"Vicino al cielo. Baite e alpeggi biellesi". Personale antologica di Felice Ramella Bon.
"Cantinone". Palazzo della Provincia.
Biella. 24 maggio -3 giugno 2008. Orari: 16-19

 

Per chi ama le cose biellesi, una bella mostra di un biellese doc: il pittore Felice Ramella Bon.

Felice Ramella Bon è nato al Favaro di là, nel comune di Biella. Ed è  l'amore per la terra biellese a sorreggere la sua ricerca artistica . Ma Ramella Bon è anche un alpino, e come tale è affascinato dalla montagna e dai suoi paesaggi. Tra questi, in particolar modo, ha scelto per i suoi dipinti le baite, aggiungendo alla dimensione artistica un ideale di conservazione storica.

Di baite, infatti, un tempo abitate  e piene di vita, Felice  Ramella Bon ne ha viste morire tante. Man mano che la montagna si spopola per la mutazione socio-economica della zona biellese, la gente abbandona il lavoro in alta montagna per trovare occupazioni più redditizie a valle, il bestiame viene allevato nelle grandi aziende della pianura, le  baite vengono chiuse,  e in molti casi abbandonate. Oppure, come dice  il pittore , vengono ristrutturate e trasformate in ville, abitate nei fine settimana o nella stagione estiva. Irriconoscibili, naturalmente. E la montagna così perde molto del suo fascino e cambia volto.

Instancabile, Felice Ramella Bon ha percorso e percorre i monti biellesi alla ricerca di quanto ai suoi occhi è bello e interessante. Poi traspone sulle tele, che prepara con antiche lenzuola, o su tavola, l'immagine di questi "tesori" della montagna di un tempo, che egli intende conservare alla memoria della gente.

Le baite: singole, in gruppo, disperse tra le rocce, sul bordo dei prati, fiancheggiate da qualche grande albero o da cespugli in fiore, con accanto, sempre più raro a vedersi, il pagliaio o meglio il covone. Baite famose o sconosciute, situate in luoghi di cui annota gelosamente il nome: sono la ricchezza pittorica dell'artista.

Nel suo minuscolo, ma attrezzatissimo studio, molto simile al piccolo ambiente in cui lavorava Morandi, Ramella Bon  organizza, compone, rifinisce. Nei depositi della sua casa oggi conta 1500 dipinti. Non soltanto baite, ovviamente, ma fiori, oggetti, aspetti diversi del paesaggio biellese: piccoli laghi con avanzi di neve, montagne, vedute  di paesi, giardini con cespugli fioriti, prati e, immancabile per un  artista biellese: la Burcina.

La mostra di Felice Ramella Bon è curata da Luigina Furlan. ideatrice e animatrice dell'Associazione Artistico-Culturale  Art-Cafè.  Al "Cantinone" sono esposti ben 150 dipinti . Vale la pena di vederli, perché, oltre all'amore dell'artista per la terra Biellese, vi si può cogliere la sua bravura nel  trasformare in opera d'arte le immagini, attribuendo loro una sottile vena di poeticità.  Il suo lavoro è una compilazione  accurata di dati, di particolari, che compongono il disegno. Ma il taglio prospettico è originale e così le scelte coloristiche che spaziano dai colori tenui alle forme monocromatiche da cui traspaiono le tinte ocra e il rosa di molti dipinti dell'ultima maniera.

La sua arte, presentata con semplicità e con amore è così: una passione  personale e l'occasione affettuosa di un ricordo.



Maria Tesera Molineris

Insegnante di scuola superiore. Laurea in Filosofia. Laurea in Lettere con tesi in Estetica. Giornalista pubblicista. Appassionata d'arte e critico. Ha collaborato e collabora con testate nazionali e locali. Ha curato per il bisettimanale "il Biellese" le rubriche "Specchio", "Parole, parole, parole" e dal 1990 la rubrica d'arte "Grandi mostre" alla quale è stata abbinata dal 1993 la rubrica "Artenotizie". Con il fotografo Gianfranco Bini ha scritto "Il cuore del monte", un volume sul Santuario di Oropa, edito da "Lassù gli ultimi".
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