Indicazioni su mostre d'arte, non solo biellesi, visitabili con una gita di un giorno, proposte da Maria Teresa Molineris.
Sant'Orso. Aosta. La neve, il freddo, la suggestiva "Messa degli artigiani", le danze in costume, le bande dei paesi, il brodo caldo e il vin brulè offerti davanti alla Basilica del Santo e la grandiosa esposizione di oggetti in legno e di opere d'arte lungo tutta la via che, dall' Arco di Augusto, passando sotto le imponenti Porte Romane, attraversa l'intera città.
Una tradizione sempre bella e affascinante, e soprattutto un' occasione per toccare con mano l'inesauribile forza della fantasia creatrice che di anno in anno sollecita e guida artigiani, sempre più veri "artisti", a realizzare le loro sculture in legno.
Su ceppi vigorosi, sulle radici, sui tronchi degli alberi, quasi sempre vecchi castagni o noci: e il gioco d'arte si sviluppa e cresce. Pastori, animali, scene di vita agreste, di vita popolare, scene a carattere storico, religioso, guerrieri e Santi. Ci sono proprio tutti, ogni anno con una veste nuova.
E come ogni anno, nella piccola chiesa di San Lorenzo, sconsacrata e adibita ad esposizioni d'arte, la presentazione particolare dei lavori di un singolo artista.
Quest'anno è protagonista con le sue sculture in legno Guglielmo Pramotton, un bravo artista che vive e lavora a Donnaz e partecipa alla Fiera di Sant'Orso dal 1974, ottenendo riconoscimenti e consensi.
Vivaci e intriganti, le sue opere,in cui sono privilegiati gli insiemi, di persone o di animali dei pascoli della Valle, offrono una visione intensa, ma anche sottilmente ironica di " Storia e storie", come recita il titolo della rassegna.
I pastori, la gente di montagna, i monaci "assorti a intonare un canto", i Santi della devozione popolare, le processioni gravi e solenni dei paesi, le grandi ceste d'uva e i covoni di grano, il lento dipanarsi dei ricami dalle mani di donne curve al lavoro: sono i motivi forti e gentili della sua arte.
E' un narrare corposo, che raccoglie nel vigore del segno, l'intensità con cui l'artista sceglie e vive le sue storie.
La mostra è curata da Daria Jorioz che è anche autrice del catalogo edito da Musumeci, Quart (AO) in cui compare anche un testo di Giuseppe De Rita.