Indicazioni su mostre d'arte, non solo biellesi, visitabili con una gita di un giorno, proposte da Maria Teresa Molineris.
“Museo Ardengo Soffici”.
Scuderie Medicee. Via Lorenzo il Magnifico, 9. Poggio a Caiano (Prato).
Orari: da martedì a domenica 10- 18,30.
Amate i luoghi insoliti, davvero speciali? Amate le rivisitazioni in chiave moderna, o meglio, i recuperi di antiche opere architettoniche rovinate dal tempo?
Poggio a Caiano, a pochi chilometri da Firenze, è in grado di offrire la bellezza ritrovata di un eccezionale edificio: le antiche Scuderie della splendida Villa Medicea.
Rovinate dal tempo e dall’incuria, demolite in parte da un incendio che ne aveva fatto crollare alcune parti, oggi, grazie a un considerevole impegno ideativo e finanziario, e soprattutto grazie a un magnifico progetto dell’architetto Franco Purini, le Scuderie Medicee sono ritornate alla loro primitiva bellezza.
Lasciate integre le parti ancora intatte dell’edificio, le parti mancanti sono state ricostruite in acciaio, cemento, cristallo e dove necessario anche legno , per ricreare nuovi spazi. In questi, nella parte superiore dell’edificio , è stato collocato il nuovissimo “Museo Soffici”, destinato ad ospitare le opere pittoriche . ma anche immagini e documenti relativi all’attività di scrittore, di un artista che aveva scelto proprio Poggio a Caiano per farne la propria dimora: Ardengo Soffici.
Uomo del Novecento, Ardengo Soffici, pittore, scrittore, giornalista, aveva saputo interpretare lo spirito nuovo del proprio secolo, abbracciando con entusiasmo le avveniristiche teorie del Movimento Futurista, per cui aveva anche scritto il volume “Primi principi di un’estetica futurista”.
Anche per questa ragione la rassegna delle opere pittoriche, che costituiscono il corpo del Museo, curata da Luigi Cavallo, con il complesso delle opere letterarie, è stata proposta come un aspetto vitale del Futurismo toscano.
Ardengo Soffici (Rignano sull’Arno 1879 – Vittoria Apuana 1964), aveva frequentato a Firenze l’Accademia di Belle Arti. Poi era partito per Parigi, dove aveva conosciuto i maggiori artisti e poeti del tempo: Apollinaire, Picasso, Braque, Max Jacob, Derain, Matisse, e ne era divenuto amico. Ritornato in Italia aveva stretto legami intellettuali con Papini e Prezzolini, iniziando così la sua produzione di scrittore e saggista . Aveva diretto e fondato Riviste come: La Voce, Lacerba (divenuta organo del Futurismo), Rete Mediterranea, Valori Plastici, Il Selvaggio, L’Italiano, Corriere Italiano. Continuava intanto l’attività pittorica, esponendo anche alla Biennale di Venezia e alla Quadriennale di Roma. Si era trasferito per qualche tempo a Roma, dove aveva svolto attività giornalistica. Ma rientrato a Poggio, non se ne era più allontanato, facendo del paesaggio locale, dei personaggi e delle scene di vita quotidiana, il mondo della sua arte. Le sue opere, così, nonostante la dimensione europea della sua personalità e della sua cultura, hanno mantenuto la pacatezza, la tranquillità e la poesia della serena vita di paese.
Il Museo Soffici, oggi viene a costituire il terzo polo artistico-culturale di Poggio a Caiano.
Le Scuderie Medicee, destinate un tempo ad ospitare carrozze, cavalli e anche cani da caccia dei nobili proprietari, rivelano oggi le loro magnifiche strutture: un lungo susseguirsi di elegantissime arcate con colonne in pietra grigia, che ricordano gli ambienti spaziosi e raffinati di certi dipinti del ‘400 toscano. Ospitano attualmente anche una Biblioteca con sale espositive, strutture per la vendita di libri e un Centro Studi.
Ma, visitando la Villa Medicea, della quale le Scuderie facevano parte , si comprende l’amore per la leggiadria e l’eleganza dell’Umanesimo e Rinascimento toscano.
Grandissima, innovativa perché aperta verso la bella natura circostante, la Villa era stata fatta costruire da Lorenzo il Magnifico che aveva affidato il progetto all’architetto Giuliano da Sangallo.
Residenza molto amata dai Medici, che vi avevano celebrato importanti feste ed anche matrimoni, la Villa di Poggio a Caiano , è stata sempre abitata da nobili e sovrani, personaggi illustri e perfino da un Papa. L’ultimo sovrano è stato il Re d’Italia, Vittorio Emanuele II, che visse nella Villa Medicea(apportandovi come ogni altro nobile inquilino personali trasformazioni) con la moglie morganatica, la bela Rosin (di cui oggi è ancora visitabile la camera ornata con profusione di rose), nel periodo in cui Firenze fu Capitale d’Italia,
Nella stessa Villa, al piano superiore, è stata collocata un’eccezionale Collezione di “nature morte”, una delle più vaste esistenti: 200 opere, appartenute per la maggior parte ai Medici, qui trasferite dai depositi della Galleria degli Uffizi di Firenze.
Una visita, dunque, ricca di fascino , di opere importanti e di curiosità, nella bellezza infinita del paesaggio toscano.