Quando l'arte racconta...
ARTE .STORIA. FEDE. Torino, Palazzo Madama, settore espositivo, Piano nobile.

 

chiesa_corpus_domini_torino_400Una bella storia aggrappata a celebri luoghi torinesi, narrata da due dipinti collocati rispettivamente nella sala espositiva di Palazzo Madama, Piano Nobile e, in modo provvisorio, nella Reggia di Venaria Reale , tra le opere della mostra: "I quadri del Re".

Si tratta della narrazione pittorica di un grande miracolo avvenuto in Torino nel 1453, esattamente nella via che da Palazzo Madama conduce a Palazzo di Città, sede del Comune , dove oggi anche una lapide ricorda l'evento.

Percorsi circa duecento metri da Piazza Castello, in via Palazzo di Città, si trova una chiesa molto famosa: la Basilica del Corpus Domini.

Sorge sul luogo in cui è avvenuto il miracolo: di cui si narra la storia.

" In alta Valsusa, presso Exilles, le truppe del Duca d'Angiò lottarono contro la milizia del Duca Ludovico di Savoia. Qui i soldati si abbandonarono al saccheggio delle case ed entrarono anche in Chiesa. Uno di essi forzò la porta del tabernacolo e rubò l'ostensorio con l'Ostia Consacrata. Mise tutta la refurtiva in un sacco e, sul dorso di un mulo, passando per Susa e Rivoli, giunse a Torino.

Nella Piazza Maggiore, vicino alla chiesa di San Silvestro (che ora non esiste più), nel luogo in cui ora sorge la Chiesa del Corpus Domini, il mulo si chinò a terra e non volle più rialzarsi.

Allora si aprì il sacco e l'ostensorio con l'Ostia Consacrata si levò in alto, fin sopra le case, tra lo stupore della gente. Fra gli spettatori c'era un sacerdote don Bartolomeo Coccono che corse a darne notizia al Vescovo, Lodovico dei Marchesi di Romagnano.

Questi accorse con un corteo di clero e popolo e si prostrò in adorazione pregando con le parole dei discepoli di Emmaus "Rimani con noi o Signore".

E qui si verificò un secondo miracolo: l'ostensorio cadde a terra, lasciando libera l'Ostia che brillò in alto come un secondo sole. Il Vescovo, che teneva in mano un calice lo levò in alto e l'Ostia Consacrata cominciò ad abbassarsi lentamente e andò a posarsi nel calice.

Il Vescovo in processione la riportò nella chiesa cattedrale, ringraziando e benedicendo Dio. Il che valse a Torino il titolo di "Città del Santissimo Sacramento".

imageschiesa_corpus_domini_torinoQuesto miracolo viene illustrato dai due grandi dipinti di Pietro Domenico Olivero, donati dall'avvocato Giambattista Boasso alla Chiesa del Corpus Domini e depositati al Museo Civico torinese, In essi l'artista ha rappresentato i due distinti momenti dell'evento.

Oggi, nella Chiesa del Corpus Domini, in un altare laterale, c'è una grande statua di San Giuseppe Cottolengo, inginocchiato davanti a un'immagine della Madonna, presso la quale il grande Santo piemontese della Carità, si recava spesso a pregare.

La notizie lasciate in fondo alla chiesa e tradotte in più lingue, dicono che anche il Beato Sebastiano Valfrè, oratoriano dei Padri Filippini di Torino, a cui la città di Biella ha dedicato una via, si recava spesso in questa chiesa per meditare e pregare. Come san Giuseppe Marello, vescovo di Acqui, fondatore della Congregazione degli Oblati di San Giuseppe, che sostava spesso in questo luogo in preghiera. E così molti altri.

Una continua presenza di Santi quindi, a confermare l' importanza di questa chiesa che ricorda, sul luogo dove avvenne lo straordinario miracolo, la presenza reale e continua di Gesù fra noi nell'Eucarestia.



Maria Tesera Molineris

Insegnante di scuola superiore. Laurea in Filosofia. Laurea in Lettere con tesi in Estetica. Giornalista pubblicista. Appassionata d'arte e critico. Ha collaborato e collabora con testate nazionali e locali. Ha curato per il bisettimanale "il Biellese" le rubriche "Specchio", "Parole, parole, parole" e dal 1990 la rubrica d'arte "Grandi mostre" alla quale è stata abbinata dal 1993 la rubrica "Artenotizie". Con il fotografo Gianfranco Bini ha scritto "Il cuore del monte", un volume sul Santuario di Oropa, edito da "Lassù gli ultimi".
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