Indicazioni su mostre d'arte, non solo biellesi, visitabili con una gita di un giorno, proposte da Maria Teresa Molineris.
Per chi ama l’arte una grande mostra a Milano, nelle sale espositive di Palazzo Reale: un’ importante rassegna dedicata al pittore Pietro Paolo Rubens (Siegen 1577 – Anversa 1640).
Grandioso e solenne l’allestimento per dipinti di grandi dimensioni che raffigurano imponenti figure umane: dalle donne, giunoniche e maestose come la bellissima “Susanna e i vecchioni”della Galleria Borghese di Roma, o quella della “Galleria Sabauda” di Torino, fino agli eroi della mitologia come il corposo Ercole di “dopo l’uccisione dell’Idra” di Palazzo Pitti, o scenografici ritratti, come quello di “Giovanni Carlo Doria” della Galleria Nazionale di Palazzo Spinola a Genova. Fino al superbo “Cristo risorto” dall’imponente fisicità, della Galleria Palatina di Palazzo Pitti ,in Firenze.
La mostra, che è curata da Anna Lo Bianco, affiancata da un comitato scientifico internazionale, vuole presentare non soltanto la grandezza di un pittore che è sicuramente tra i maggiori esponenti dell’arte del Seicento, ma intende evidenziare anche la particolare influenza che egli ebbe su tutta l’arte del secolo.
Se tra i maestri di Rubens, che lavorò molto in Italia a Genova, Mantova e Venezia, si possono segnalare Tintoretto e Correggio, tra i grandi pittori protagonisti del Barocco che subirono invece l’influenza di Rubens, si possono annoverare Pietro da Cortona, Bernini, Lanfranco e Luca Giordano.
L’amore per la cultura italiana del Rinascimento che aveva spinto Rubens a scendere in Italia, ed era rimasto per sempre la fonte ispiratrice del suo operare, diventerà poi, come la mostra intende sottolineare, attraverso i suoi molti capolavori, la guida artistica per i nuovi, futuri esponenti del nascente Barocco.
E’ lo spazio che il percorso espositivo dedica alle opere di alcuni di essi, come la grandiosa “Allegoria della pace” di Luca Giordano, della Galleria di Palazzo Spinola di Genova, a completare il discorso.
Nell’itinerario dell’esposizione si incontrano anche capolavori di scultura dell’antichità classica che fanno parte di quella “lezione” d’arte da cui Rubens aveva tratto ispirazione, come ad esempio la gentile “Afrodite al bagno con Eros” del Museo Archeologico di Napoli, o l’elegante “Statua di ninfa seduta” del II sec. D.C. degli Uffizi. Immancabile poi, e non inatteso, il calco del “Torso del Belvedere” dei Musei Vaticani, già molto caro a Michelangelo.
Un trionfo di bellezza, in cui è possibile ravvisare appieno la grandiosa dimensione artistica dell’arte di Rubens, che in questo caso potrebbe equivalere alla più preziosa lettura dei futuri canoni artistici del Barocco, rimane il grande capolavoro “La scoperta di Erittonio fanciullo” del Palazzo del Liechtenstein di Vienna, dove la femminilità “esplode” in tutta la sua dirompente grazia , accostata , poi, quasi in un sommesso confronto di straordinaria abilità pittorica, con gli aspetti diversi dell’età mulibre.
Un piccolo capolavoro, che merita un momento di osservazione particolare, è poi il delizioso “Ritratto della figlia Clara Serena”, sempre del Palazzo del Liechtenstein, in cui è già leggibile la genialità dell’arte di Rubens.