"Il restauro del complesso di Betlemme".
Arte, religiosità, turismo.
In margine a un Convegno svoltosi il 22 e 23 ottobre 2010.
Cappelle del Sacro Monte di Varallo. Un percorso rinnovato.

varallo04_400Innamorarsi dei Sacri Monti? Si può. Anche perché questi luoghi, oggi quasi tutti riconosciuti "Patrimonio dell'Umanità"per la loro importanza e bellezza, offrono nella vivace presenza di scene e personaggi, un particolare contatto con l'arte in senso lato: dalle forme più semplici di carattere artigianale, alle più raffinate tensioni verso la classicità.
Sono autentici "teatri " di carattere religioso in cui è possibile trovare la forza , la spontaneità della fede e lo slancio popolare, congegnati con la presenza delle più alte concezioni di carattere teologico. Si può trovare l'immediatezza dell'espressività del popolo con la decisa ricerca e attuazione di una forma di arte decisamente superiore.
Il Piemonte è la regione italiana che annovera il maggior numero di Sacri Monti, a partire dal "capostipite" e ispiratore di tutti questi luoghi: il Sacro Monte di Varallo, in cui, attraverso una cinquantina di cappelle, viene narrata con statue in grandezza naturale e preziosi affreschi di sfondo, la vita di Gesù, focalizzata intorno ai fatti che caratterizzarono la sua passione e morte.varallo01
Voluto dal beato Bernardino Caimi, un frate francescano che era stato Custode del Santo Sepolcro in Gerusalemme e che, tornato in patria, aveva voluto ricostruire l'immagine dei Luoghi Santi per tutti coloro che non potevano permettersi il viaggio in Palestina, il Sacro Monte di Varallo è il più splendido e completo di questi monumenti.
Realizzato tra la fine del Quattrocento e l'Ottocento, ha visto l'intervento di grandi artisti, come il pittore e scultore Gaudenzio Ferrari, l'architetto Galeazzo Alessi, e successivamente ancora scultori, architetti, pittori quali il Morazzone, Tanzio da Varallo, Giovanni d'Enrico, Melchiorre Gherardini, Dionigi Bossola, Benedetto Alfieri.
Le Cappelle del complesso di Betlemme, le numero 5, 6, 7, 8 del percorso, fanno parte del nucleo più antico del Sacro Monte di Varallo. Contengono affreschi e statue opera del grande Gaudenzio Ferrari e narrano rispettivamente: L'arrivo dei Magi, La Natività, L'adorazione dei pastori, e La presentazione al tempio.
varallo02_400Sono particolarmente suggestive perché scenograficamente ricche e ben articolate, essendo state ideate come scene unitarie con figure in parte dipinte e in parte scolpite, ma soprattutto perché, dipinti e statue sono segnati dai modi raffinati e varallo03gentili di Gaudenzio Ferrari.
Restaurate in tre anni di lavori eseguiti dal 2007 al 2010, con i finanziamenti della Compagnia di San Paolo e della Regione Piemonte, queste cappelle sono ritornate alla loro primitiva bellezza, con gli affreschi degli sfondi resi leggibili e i personaggi restituiti alle originarie cromie cinquecentesche. Tutti gli spazi, riaperti secondo le strutture d'origine, offrono un'intensa e affascinante narrazione degli eventi religiosi che, dall'adorazione dei Magi, giungono alla Presentazione di Gesù al tempio.
Intensi, delicati e particolarmente belli i volti dei personaggi. Ricche e smaglianti le loro vesti. Rinnovata con la ripulitura,la forza e l'incisività del gesto. Sorprendenti in molti casi gli effetti nelle scene raffigurate, come in quella della Natività, in cui, grazie all'abbattimento di un muro, ora si vede la Madonna che porge al visitatore il piccolo Gesù.




Maria Tesera Molineris

Insegnante di scuola superiore. Laurea in Filosofia. Laurea in Lettere con tesi in Estetica. Giornalista pubblicista. Appassionata d'arte e critico. Ha collaborato e collabora con testate nazionali e locali. Ha curato per il bisettimanale "il Biellese" le rubriche "Specchio", "Parole, parole, parole" e dal 1990 la rubrica d'arte "Grandi mostre" alla quale è stata abbinata dal 1993 la rubrica "Artenotizie". Con il fotografo Gianfranco Bini ha scritto "Il cuore del monte", un volume sul Santuario di Oropa, edito da "Lassù gli ultimi".
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