Indicazioni su mostre d'arte, non solo biellesi, visitabili con una gita di un giorno, proposte da Maria Teresa Molineris.
“SEGANTINI. RITORNO A MILANO” .
MILANO. PALAZZO REALE. 18 settembre 2014 - 18 gennaio 2015.
A cura di Annie-Paule Quinsac e Diana Segantini. Catalogo Skira.
Orari: lunedì 14,30- 19,30. Mart. merc. ven. dom. 9,39-19,30. Giov. sab. 9,30-22,30.
Una grande mostra. Un prezioso catalogo da conservare tra i libri buoni. Un’ atmosfera di particolare serenità e finezza. E’ la grande mostra che la Città di Milano dedica a uno dei più noti pittori dell’Ottocento: Giovanni Segantini(1858-1899).
“Ritorno a Milano” recita il sottotitolo della rassegna per ricordare la lunga presenza di Segantini nel Capoluogo lombardo in cui aveva frequentato anche l’Accademia di Belle Arti di Brera.
Ma la mostra è in realtà un ritorno alla bella pittura e alle cose tenere e gentili della società agreste del tempo: i paesaggi di montagna, i pastori con le loro greggi, le antiche chiese che , come scriveva Giovanni Pascoli, “erbose hanno le soglie” e all’inizio della primavera “sono visitate dal vento”.
C’è tutto Segantini nelle 140 opere esposte che documentano i diversi aspetti del suo cammino, sfociato dalla pittura accademica, ai modi della scapigliatura, alle suggestioni del verismo, alle magiche elaborazioni del Simbolismo.
Un ritorno alla quiete dei sogni che la svolta innovativa del Novecento ha radicalmente superato e portato via.
Il Futurismo, la macchina, l’elettricità, l’industria , la velocità hanno cancellato quel piccolo mondo agreste e pastorale che riempiva il cuore dei poeti e le composizioni dei pittori.
La mostra di Segantini, con le sue opere piene di poesia e bellezza, riporta alla mente una stagione artistica che ha conosciuto forti passioni e grandi maestri.
Giovanni Segantini è sicuramente uno di questi, sia per le intuizioni compositive dei suoi dipinti, sia per le innovazioni legate alle tecniche pittoriche: il divisionismo, in primo luogo, in cui seppe eccellere creando veri capolavori.
In mostra alcuni dei più famosi, come ad esempio “ Mezzogiorno sulle Alpi”, scelto come logo della mostra; il luminoso, scenografico dipinto “ Raffigurazione della Primavera”; il tenero, emozionante “Le due madri”.
Uno spazio particolare è riservato al grandioso “Alla stanga” in cui Segantini offre alla montagna, da lui tanto amata nei suoi aspetti più calmi e idilliaci di civiltà agreste, una celebrazione di spessore monumentale.
Nella dettagliata analisi che la curatrice della mostra Annie-Paule Quinsac fa della vita, dell’opera e della personalità di Segantini, viene sottolineata infatti, dopo l’esperienza milanese, l’importanza che ebbe nella sua produzione artistica, il trasferimento nelle montagne dell’ Engadina, “ uno degli ultimi incontaminati paradisi naturalistici”.
Fino al simbolismo di cui è in mostra il bellissimo “L’angelo della vita”.
La mostra è suddivisa in diversi settori che analizzano e illustrano a tutto campo l’arte e la produzione artistica di Segantini: Gli esordi. L’evoluzione del ritratto. Il vero ripensato:la natura morta. Natura e vita dei campi. Natura e simbolo. La maternità. Fonti letterarie e illustrazioni. Il trittico.
Il tutto in un allestimento agile e sciolto, dovuto all’architetto Corrado Anselmi, che rende facile e gradevole la contemplazione delle opere.