Pagina tratta dal libro
IL BIELLESE ILLUSTRATO
Collana
LE REGIONI D'ITALIA ILLUSTRATE
Torino 1925
prezzo lire 100

L'industria biellese.

[...] Ma il più mirabile fenomeno di questo suolo d'incanti alpini è l'industria, che fa di Biella una Manchester in miniatura, sotto il paterno ciglio dei giganti canuti delle Alpi nostre.

Gian Tommaso Mullatera — medico insegne storico del Biellese e poeta ... — considerando le condizioni molto tristi e molto precarie in cui trovavasi l'industria biellese a' suoi tempi, avvertiva con animo inquieto e preoccupato dell'avvenire, la suprema necessità che i proprii compatrioti si abilitassero all'esercizio dei mestieri, delle arti e alla coltivazione del suolo per ovviare al pericolo dello spopolamento del territorio, che in progresso di tempo senza dubbio sarebbe avvenuto, camminando tuttavia le cose — sono parole sue — sul piede presente.
Così si richiama i pessimistici vaticini d'un illustre cittadino, mostrando con legittimo orgoglio come andasssero sperduti. Infatti ben poche città possono vantare un sì straordinario progresso in circa un secolo come può vantarsene Biella. La verità è che sempre, sin dal medio evo, i Biellesi furono dediti all'industria, particolarmente delle lane, ma le calamità sofferte, cui accennammo nelle notizie storiche, ed il mutar dei tempi avevano ridotta in misere condizioni l'operosa popolazione. Vi fu però un risveglio dopo il primo ventennio del sec. xix, sì che nel 1853 un geografo poteva scrivere:
Numerose fabbriche di tela cui alimentano frequenti colti a canapa, fiorenti lanifizi, accreditate cartiere e cento altri rami di industria, come fabbriche di stoffe in seta, in cotone, di calze, calzetti e berretti, occupano gran parte degli abitanti della provincia, e formano l'oggetto d'una vantaggiosa esportazione; gli arredi in legname sono assai bene lavorati e di tenuissimo prezzo». Allora Biella non contava che 8670 ab.: oggi ne conta, come abbiam detto, 25,221. Non hanno perduto il loro tempo i Biellesi!

Fu dopo il 1820 che Pietro Sella introdusse per primo le macchine per la lavorazione automatica della lana e nel 1864 il Biellese era già popolato di 94 lanifici con 2166 telai e 6500 operai. Oggi i lanifici son 140, i telai meccanici 4500, gli operai 15.000. Passano i 100.000 fusi, complessivamente, le sedici grandi e piccole filature di lana pettinata e trenta stabilimenti di maglierie e cotonerie occupano 8000 lavoratori con 4000 telai. Dal 1905 esiste in Vigliano il grandioso stabilimento modernissimo di Pettinatura del cav. Carlo Trossi, e dal 1906 funziona in Biella lo stabilimento per la Condizionatura della lana, che esercita un efficace controllo su le materie prime e sui filati.

All'industria della lana, del cotone e derivati, sono da aggiungere quella della carta — cartiere di Serravalle e di Crevacuore, con 1600 operai complessivamente — i cui inizi risalgono al 1548; quella dei cappelli — che dagli otto opifici di cent'anni fa in Biella è giunta ai venti moderni stabilimenti della Valle di Andorno con sessanta folle e 800 operai, e dai 32000 cappelli annui d'allora è pervenuta al mezzo milione de' tempi nostri —; quella del cuoio, con quattro fabbriche e 300 operai; quella del ferro, anch'essa iniziatasi in tempi vetusti, con le grandiose officine di Netro, già G. B. Rubino, vincitore della gara mondiale per il cannone tipo Deport, e con lo Stabilimento Meccanico Biellese formatosi nel 1901, di modo che l'industria metallurgica occupa un migliaio d'operai; quella per la lavorazione della pietra, dei legnami, dei metalli preziosi, del sediame ordinario e delle sedie di stile — specialità di Cossila — quella dell'avicoltura — Società Avicola Biellese cui l'antico castello di Gaglianico è splendida sede, e che in Italia è la sola che possa stare in lizza con le più progredite case estere.

