Anche a Milano è di scena l'arte moderna-contemporanea. Un'arte che ha segnato il secolo appena passato, il Novecento, con una totale rivoluzione di gusti, di modi espressivi e soprattutto di contenuti e di significati. Uno dei più eccentrici, dei più estrosi ed importanti protagonisti di questo nuovo corso dell'arte è sicuramente Giacomo Balla, il grande maestro del Futurismo italiano ed europeo, che all'arte nuova ha impresso il segno della sua originalità e creatività. Un'arte gioco - lavoro, un fantasioso, approfondito studio degli elementi che caratterizzano la vita: il movimento, l'energia vitale, il dinamismo, la luce. Balla era così innamorato e convinto della sua ricerca di fisica e di arte da dare alle due figlie, dopo l'adesione al Futurismo, il nome emblematico di Elica e Luce.

Nato a Torino nel 1871, città in cui frequentò dal 1886 al 1888 l'Accademia Albertina di Belle Arti, Giacomo Balla si trasferì successivamente a Roma, città in cui trascorse tutta la sua vita, lavorando fino alla morte avvenuta nel 1958.

A questo grande artista la Città di Milano dedica un'importante e bella mostra che si svolge nelle sale di Palazzo Reale.

Una mostra di ottimo livello, curata da Giovanni Lista, Paolo Baldacci e Livia Velani, studiosi ai quali si deve anche il consistente catalogo ricco di immagini e saggi, pubblicato da Skira.

Con il titolo "Giacomo Balla. La modernità futurista", in un intelligente allestimento dovuto a Daniela Volpi, la mostra propone , attraverso una serie di capolavori di alta qualità, molti dei quali raramente esposti in quanto appartenenti a collezioni private, l'intero percorso creativo di Giacomo Balla, a partire dai dipinti degli inizi, ancora legati alla maniera tradizionale e al gusto dell'epoca, come ad esempio "Fiera a Parigi", "Ritratto all'aperto", il trittico "Affetti" e lo splendido "Ritratto della madre", tutti dei primi anni del '900. Determinante nella sua vita l'incontro con Umberto Boccioni e Gino Severini, che diventeranno suoi allievi, con i quali avvierà poi il discorso sul rinnovamento dell'arte , firmando il Manifesto della pittura Futurista. Nasce qui il vero Balla, aperto agli studi sul movimento e sul dinamismo che lo porteranno alla realizzazione di grandi dipinti in bianco e nero come ad esempio "Velocità astratta del movimento", "Studio di un automobile in corsa", "Dinamismo + dispersione". E anche al noto e gradevole "Bambina che corre sul balcone", in cui in qualche modo si ritrovano echi delle varie proposte artistiche del tempo. I grandi capolavori di Balla saranno infine le coloratissime modulazioni di forme e colori, legate allo studio della luce e del movimento, che costituiscono il corpo principale della sua produzione, firmate spesso "Futur Balla", come "Linee di velocità più forme e rumore", "Velocità astratta", "Il pianeta Mercurio passa davanti al sole nel telescopio" (scelto come logo della mostra e frontespizio del catalogo). Belli poi, per il gioco delle forme e l'elegante armonia cromatica, i grandi lavori come "Linee di velocità" del 1914, "Dinamismo 20 settembre", "Forme grido Viva l'Italia", "Insidie di guerra", "Oscurantismo e progresso", "Pessimismo e ottimismo". O i più diafani "Primavera", "Linee di forza e paesaggio", "Paesaggio e volo di rondini", "Linee forza di mare". . Interessanti infine le sculture, parte di quella speciale e caratteristica modulazione di forme e colori che Balla ha ampiamente saputo applicare agli oggetti della quotidianità. La mostra "Balla. La modernità futurista" rimarrà allestita fino al 2 giugno 2008.



Maria Tesera Molineris

Insegnante di scuola superiore. Laurea in Filosofia. Laurea in Lettere con tesi in Estetica. Giornalista pubblicista. Appassionata d'arte e critico. Ha collaborato e collabora con testate nazionali e locali. Ha curato per il bisettimanale "il Biellese" le rubriche "Specchio", "Parole, parole, parole" e dal 1990 la rubrica d'arte "Grandi mostre" alla quale è stata abbinata dal 1993 la rubrica "Artenotizie". Con il fotografo Gianfranco Bini ha scritto "Il cuore del monte", un volume sul Santuario di Oropa, edito da "Lassù gli ultimi".
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