“molecules”, Mostra personale di Ezio Ferrari.
Villa Schneider. Biella. 11 aprile- 26 aprile 2009.
Orari: tutti i giorni  15-18.

Ritorno alla grande per il pittore biellese Ezio Ferrari che presenta  una bellissima serie dei suoi  lavori nella mostra personale:  “molecules”, allestita a Villa Schneider ,in Biella, nell’ambito del Programma  “Artisti in Villa”
Ezio Ferrari è nato a  Biella,  città in cui  ha trascorso gli anni giovanili ,tra via Roccavilla e  Piazza   Martiri della Libertà, dove suo padre aveva un negozio di giocattoli.
Appassionato d’arte, si è dedicato fin da ragazzo alla pittura e al disegno.  Da diversi anni si è trasferito in Belgio , a Bruxelles , città in cui ha  compiuto studi  artistici presso l’Accademia Reale , dove ha aperto il suo atelier,  e dove attualmente vive e lavora, con al suo attivo un nutrito numero di mostre personali e partecipazioni a collettive , anche in molte  altre città straniere.
molecules_400A Biella è tornato con   “molecules”, una mostra apprezzatissima che mette in rilievo  i grandi passi da lui compiuti nel cammino dell’arte , confermati da un rigore esecutivo che attesta la classe raggiunta e la qualità.
“Ho scelto come titolo “molecules”, dice Ezio Ferraris, perché la molecola è la parte più piccola della materia che però racchiude in sé tutto l’universo”.
 E “molecole” sia, per quei suoi piccoli, disegni, frammenti eppure  “interi” di una realtà che emerge,   quasi dal sogno, dalla luce di un infinito latente, o da un buio cosmico , con la lievità di un passo di danza, e la grazia soave di una visione. Accostabili per molti aspetti  ai tratti neri dell’antica pittura giapponese, i suoi dipinti possono apparire quasi ideogrammi, in una composizione –dialogo  in cui appaiono come multipli , come tasselli di un’immagine che , seguendo un altrove, sembra raggiungere un segno  vitale di completezza.
Sono figure femminili stilizzate, ballerine che danzano, personaggi che guardano in alto, in attesa, sulla scena di un infinito teatro a cui  il rigore del bianco e nero accresce immaterialità e mistero.
Molecole di un’umanità lasciata al sogno, alla dimensione  incerta e fluttuante di una realtà sospesa, che allude a bagliori di intuizione, alla staticità del momento e dell’attesa, attimo,  nel divenire e nel complesso fluire del tempo.
Immaterialità, ancora, nella ricerca di un archè nascosto e infinito che solo  a tratti lascia apparire bagliori del suo mistero.
“Parti di storia da raccontare- dice- una di seguito all’altra, come molecole, che vanno a formare una storia più grande”.



Maria Tesera Molineris

Insegnante di scuola superiore. Laurea in Filosofia. Laurea in Lettere con tesi in Estetica. Giornalista pubblicista. Appassionata d'arte e critico. Ha collaborato e collabora con testate nazionali e locali. Ha curato per il bisettimanale "il Biellese" le rubriche "Specchio", "Parole, parole, parole" e dal 1990 la rubrica d'arte "Grandi mostre" alla quale è stata abbinata dal 1993 la rubrica "Artenotizie". Con il fotografo Gianfranco Bini ha scritto "Il cuore del monte", un volume sul Santuario di Oropa, edito da "Lassù gli ultimi".
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