cui si entra indicibile emozione. Accostabile per diversi aspetti, tra i dipinti in mostra, all'impalpabile argento di "Studio per ulivi" di Monet, o a quel suggestivo "Cap d'Antibes, mistral" sempre di Monet, in cui pare quasi di sentire tra gli alberi il soffio maestoso del vento.