"Gesù. Il corpo, il volto nell'arte".
Venaria Reale. Scuderie Juvarriane della Reggia.
A cura di Timothy Verdon.
1 aprile -30 agosto 2010.
Catalogo Silvana Editoriale.
Orari: da martedì a venerdì 9-18,30. Sabato: 9-21,30. Domenica 9-20.
Ultimi ingressi: un' ora prima della chiusura.

Nel tempo dell'Ostensione della Sindone a Torino, è stata allestita nella Reggia Sabauda di Venaria Reale , un splendida mostra dedicata al corpo e al volto di Gesù nell'arte.
Inaugurate da qualche mese, le superbe "Citroniere" della Reggia, ampie, luminose ed eleganti, con gli postucchi ricostruiti, le pareti candide, le immense vetrate e i trompe l'oeil completamente ripristinati, fanno da anticamera al grande evento espositivo con un fitto bosco di ulivi e una simbolica collocazione di palme che introducono alla prima stanza della mostra, costruita quasi come l'aula di una chiesa, da cui prende inizio il percorso.
Qui, il primo incontro è con il corpo di Gesù deposto dalla Croce, simbolo del sacrificio con cui è stata redenta l'umanità, nel vigoroso dipinto di Ludovico Carracci, accanto alla splendida scultura di Donatello che ritrae Abramo pronto a sacrificare a Dio il figlio Isacco. Di fronte un maestoso Gesù, di Bernardino Campi , in cui il calice allude al sangue sparso per la salvezza dell'umanità, affiancato da una pala d'altare di Mariotto di Cristofano, in cui le citazioni teologiche del Corpo di Cristo, si fanno più esplicite per una diretta comunicazione al credente del forte messaggio di fede e di salvezza, legato alla corporeità del Figlio di Dio.
Tutto intorno, in alto, le parole che riprendono il mistero dell'Incarnazione,volute dal curatore della mostra Timothy Verdon in diverse lingue, per ricordare la comune matrice cristiana della civiltà europea.
Comincia così il fittissimo discorso teologico che Timothy Verdon, eccezionale maestro di arte e di cultura cristiana,direttore dell'Ufficio Diocesano per la Catechesi attraverso l'Arte, di Firenze, ha intessuto come supporto all'intera esposizione che vede allineati, grazie a prestiti straordinari, magnifici capolavori che vanno dall'epoca paleocristiana al periodo del manierismo e del barocco, epoca della costruzione della Reggia di Venaria.
Splendide pale d'altare, dipinti legati alla committenza religiosa, pubblica e privata, sculture in marmo, legno , avorio e terracotta, opere di oreficeria, codici miniati, arazzi, sono la ricchissima messe di capolavori in mostra ai quali è affidato il compito di indurre alla riflessione sulla "corporeità" del Cristo, quale si evince dalla lettura stessa della Sindone .
"Per riportare l'arte sacra alla sua dimensione reale", ha detto Timothy Verdon, che era quella di comunicare a tutti, in modo visivo, con immediatezza, le verità religiose.
Un'arte che, con la celebrazione del sacro, voleva indurre il credente a meglio conoscere la grandezza del messaggio cristiano e dei suoi valori, del sacrifico di Gesù, ma anche della risposta di fede dell'uomo, che in Cristo ha potuto attingere alla santità e ai miracoli.
09_vaticano_bellini_284Non si tema comunque la funzione didascalica: Timothy Verdon è un raffinato conoscitore d'arte e la sua proposta a chi ricerca la grandezza di autentici capolavori, è di carattere decisamente superiore. "Un evento dal taglio antropologico, piuttosto che confessionale" ha definito la mostra, insistendo sulla "corporeità" di Gesù come testimonianza della sua umanità integrale. Nel titolo è stato infatti preferito il nome personale : Gesù, al titolo messianico "Cristo", per insistere sulla dimensione reale della "persona":
Prestiti eccezionali, si è detto, accordati da importanti strutture private, chiese e musei tra i quali, i Vaticani, gli Uffizi, e alcuni dei più prestigiosi musei di Firenze.
Donatello, van der Weyden, Bellini, Memling, Michelangelo, Mantegna, Giorgione, Veronese, Guercino, Rubens, Tintoretto, sono soltanto alcuni dei grandi nomi presenti.
Spesso il confronto viene acceso fra l' arte colta e raffinata dei grandi maestri con espressioni dell' arte popolare, come le statue dei sacri monti. Tra queste ultime una quasi "reliquia": un statua in legno che aveva preceduto quella in terracotta del sacro monte di Varallo, o un'intera composizione "Compianto sul Cristo morto" proveniente dalla chiesa di Quarona. Di indicibile bellezza anche i diversi Crocefissi provenienti da antiche chiese.
Superbo fra tutte le opere esposte, è in ogni caso il "Crocefisso", opera giovanile di Michelangelo, nel cui volto già si ravvisano i lineamenti del dolcissimo Cristo della Pietà di Roma. Indimenticabile, tra le tante opere, infine l'intensissima "Maddalena" del Guercino, dove l'amore umano e il dolore si fondono in un'immagine di inarrivabile bellezza e straordinario vigore.

 

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Maria Tesera Molineris

Insegnante di scuola superiore. Laurea in Filosofia. Laurea in Lettere con tesi in Estetica. Giornalista pubblicista. Appassionata d'arte e critico. Ha collaborato e collabora con testate nazionali e locali. Ha curato per il bisettimanale "il Biellese" le rubriche "Specchio", "Parole, parole, parole" e dal 1990 la rubrica d'arte "Grandi mostre" alla quale è stata abbinata dal 1993 la rubrica "Artenotizie". Con il fotografo Gianfranco Bini ha scritto "Il cuore del monte", un volume sul Santuario di Oropa, edito da "Lassù gli ultimi".
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