"Nick Edel, selvatici in natura".
Museo del Territorio di Biella. 19 maggio - 24 giugno 2012.
Orari: da giovedì a domenica 10 - 12,30/15,18,30. Catalogo in mostra.

edel4"Selvatica Festival" è una simpatica manifestazione ideata e realizzata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella e da E20progetti, in collaborazione con Banca Simetica, che si svolge in questi giorni in diverse sedi culturali della Città di Biella, a partire dal Museo del Territorio.
Tra le molte sezioni : fotografia, pittura, cinema, didattica in cui "Selvatica Festival" è suddiviso, il settore della pittura presenta una bella mostra di Nick Edel.
Leggere il curriculum di questo multiforme artista significa percorrere una lunghissima storia di importanti realizzazioni, coronate da altrettanti successi.
Il tutto incentrato intorno al grande interesse, una vera radicata passione, di Nick Edel per il mondo degli animali selvatici che egli ha ritratto in un numero sterminato di fotografie, acquerelli, dipinti ad olio, incisioni , disegni e sculture che esaltano una meravigliosa realtà, patrimonio dell'intero pianeta.
Moltissimi sono stati infatti i viaggi e i soggiorni di Nick Edel in terre lontane durante i quali ha potuto ritrarre, con invidiabile perizia e creatività gli animali selvatici nel loro habitat, cogliendoli nella loro trionfale bellezza, vero inno di gioia al creato.
A Nick Edel, artista che vive e lavora a Torino, titolare con la moglie di una prestigiosa Galleria d'Arte in via Barbaroux, presente a Biella per l'allestimento e per l'inaugurazione della mostra, abbiamo chiesto le ragioni di questo suo interesse per il mondo animale:
"Amo gli animali" ha risposto, "ed ho cominciato a disegnarli e a dipingere fin da bambino. Mio padre era un pittore, e così, il nonno, il bisnonno, gli zii. Il fratello di mio nonno era costumista di Giuseppe Verdi. Da generazioni l'arte è di casa nella nostra famiglia".
Nella bella sala che ospita i suoi lavori, questo amore si respira attraverso le numerose opere, tutte di raffinatissima fattura, che presentano superbe e gentili immagini di animali ritratti nella loro più autentica bellezza, in ambienti naturali di grande fascino e respiro. Le Alpi, soprattutto, con le maestose vette, le nevi, i ghiacciai, i grandi boschi con alberi verdissimi e radure.
Nick Edel ha visitato molte nazioni, e zone con paesaggi suggestivi, ma alla domanda "Quale paesaggio preferisce?" risponde senza esitazione: "Le Alpi. Sicuramente le Alpi. Amo le montagne. Sono un alpino. Ho comandato un plotone del gruppo sciatori. Ho vissuto tra le montagne. Ho avuto per diversi anni anche la cura di un grande territorio, occupandomi in particolar modo della fauna".
"Ma sono anche un cacciatore", dice con orgoglio. E sorride, i limpidi occhi chiari, la barba bianca, la dolcezza del linguaggio misurato e della voce.edel2_400
E dalla bellezza degli animali ci si trova improvvisamente a parlare di caccia, l'opposto dell'amore, per la maggior parte della gente. Non per Nick Edel però, antico cavaliere, discendente da una nobile famiglia austriaca, che ci parla della sua concezione della caccia, un mezzo di difesa della vita e degli ambienti naturali nella loro più autentica realtà e bellezza.
"E' la concezione austriaca della caccia. Una concezione agricola che ha il rispetto per la terra. Per gli austriaci "cacciare" non significa brutalmente "uccidere". Significa conoscere e rispettare l'ambiente, conoscere gli animali nella loro realtà: numero delle presenze. stato di salute, esigenze di vita. A volte per assicurare una vita buona agli animali, occorre ridurre il gruppo, in rapporto alle possibilità del territorio. A volte occorre ridurlo per consentirne il miglioramento."
I suoi ricordi legati alla caccia sono innumerevoli e sfociano in episodi curiosi che hanno quasi il sapore della leggenda. "Andavo a caccia in Austria e mi accompagnava un ragazzetto che mi portava gli oggetti. "Dammi questo, gli dicevo, dammi quest'altro, dammi la pipa, cerca questa cosa, ecc." "Ogni tanto gli dicevo: Bevi un po'di questo anche tu e gli porgevo la mia fiasca con il vino." Poi, una sera a una cena importante a cui ero stato invitato, mi dissero che la Granduchessa voleva conoscermi e parlarmi.
"Ogni giorno lei dà una moneta a mio figlio - mi disse la nobildonna- ma per favore, non lo faccia bere..". Seppi allora che il ragazzetto che mi accompagnava nelle partite di caccia, era suo figlio, Rodolfo d'Asburgo". Nick Edel, dice questo sorridendo, mentre sottolinea l'alta considerazione in cui era ed è tuttora tenuta, la caccia.
Poi, indicando una deliziosa incisione con una piccola famiglia di caprioli, padre, madre e figlio, "Vede, dice, gli animali bisogna conoscerli. Come per le persone: non diciamo genericamente gente, ma individuiamo i ruoli: il padre, la madre, il figlio.. E' importante".
Neppure da chiedere una sua "preferenza". Guarda un particolare quadro in cui è raffigurata una giovane aquila che si libra in alto,nel cielo azzurro, sopra le nebbie chiare che ingombrano le vallate, da cui si staccano come un pizzo le cime dei pini, alte, decise, disuguali e poi "Questo quadro è mio personale, non lo vendo. E' il mio autoritratto. E' la storia della vita. Le cime degli alberi sono i vari momenti, le persone, le realizzazioni, i dubbi, le difficoltà. Ma su tutto la giovane aquila vola alto, con sicurezza. E' un' aquila giovane".
edel3Mentre ammiriamo stupefatti l'estrema perfezione dei suoi acquerelli, delle incisioni e dei disegni, "La perfezione non esiste- dice- L' iper realismo è freddo, gelido. La perfezione è della fotografia. Per fare un'opera d'arte occorre saper esprimere pathos. Occorre saper raccogliere tutti gli elementi, poi il progetto pittorico prende forma e diventa opera. Io voglio suscitare un'emozione che la perfezione non può dare. Voglio andare oltre."
Quell'impalpabile "oltre" che i tutti i suoi lavori offrono con estrema gentilezza. Una soffusa emozione di bellezza e serenità.

 

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Maria Tesera Molineris

Insegnante di scuola superiore. Laurea in Filosofia. Laurea in Lettere con tesi in Estetica. Giornalista pubblicista. Appassionata d'arte e critico. Ha collaborato e collabora con testate nazionali e locali. Ha curato per il bisettimanale "il Biellese" le rubriche "Specchio", "Parole, parole, parole" e dal 1990 la rubrica d'arte "Grandi mostre" alla quale è stata abbinata dal 1993 la rubrica "Artenotizie". Con il fotografo Gianfranco Bini ha scritto "Il cuore del monte", un volume sul Santuario di Oropa, edito da "Lassù gli ultimi".
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