"RAFFAELLO. LA MADONNA ESTERHAZY".
Milano. Palazzo Reale: Sala Alessi.
3.XII.2014/ 11.1.2015.
A cura di Stefano Zuffi. Catalogo Skira.
Orari: tutti i giorni 9,30-20. (ultimo ingresso ore 19,30). Ingresso libero.

119366.jpg.orig_400Anche quest'anno il Comune di Milano ha voluto offrire ai suoi cittadini e a tutti i possibili visitatori, il regalo della grande arte per Natale.
La scelta di questa edizione ha privilegiato un raffinatissimo dipinto di Raffaello: "La Madonna Esterhazy", proveniente dal Museo di Belle Arti di Budapest , che deve il suo nome all'illustre casata dei principi ungheresi che ne sono stati gli ultimi proprietari.
E' un quadro di piccole dimensioni, esposto come di consueto a Palazzo Marino (piazza della Scala), in cui è raffigurata una dolce Madonna con il Bambino e San Giovannino, eseguito da Raffaello nel 1508, alla fine del periodo di formazione trascorso a Firenze, dove aveva studiato Leonardo e Michelangelo, prima di raggiungere Roma, chiamato dal Papa Giulio II per il quale avrebbe eseguito gli splendidi dipinti che ornano le Stanze Vaticane.
Stefano Zuffi, che ha curato la mostra milanese ricorda che il dipinto manca della stesura finale, forse perché Raffaello lo teneva con sé quasi come una pagina di diario, dopo avervi inserito, sullo sfondo, alcuni monumenti del Foro Romano, ritratti dal vero all'inizio della sua permanenza a Roma.
La mostra di Milano anticipa la visione del prezioso dipinto con due tappe che presentano altri due capolavori di soggetto simile, di area milanese: "La Vergine del Borghetto", una copia , definita "la migliore delle copie antiche" della "Vergine delle rocce" di Leonardo, proveniente dall'Istituto delle Suore Orsoline, attribuita a Francesco Melzi, e la " Madonna della rosa" di Boltraffio in prestito dal Museo Poldi Pezzoli.verginedellerocceparigi_400
Non senza sorpresa, ma con legittimo orgoglio, ci ricordiamo allora che una copia del grande, magnifico dipinto "La Vergine delle rocce", che trionfalmente apre la mostra milanese, l'abbiamo anche a Biella, attribuita a Bernardino de' Conti, ed è uno dei capolavori più ammirati nella Pinacoteca del Museo del Territorio.



Maria Tesera Molineris

Insegnante di scuola superiore. Laurea in Filosofia. Laurea in Lettere con tesi in Estetica. Giornalista pubblicista. Appassionata d'arte e critico. Ha collaborato e collabora con testate nazionali e locali. Ha curato per il bisettimanale "il Biellese" le rubriche "Specchio", "Parole, parole, parole" e dal 1990 la rubrica d'arte "Grandi mostre" alla quale è stata abbinata dal 1993 la rubrica "Artenotizie". Con il fotografo Gianfranco Bini ha scritto "Il cuore del monte", un volume sul Santuario di Oropa, edito da "Lassù gli ultimi".
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