"MATISSE E IL SUO TEMPO. LA COLLEZIONE DEL CENTRE POMPIDOU".
TORINO PALAZZO CHIABLESE. 12 dicembre 2015 - 15 maggio 2016.
A cura di Cécile Debray. Catalogo 24OREcultura.
Orari: lunedì 14,30 - 19,30. Da martedì a domenica 9,30 -19,30. Giovedì: 9,30 - 22,30.(la biglietteria chiude un'ora prima).


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Una speciale occasione d'arte a Torino. E'la grande mostra "Matisse e il suo tempo. La Collezione del Centre Pompidou" dedicata al grande artista francese Henri Matisse (Le Cateau 1869- Cimiez,Nizza 1954) la cui figura , viene concordemente detto,"ha dominato l'arte della prima metà del XX secolo".
Curata da Cécile Debray, responsabile delle Collezioni Matisse presso il Centre Pompidou, e allestita nella storica sede di Palazzo Chiblese, la mostra propone un interessante percorso intorno al consistente numero di opere di Matisse provenienti dal grande Museo francese, che vengono accostate, in una visione critica, alla opere degli artisti del suo tempo con i quali Matisse è stato in relazione, affiancandoli spesso nei motivi ispiratori che hanno guidato la sua creatività.

In primo luogo Picasso, e quindi Renoir e altri artisti a lui coevi: Bonnard, Modigliani, Mirò, Derain, Braque, Marquet, Léger. Alle 50 grandi opere di Matisse, si alternano, infatti in un deciso contrappunto, ben 47 opere di questi artisti che complessivamente offrono un'attenta e interessante visione del particolare mondo artistico del tempo.
La suddivisione proposta analizza l'itinerario creativo di Matisse nei diversi momenti che ne hanno caratterizzato la produzione. Gli esordi di Matisse, nella prima sezione dedicata ai suoi lavori con i condiscepoli dell'atelier di Moreau. Segue il periodo in cui Matisse affronta l'avventura del fauvismo, con Derain e De Vlamink.

4168513_matisse_internorossoLa terza sezione è intitolata Polo Nord-Polo Sud e illustra il periodo in cui Matisse si interessa al cubismo. I successivi Anni di Nizza sono segnati per Matisse dal rinnovamento e dall'incontro con Renoir. Fa seguito a questo periodo il particolare e più noto momento della "pittura di odalische"in cui il segno di Matisse è ormai ben caratterizzato e forte: figure femminili sdraiate , interni di abitazioni con decorazioni varie e ornamenti presentati spesso in accostamenti capricciosi e imprevedibili che rimandano in qualche modo, anche all'incalzare deciso dell'esperienza del fauvismo.
E quindi il periodo delle "nature morte", della pittura degli interni, della raffigurazione dell' atelier, tipica per molti artisti del tempo, come, secondo quanto afferma la curatrice della mostra, "immagine riflessiva e autoreferenziale della pittura" in cui si mescolano "mestiere e spazio privato", divenendo così "spazio mentale".
Il discorso procede sulle riflessioni proposte intorno agli esiti del suo approdo al simbolismo, agli estremi limiti dell'astrattismo nei modi della pittura dell'ultimo periodo che, con l'invenzione delle nuove tecniche, suggestionò grandemente gli artisti delle generazioni successive.
Di notevole interesse i capolavori esposti, tra i quali molti di particolare intensità , ad offrire una lettura avvincente dell'opera di Matisse, segnata , pur nella sicurezza espressiva, da una serpeggiante inquietudine che ha spinto sempre l'artista alla scoperta del nuovo in una costante ricerca di carattere mentale e tecnico.
Numerosi documenti, infine: lettere, dichiarazioni e testimonianze contribuiscono a completare la collocazione storica della personalità e dell'opera di Matisse.

 

 

 

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Maria Tesera Molineris

Insegnante di scuola superiore. Laurea in Filosofia. Laurea in Lettere con tesi in Estetica. Giornalista pubblicista. Appassionata d'arte e critico. Ha collaborato e collabora con testate nazionali e locali. Ha curato per il bisettimanale "il Biellese" le rubriche "Specchio", "Parole, parole, parole" e dal 1990 la rubrica d'arte "Grandi mostre" alla quale è stata abbinata dal 1993 la rubrica "Artenotizie". Con il fotografo Gianfranco Bini ha scritto "Il cuore del monte", un volume sul Santuario di Oropa, edito da "Lassù gli ultimi".
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