Indicazioni su mostre d'arte, non solo biellesi, visitabili con una gita di un giorno, proposte da Maria Teresa Molineris.
"NAG ARNOLDI". Bellinzona. Castelgrande. Corte e Sala Arsenale.
25 aprile-2 novembre 2008. Orari: lunedì 9-18. Da martedì a domenica : 9-22.
Una giornata d'arte diversa? E' la città di Bellinzona, nella vicinissima Svizzera, ad offrirla, con una bella mostra allestita nel Castello Grande.
Quando Bellinzona era parte della Lombardia, veniva considerata la porta per il Nord Europa. La struttura morfologica del territorio permetteva di stabilire nel luogo una vera chiusura della valle che conduce al Gottardo. E ben tre castelli, uno sulla piana del Ticino, l'altro a metà costa, coordinati da una poderosa cinta di mura in pietra, e uno più piccolo, quasi in cima alla collina, costituivano una cerniera invalicabile, a difesa della Lombardia e dell'Italia.
Il più antico di questi castelli, il Castello Grande, è stato oggetto in questi ultimi anni di straordinarie opere di ristrutturazione, con avveniristici ascensori che, penetrando nella roccia, portano in cima , dove si apre un grandioso piazzale, con prati, alberi e giardini, circondato dagli edifici più alti del castello, in cui sono stati allestiti i musei e dove si trovano gli alti torrioni, che erano un tempo, come spiega Marcel Scheidegger, responsabile dell'ufficio Culturale, sede delle prigioni, e oggi, visitabili con parte dei camminamenti di ronda, offrono al visitatore una panorama a 360° sull'intera valle. Curiosa è poi l'esistenza, al termine della salita che conduce al piazzale del castello, di un piccolo lago di acque limpidissime, appoggiato alle ultime mura, fra le rocce.
A dieci anni dalla splendida mostra delle opere di Henry Moore, con la quale erano state inaugurate le nuove parti della ristrutturazione, oggi Bellinzona presenta una nuova mostra-evento dedicata ad un famoso scultore ticinese: Nag Arnoldi.
Una mostra che ritrova un curatore di grandi capacità e levatura culturale: Rudy Chiappini. Allestita dall' architetto Galfetti , al quale si deve il restauro dell'intero complesso del Castello, con Simona De Giuli, in collaborazione con l'artista stesso, e con il coordinamento scientifico di Gaia Regazzoni, la mostra propone in una magnifica scenografia naturale, con un'accortissima collocazione, 64 opere in bronzo che compendiano la produzione artistica di Nag Arnoldi. La stagione dei clown, degli acrobati, dei guerrieri, quella degli animali, la stagione religiosa, quella delle figure. Appare così anche la serena personalità di Nag Arnoldi che imprime alle sue creature le proprie emozioni, sublimate nel superamento dell'angoscia esistenziale, caratterizzata dalla lotta, in un'assoluta, trascendente calma, quasi l'infinita serenità di un "oltre" che alla lotta non guarda più. Si potrebbe pensare alla quiete della classicità.
Sorprendente e innovativo è il gesto scultoreo di Nag Arnoldi, a partire dalle soluzioni nuove della bella "Via Crucis" che si incontra salendo la via pietrosa, quando si arriva al piazzale dagli ascensori. Sul grande prato poi. in cerchio per non coprirsi una con l'altra, le magiche sculture di Nag: cavalli e cavalieri, guerrieri, astati, leggende di santi, immagini di lotta, personaggi abbandonati in misteriose, solitarie contemplazioni. E poi ancora guerrieri, in gruppi da cui emergono le lunghe aste da battaglia, che l'artista ha mutuato dai dipinti di Paolo Uccello, come la"Battaglia di San Romano", oggetto di una stupenda scultura collocata, con altre di medio formato, nel salone interno al Museo. Con Marcel Scheidegger, scopriamo che anche l'incanto del laghetto è stato popolato da un magnifico gruppo di "guerrieri astati". La speranza di lasciarveli per sempre è un auspicio. Lo scenario è davvero incantevole. I personaggi, bellissimi, come altri due guerrieri collocati in cima a una delle rocce più alte, sembrano creature vere. Anche questi ultimi dovrebbero poter rimanere. Il castello sembra tornare vivo. L'impatto scenografico è forte.
Nel salone del Museo è stata collocata una serie di grandi dipinti che Nag Arnoldi ha realizzato ispirandosi alla "Battaglia di Murten" dell'altro grande svizzero : Holder. Anche per i dipinti vale il discorso fatto per le sculture: un linguaggio pittorico scabro, vigoroso, nella quiete di un superamento artistico assolutizzante.
Nag Arnoldi è nato a Locarno. Vive e lavora a Comano, nei pressi di Lugano.Ha esposto in numerosissime mostre in italia e all'estero. Le sue opere si trovano in importanti musei e collezioni di tutto il mondo.
La mostra è presentata da Flavia Marone presidente dell'Ente Turistico di Bellinzona e capo dicastero Cultura. Nel catalogo, curato da Rudy Chiappini, le suggestive immagini di Edo Bertoglio.