Le chiese romaniche del Piemonte: mostre d'arte a cielo aperto.
Chiesa romanica di San Secondo- XI secolo.
A Cortazzone, in provincia di Asti.
Possibilità di visita: chiedere le chiavi nell'ultima casa, a termine salita.
Guida scritta a cura di Giovanna Gandolfo Fex.

"Signore, facciamo tre tende, una per Te, una per Mosè, una per.. ." Era la "trasfigurazione" evangelica sul Monte Tabor.
chiesa_romanica_di_san_secondo_di_cortazzone_400Uno stordimento che ti scardina dalla realtà. Una felicità piena e indicibile, che placa ogni tumulto del cuore e ti lascia nella più assoluta, inesprimibile quiete.
Il luogo era deserto. In cima al colle, davanti a un grande prato in cui appena germogliavano fra l'erba, ancora bruciata dal gelo i primi timidissimi fiori che annunciano la primavera, ecco la piccola chiesa. Il soffio del vento, leggerissimo, tra i rami nudi e le foglie disseccate passava nell'aria serena con un lieve fruscio d'argento.
E' un luogo pieno di malia, pensavo. Un luogo di particolare rilievo, diceva un amico architetto, ricordando che edifici così importanti , e fondamentalmente così elaborati, non potessero essere costruiti che in luoghi di antica sacralità.
E quindi, perché questa chiesa, in questo luogo? Un cammino di fede? Un punto di riferimento per i pellegrini? Un simbolo di fede cristiana che potesse essere visto anche da lontano, con i suoi molti messaggi teologici e religiosi? In ogni caso il messaggio della fede affidato al linguaggio dell'arte.
E' la chiesa di San Secondo, edificio romanico del secolo XI, a Cortazzone, in provincia di Asti.
Uno dei tesori del vecchio Piemonte dei castelli, delle vigne e della nocciola "tonda e gentile" delle Langhe. In cima al colle più alto, a cui guardano circondandolo come una corona, le ridenti colline del Monferrato e dell'Astigiano che si stemprano lontano, all'ultimo orizzonte, con le cime perennemente innevate delle grandi Alpi.
E' una delle chiesa_romanica_di_san_secondo_di_cortazzone3_400più belle chiese del tempo medioevale che narrano sui capitelli all'interno delle basse volte sostenute da robusti pilastri, o nella superficie esterna della parete rivolta ad Ovest, le ragioni della fede cristiana in tempi lontanissimi. Ma anche le speranze e perfino i timori e le paure dei credenti.
Simboli e segni di una fede che, nel disegno d'arte, appare primitiva, ma al tempo si rivela raffinata nelle citazioni bibliche ed evangeliche che hanno avuto in ambito medioevale la loro trasposizione nelle figure d'arte.
Anche in San Secondo di Cortazzone c'è tutto il "bestiario" medioevale, un inventario di immagini, spesso di esseri sconosciuti e addirittura mostruosi, che simboleggiano il peccato, la vittoria della Grazia di Dio, la speranza, e quindi la vita, la morte, la nascita, il sorgere del sole come luce dell'Oriente , luce della fede cristiana, splendore di Dio.
chiesa_romanica_di_san_secondo_di_cortazzone2_400La facciata è semplice ed elegante, in pietra e mattone, con gli archetti che profilano la parte del tetto a capanna e la parte elevata in mattoni, culminante con un breve campanile centrale che ricorda i modi delle chiese lombarde.
Le graziosissime absidi, anche in questo caso ornate di archetti e sculture, completano la costruzione. La parete a sud è ricca di immagini: ricami leggeri come pizzi, con intrecci dal disegno elaboratissimo, frammisti ad elementi anatomici ai quali è affidata la missione di rievocare la nascita dell'anima nella fede cristiana. E quindi l'interno: a tre navate, diviso in cinque campate da colonne, pilastri alternati , con capitelli scolpiti, sui quali si impostano gli archi. Le volte a vela, il pavimento in piastrelle di cotto, rialzato per il presbiterio da tre gradini.
Nel catino dell'abside, in un affresco, per verità un po' scuro, è raffigurato Cristo in trono. Accanto a Lui, San Secondo e , con il leone accanto, stando agli esiti di studi recenti, San Girolamo, autore della "Vulgata", la traduzione del Vangelo dal greco in lingua latina.
Da visitare, per ricavarne la gioia di un'opera d'arte sorprendente e geniale, vigorosa e al tempo stesso estremamente gentile.

 

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Maria Tesera Molineris

Insegnante di scuola superiore. Laurea in Filosofia. Laurea in Lettere con tesi in Estetica. Giornalista pubblicista. Appassionata d'arte e critico. Ha collaborato e collabora con testate nazionali e locali. Ha curato per il bisettimanale "il Biellese" le rubriche "Specchio", "Parole, parole, parole" e dal 1990 la rubrica d'arte "Grandi mostre" alla quale è stata abbinata dal 1993 la rubrica "Artenotizie". Con il fotografo Gianfranco Bini ha scritto "Il cuore del monte", un volume sul Santuario di Oropa, edito da "Lassù gli ultimi".
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