"1900 - 1961. Arte italiana nelle Collezioni Guggenheim"
a cura di Luca Massimo Barbero.
Arca, Chiesa di San Marco, Vercelli. 24 febbraio - 5 giugno 2011.
Catalogo Giunti. Orari: da lunedì a venerdì 9-19. Sabato e domenica: 10-20.

arca1_400"Quando l'arte è in mano ai poeti" verrebbe da dire al termine della presentazione di una mostra fatta da Luca Massimo Barbero, il critico d'arte che da qualche anno ornai gestisce con indiscutibile accortezza e competenza i rapporti artistici tra la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia e l'Arca di Vercelli.
Un sodalizio felice che ha già offerto al pubblico grandiose occasioni d'arte.arca2
L'ultima in ordine di tempo è la nuova mostra " 1900 - 1961. Arte italiana nelle collezioni Guggenheim " inaugurata in questi giorni. Ancora un evento per la Città di Vercelli che ospita così, in una fattiva continuità di tempo , un eccellente occasione d'arte.
Una mostra "a ritroso", ha suggerito Luca Massimo Barbero, che ha scelto il 1961 come data "omaggio" alle celebrazioni di quest'anno, relative ai festeggiamenti per 150 anni dell'Unità d'Italia.
Una data che consente di approfondire la consistenza del cammino rivoluzionario percorso dall'arte e dalla creatività artistica in oltre mezzo secolo, a partire dal 1961, primo Centenario dell'Unità d'Italia, fino agli inizi del Novecento, segnati dalla nascita del Futurismo.
Un "ritorno" alla matrice antica attraverso le opere dei più grandi maestri italiani del tempo, ben presenti all'attenzione e all'ammirazione dei collezionisti stranieri, americani in particolar modo.
Peggy Guggenheim, l'estrosa miliardaria americana appassionata d'arte, che aveva stabilito la sua dimora in una delle zone più suggestive del Canal Grande a Venezia, dove oggi continua a vivere la sua straordinaria Collezione, ha scelto con indiscutibile accortezza, tra i maggiori artisti del tempo, spesso anche emergenti,i capolavori della sua inestimabile raccolta.
Sono i grandi nomi dell'arte italiana che Peggy ha fatto conoscere anche in America.arca4_400
Luca Massimo Barbero, che ha stretto i legami con la propria terra d'origine, il Piemonte, e l'area dei suoi studi e del suo impegno artistico: Venezia ,ha preparato per l'Arca di Vercelli, un nuovo, bellissimo percorso d'arte, il quarto, a partire dall'indimenticabile prima mostra del 2007, anno di riconversione e apertura del nuovo spazio artistico vercellese ricavato nell'antica chiesa di San Marco.
arca3"A ritroso", quindi, dai forti modi di Afro, a una spettacolare presenza di Burri, con tre magnifiche opere in sacco, plastica e ferro, fino a un grandissimo Capogrossi realizzato per i musei americani. Da un impareggiabile Sironi, con i suoi personaggi fatti monumento sullo sfondo silente di una natura scabra e dilavata, da cui era già passata le lezione di Giotto, alle palpitanti polveri rosee e azzurre delle racchiuse composizioni di Morandi. Ai disperati accenti della pittura frammentata di De Pisis, alla solarità metafisica delle grandi "piazze" di De Chirico, fino al bellissimo "Ritratto di uno studente" di Modigliani, scelto come logo della mostra.
Per arrivare, attraverso le vibrazioni cromatiche di Giacomo Balla, ai dipinti immateriali di Umberto Boccioni, fino a quel suo "volante" personaggio concepito in "Forme uniche della continuità nello spazio" fatto simbolo della nuova via dell'arte. Per concludere con quel al suo grandioso "Materia", che come un'arcaica divinità in trono, sembra indicare a tutti gli artisti, la potenza dirompente del nuovo messaggio.
Accanto a ricordare i primi moti verso le trasformazione, opere del grande Wildt, del fiabesco Previati, e di Medardo Rosso.




Maria Tesera Molineris

Insegnante di scuola superiore. Laurea in Filosofia. Laurea in Lettere con tesi in Estetica. Giornalista pubblicista. Appassionata d'arte e critico. Ha collaborato e collabora con testate nazionali e locali. Ha curato per il bisettimanale "il Biellese" le rubriche "Specchio", "Parole, parole, parole" e dal 1990 la rubrica d'arte "Grandi mostre" alla quale è stata abbinata dal 1993 la rubrica "Artenotizie". Con il fotografo Gianfranco Bini ha scritto "Il cuore del monte", un volume sul Santuario di Oropa, edito da "Lassù gli ultimi".
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