Indicazioni su mostre d'arte, non solo biellesi, visitabili con una gita di un giorno, proposte da Maria Teresa Molineris.
POMPEO BATONI 1708-1787. L’EUROPA DELLE CORTI E IL GRAND TOUR .
Lucca. Palazzo Ducale.
6 dicembre 2008 – 29 marzo 2009.
Coordinamento scientifico Maria Teresa Filieri.
Catalogo a cura di Liliana Barroero e Fernando Mazzocca, per Silvana Editoriale.
Orari: da martedì a domenica 10-19. Chiuso il lunedì.
Se amate l’arte, la grande arte, a Lucca, nella prestigiosa sede di Palazzo Ducale c’è una mostra assolutamente da non perdere. E’ la mostra dedicata alle opere di Pompeo Batoni ( Lucca 1708 – Roma 1787).
Una vera mostra-evento, che si può visitare per accrescere le conoscenze critico artistiche, per studiare, ma soprattutto per godere della bellezza sublime e dell’arte inarrivabile e dolcissima di un artista davvero grande.
Ammirato e amato da scultori come Antonio Canova, da studiosi eccelsi come Winckelmann, osannato e ricercato da principi e imperatori del suo tempo, fra cui la grande Maria Teresa d’Austria, che gli affidavano la committenza dei ritratti, ricercato da potenti ecclesiastici che lo incaricavano di grandi opere per importanti chiese: Pompeo Batoni è stato il vero idolo di un secolo che si è rivelato davvero magico per la ricerca della bellezza nell’arte, in tutte le sue forme: il Settecento.
Conosciuto e stimato più all’estero che in patria, Pompeo Batoni , dopo le grandi mostre a lui dedicate al Museum of Fine Arts di Huston , e alla National Gallery di Londra, torna oggi in Italia , riproposto nella dimensione di una vera, preziosa riscoperta.
La mostra di Lucca, infatti, sua città natale, lo fa conoscere sotto tutti gli aspetti della sua multiforme arte: come pittore, incisore, disegnatore. I capolavori in mostra illustrano gli aspetti principali del suo impegno: il settore dell’arte sacra, ispirata ai grandi temi della religione cristiana, quello dell’arte profana con i grandi dipinti ispirati alle divinità classiche e a celebri temi mitologici, quello della ritrattistica con i magnifici ritratti di principi , re, e personaggi importanti del suo tempo.
Ciò che più incanta nelle opere di Pompeo Batoni è l’estrema raffinatezza del gusto, la bellezza sublime di una pittura che sa raggiungere le vette nell’espressione dei moti dell’anima, delle passioni, dell’estasi mistica, dei sentimenti. Ma anche nella bellezza scultorea dei corpi.
Delicatissime e sublimi, le sue Madonne con il Bambino, sono quanto di più tenero si possa immaginare. La bellezza di Apollo e delle muse dell’antichità classica tocca anche in questo caso vertici di grazia e di raffinatezza. Lo stesso dicasi dei grandi , imponenti ritratti di cardinali, principi e sovrani. Sfarzosi, questi ultimi, altamente scenografici, perfetti nei dettagli, resi splendidi nella profusione di colori accesi di alta luminosità.La stupenda Madonna con il Bambino della “Sacra Famiglia”, della Pinacoteca Capitolina; il mirabile gruppo di personaggi di “Apollo, la Musica e la Geometria” e de “L’allegoria delle arti”, dello Stadel Museum di Francoforte; il bellissimo “San Giovanni evangelista” della Iliffe Collection; il maestoso e scenografico ritratto di “Abbondio Rezzonico senatore di Roma”, sono alcuni esempi di un’arte davvero inarrivabile.
Leggiadria, leggerezza, mai leziosità: l’arte di Pompeo Batoni sa unire dolcezza e forza in composizioni che affascinano per l’eleganza e l’equilibrio della scena, per l’indiscussa bellezza dei volti e dei corpi, sia nelle immagini a carattere religioso, sia, soprattutto, nelle splendide scene di carattere mitologico. Stessa eleganza che caratterizza i molti ritratti, anche quelli detti del Gran Tour,che si distinguono nella sua produzione perché eseguiti per nobili, specialmente inglesi, che volevano essere ricordati, attraverso citazioni di monumenti della classicità romana, per il loro “viaggio in Italia”, allora un evento irrinunciabile e di prima grandezza per le classi nobiliari e colte.
Una curiosità: è di Pompeo Batoni anche una delle immagini devozionali più celebri e diffuse del “Sacro Cuore di Gesù”, il cui originale (1767) si trova a Roma, nella Chiesa del Gesù.