Conta insomma il Biellese non meno di 370 stabilimenti industriali e di 30.000 operai, sopra una popolazione di 156.732 anime (circondario). Ed è tutta ricchezza, questa, ed agiatezza e benessere della contrada e della città. Ben si può dunque applicare a tutto il territorio di Biella ciò che il Deabate canta per Sordevolo:

O di forti operose annuo industri
Provvido borgo, o suol di milionari!

L'industria idroterapica.

1925 stabilimento idroterapicoSe fosse lecito usare termini da ciarlatani, si potrebbe scrivere: volete la ricchezza? Andate nel Biellese, dove ogni industria può procurarvela: Volete là salute? Andate nel Biellese dove l'aria pura, sempre asciutta, trasparente e sottile e la mitezza dei calori estivi favorirà il vostro organismo, e la cura idroterapica, nella quale i Biellesi furono maestri all'Italia, risanerà e rafforzerà la vostra fibra. L'idroterapia: ecco un'altà magnifica e benefica industria, nella quale nessun altro popolo d'Italia ha saputo affermarsi con pari abilità. Iniziatore, o meglio, importatore dell'idroterapia nel Biellese, anzi in Italia, fu il dott. Giuseppe Guelpa, che nel 1850, in un rustico fabbricato sito in montagna, poco lungi dal Santuario d'Oropa, fondava il primo, rudimentale, stabilimento idroterapico sul tipo di quello di Graeffenberg, in Germania, dov'era stato a studiare. Così egli trapiantava in Italia il metodo della idroterapia, geniale, ma empirico [...] . per cui il paziente doveva sottoporsi a dei procedimenti terapeutici che anche nell'applicazione, oltre che negli eccessi delle acque gelide e scroscianti dall'alto con forza torrenziale, risentivano più della tortura che della cura. Con metodi più umani e più evoluti, o meglio, con maggiore studio scientifico e meno empirismo, la idroterapia venne poi perfezionandosi a traverso gli stabilimenti successivamente aperti a Cossila e ad Andorno dai dottori Vinea e Corte. Quando entrò nell'arringo il dott. De Bernardi con lo stabilimento impiantato nel patrizio palazzo dei Lamarmora a Biella-Piazzo. Dopo il 1880 un quinto istituto del genere sorgeva nel grande albergo di Andorno, già eretto per cure climatiche, e s'impiantavano in appresso quello di Graglia e quello detto « La Salute » di Andorno, che la famiglia Corte aperse nel suo palazzo e pose sotto la direzione dell'illustre prof. Morselli. Essendosi poi chiusi i due stabilimenti di Biella-Piazzo e del palazzo Corte, ne restarono cinque, oggi attivissimi: due ad Andorno, uno a Cossila, uno a Graglia ed uno ad Oropa, tutti rimodernati, ampliati, arricchiti di quanto si può desiderare per l'efficacia della cura e gli agi della vita. Agli stabilimenti idroterapici biellesi dettero la loro sapiente attività, ed in essi si vennero formando insigni nostri scienziati, quali il Morselli, già ricordato, il Bozzolo, il Pescarolo, il Livierato, il Baduel, il Negro, il Battistini, il Fornaca, il Medea, il Personali, il Pierallini, il Tecchio. La idroterapia, fra gl'incanti dei boschi verdissimi, delle acque correnti, dei Santuari candidi: ecco un'altra potentissima attrattiva, ecco un'altra gloria dell'imparreggiabile Biellese



Curiosità da libri biellesi antichi, da un'idea di Ferruccio Bocchio - pagina realizzata da Roberto Moretto il 05 agosto 2010

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