“A tutti i pittori ho chiesto l’autoritratto”. Zavattini e i Maestri del Novecento.
A cura di Marina Gargiulo. Milano. Pinacoteca di Brera, Sala XV.
7 maggio – 8 settembre 2013. Catalogo Skira.
Orari: da martedì a domenica  8.30 – 19,15. La biglietteria chiude alle 18,40. Chiuso il lunedì


 

14._zav_fortunato_depero_400E’ una mostra insolita, particolarmente curiosa e interessante, in cui c’è anche  il maestro biellese  Michelangelo Pistoletto, bel giovane dallo sguardo intenso, fra i 150 autoritratti degli artisti del Novecento che compongono la straordinaria  Collezione di Cesare Zavattini esposta nella mostra, appena inaugurata, alla Pinacoteca di Brera, a Milano.

“Zavattini  e i Maestri del Novecento” si intitola la nuova rassegna, che è curata da Marina Gargiulo, alla quale si deve anche il catalogo edito da Skira .

“Cesare Zavattini: scrittore, giornalista, saggista, sceneggiatore, pittore, tecnico cinematografico e anche collezionista”. Inizia così la presentazione di questo singolare personaggio, un  protagonista tra gli intellettuali del Novecento, che viene ricordato attraverso questa sua straordinaria collezione di opere.

Cesare Zavattini (1902- 1982), ebbe  infatti un’idea che oggi si rivela di grande genialità.

“A tutti i pittori – scriveva - (ed è parte del titolo della mostra), ho chiesto l’autoritratto”. E’  nata così la sua collezione, oggi in parte purtroppo dispersa, che nel momento della massima estensione contava oltre 1300 dipinti, tutti di piccolo formato: 8 x 10.

Quelli rimasti, incorniciati come aveva voluto  Zavattini, sono esposti in questa sorprendente mostra, e offrono un interessante spaccato sull’arte del Novecento.30._zav_michelangelo_pistoletto_400

“Anche Zavattini – scrive Sandrina Bandera (Soprintendente e Direttore della Pinacoteca di Brera)  - in un’epoca, gli anni quaranta e cinquanta, in cui l’angoscia del vivere è al suo culmine, sente la necessità di riportare l’uomo, l’artista, attraverso il suo autoritratto, a sognare, a parlare con spontaneità, instaurando , attraverso questa sua collezione, un inno all’inconscio, al profondo, con mille facce, smorfie, sembianze angeliche o diaboliche, ma comunque senza alcun limite dettato dalle regole precostituite dalla tradizione”.

In ogni dipinto c’è infatti un forte ritratto psicologico dell’artista che  lo ha eseguito, che raccoglie in una sorprendente sintesi, la sua personalità  e  la cifra caratterizzante della sua arte.

Basti citare ad esempio l’autoritratto di Donghi, di Sciltian, di Burri. C’è perfino un autoritratto di Ligabue, un vigoroso autoritratto di Siquerios, uno di Diego  Rivera. E naturalmente di De Chirico, De Pisis, Marussig, De Pero,  Sironi, Guttuso, Mafai, Manzù, Melotti, Emilio Greco….

Sono in mostra anche alcune interessanti lettere  del carteggio fra Zavattini e gli  artisti interpellati, tra le quali quella di Michelangelo Pistoletto.

 

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Maria Tesera Molineris

Insegnante di scuola superiore. Laurea in Filosofia. Laurea in Lettere con tesi in Estetica. Giornalista pubblicista. Appassionata d'arte e critico. Ha collaborato e collabora con testate nazionali e locali. Ha curato per il bisettimanale "il Biellese" le rubriche "Specchio", "Parole, parole, parole" e dal 1990 la rubrica d'arte "Grandi mostre" alla quale è stata abbinata dal 1993 la rubrica "Artenotizie". Con il fotografo Gianfranco Bini ha scritto "Il cuore del monte", un volume sul Santuario di Oropa, edito da "Lassù gli ultimi".
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