“TEATRI POSSIBILI. Percorsi visivi simmetrie e affinità. Dall’epoca barocca alla video/art”. 
A cura di Andrea Busto.
Palazzo Ferrero.  Biella 5 aprile- 28 giugno 2009.
Catalogo Silvana Editoriale.
Orari: da martedì a giovedì 15-19. Venerdì 15 – 22. Sabato e domenica 10 – 19.

teatripossibili

Dopo importanti lavori di recupero e di restauro sono state inaugurate a Biella le nuove strutture di Palazzo Ferrero, una tra le storiche dimore nobiliari dell’antico borgo cittadino del Piazzo.
Riportato all’antica dignità e bellezza, e destinato dal Comune ad ospitare mostre ed eventi culturali di rilievo, Palazzo Ferrero viene inaugurato con una prima importante mostra: “Teatri Possibili. Percorsi visivi. Simmetrie e affinità. Dall’epoca barocca alla video-art”.
Il percorso espositivo, curato da Andrea Busto, che è anche l’autore del catalogo (Silvana Editoriale) vuol mettere in luce l’ambiguità del segno, del gesto e perfino dell’ambiente. L’ambiguità del recepire , dell’interpretare, dell’essere stesso, nel senso dell’esistere.
 E’  il “ teatro”, come finzione del vero  in cui si  celebra il vero-simile. Il teatro come possibilità di rivelazione del vero, nel verosimile.
Un itinerario che si snoda per nuclei tematici, unificati nella lettura artistica dal confronto con opere d’arte realizzate da autori tradizionalmente ritenuti  classici ( molte opere sono proprietà del Museo del Territorio)e dipinti di autori del Novecento, intorno ai quali si dipanano le riflessioni modernissime di artisti contemporanei che si esprimono con i nuovi  linguaggi del cinema  e della video art.
Un colloquio che è in realtà un dialogo di similitudine o di contrasto,  suggerito dagli autori scelti per il confronto. Dal dipinto barocco alle visioni d’oggi, realizzate con i mezzi espressivi attuali per portare avanti un discorso che vede come scenari di “teatri possibili” le grandi tematiche dell’esistere di tutti i tempi, rese dalla vita odierna più esasperate e graffianti , anche nella denuncia di una maggiore, comune,  fragilità.
Una “Madonna addolorata” che si asciuga le lacrime, di Gandolfi  e il volto di un essere umano piangente  nella video arte di Bill Viola.  L’integrazione delle culture nel confronto fra il video a colori di Maimouna (le figlie nate da due divesri matrimoni: con un europeo cattolico e  un africano di origine musulmana ) e un disegno a inchiostro di un autore giapponese. I gesti dei soldati in armi ripetuti dagli stessi uomini nudi in una scuola da ballo con cui  il polacco Zmijwski, intende  dimostrare la diversità di sentimenti e la valenza degli atteggiamenti nelle stesse persone, in ambiti diversi. Accostato al pacato dipinto di Salvator Rosa “Lanzichenecchi allo stagno”, un video vorrebbe denunciare l’assurdità dell’odio fra i popoli e della guerra.
Il problema della fame,  nel folle “cubo” di pane del video di Santiago Serra, confrontato con il  grande dipinto di Longoni “ Riflessioni di un affamato”, diventa un’aspra denuncia  contro “una società che spreca denaro  e forze per azioni contro l’uomo, e non si impegna a favore dei deboli”.
L’acqua, come simbolo del sorgere della vita e del mutare di essa, pur nell’immobilismo di un bel volto di donna è, nel video di Marina Abramovic, confrontato con una delle opere ritenute tra i pezzi forti del Museo del Territorio di Biella: “L’épreuve  du sommeil” di Magritte (Collezione Lucci).
Il diverso, ambiguo valore attribuito ai gesti più comuni  è narrato tra le  silenti“Figure” di Sironi e  i temi del comportamento e il potere legati all’identità maschile nel video di Annika Larsson.
Le astrazioni create da immagini in movimento di Tim Sobieski, accanto alla “velocità ricreata” nelle pitture di Balla. E ancora:  accordi di segrete nostalgie nel bel nudo di donna che getta fiori nello specchio delle acque, del dipinto di Luigi Serralunga, accanto ai corpi nudi di bagnanti nelle gelide acque nordiche , del video di Elina Brotherus.
 “La vanità”, come peccato  del mondo d’oggi che esaspera ,anche negli imperativi della moda, una forma di violenza contro il corpo, e segnatamente il corpo della donna che per essere bella si sottopone a pesanti interventi chirurgici. E poi gli aspetti drammatici della vita, nei ricordi del regista Kentridge.
E per finire , il dramma della fragilità umana in un parlare alternato, un non dialogo, fra uomo e donna avviati all’assoluta incapacità di comunicare, mentre affiancato a un innocua “natura morta” di Petrazzi(XVII sec.) con tanto di fiori, ortaggi, salumi e frutta, resta immobile l’immagine  di un tavolo squallido e abbandonato, collocato in una gelida, desolata landa , dove brutali colpi di fucile distruggono , continui  e  inarrestabili, i bicchieri e i vasi di cristallo che vi sono appoggiati .

NOTA  PRATICA. Per i visitatori che volessero raggiungere Biella Piazzo con l’auto nei giorni festivi, si coniglia l’uso del Posteggio (non a pagamento) del Bellone, a metà collina, per evitare multe salatissime, su segnalazioni fatte  al Comune dalle telecamere. Dal posteggio un ascensore conduce nel centro del Borgo storico. che è molto bello  con la sua interessante sequenza di pregevoli edifici antichi  e offre uno spettacolare panorama sulla città di Biella , sulla pianura e sui monti del Biellese.

 



Maria Tesera Molineris

Insegnante di scuola superiore. Laurea in Filosofia. Laurea in Lettere con tesi in Estetica. Giornalista pubblicista. Appassionata d'arte e critico. Ha collaborato e collabora con testate nazionali e locali. Ha curato per il bisettimanale "il Biellese" le rubriche "Specchio", "Parole, parole, parole" e dal 1990 la rubrica d'arte "Grandi mostre" alla quale è stata abbinata dal 1993 la rubrica "Artenotizie". Con il fotografo Gianfranco Bini ha scritto "Il cuore del monte", un volume sul Santuario di Oropa, edito da "Lassù gli ultimi".
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