Indicazioni su mostre d'arte, non solo biellesi, visitabili con una gita di un giorno, proposte da Maria Teresa Molineris.
Due artisti biellesi: Omar Ronda e Michelangelo Pistoletto, che si fronteggiano, da una fabbrica all'altra, sulla collina lungo la riva del torrente Cervo.
Una fabbrica ciascuno, nel singolare panorama dell' "archeologia industriale biellese", divenute rispettivamente , con gli atelier dei due artisti, la grandissima "Cittadellarte. Unidee.", Fondazione di Michelangelo Pistoletto e il M.A.C.I.S.T. Museum , primo museo "etico e democratico" , a favore della Fondazione Edo ed Elvo Tempia , creato da Omar Ronda.
Michelangelo Pistoletto è salito infatti alla "fabbrica" di Omar Ronda per rendere più preziosa, con la sua presenza, la rassegna espositiva che il M.A.C.I.S.T. Museum dedicata alle sue opere.
Omar Ronda, è il noto artista biellese, molto vivace, che gioca volentieri con il colore, producendo opere che sprizzano gioia, ed ha alle spalle un intenso curriculum di frequentazioni d'arte e di esperienze artistiche che alla città di Biella hanno legato spesso il suo nome, con opere , installazioni ed eventi culturali che i cittadini ben ricordano ( e in molti rimpiangono), come la coloratissima "Rotonda" collocata negli anni scorsi all'ingresso della Città, e opere che si possono ammirare anche ora, come la scintillante e bella "Florilegio di primavera" collocata nel nuovo Ospedale cittadino.
Entrambi gli artisti hanno percorso, tra i numerosi presenti, artisti, amici ed estimatori, gli spazi espositivi della nuova mostra scambiandosi opinioni e commenti sulle molte opere esposte nella parte Stabile del Museo che raccoglie , presentate con eleganza e sobrietà, una consistente quantità di opere di importanti artisti contemporanei , in parte anche donate alla Fondazione Edo ed Elvo Tempia.
Hanno quindi raggiunto il settore dedicato alle opere di Michelangelo Pistoletto, che in una progressione che va dal 1959 ad oggi , puntualizza, attraverso capolavori di consistente pregio e intensità, l'itinerario creativo del Maestro. Dai primi dipinti ad olio, in cui si intuisce il vigore propositivo dell'artista, alla scoperta delle superfici "specchianti", agli specchi veri e propri, in cui compaiono, portatori di luce, come ama dire il maestro, vasi di fiori e , tradizionale fascino per tutti gli artisti, i girasoli.
Importante per il passaggio creativo legato alla funzione del "colore", come ha spiegato lo stesso Pistoletto, un dipinto a grandi dimensioni in cui il colore gioca un ruolo assolutizzante nella produzione pittorica. E quindi un eccezionale , grande "specchio nero".
Sempre curiosi ed affascinanti gli specchi "riflettenti" che hanno contraddistinto uno speciale momento della produzione di Pistoletto, siglandone la caratteristica. Specchi grandi, luminosissimi in cui si riflettono i visitatori "entrando" nell'opera e divenendone parte. Specchi in cui si riflettono celebri statue femminili tratte dalla più serena classicità, come la celebre "Venere degli stracci" .
"Questo mi piace" ha detto con sicurezza Pistoletto: era il più semplice dei lavori esposti: un leggio vuoto, appoggiato al grande specchio. Una linearissima sintesi di armonia e sobrietà. Un silenzio di attesa, capace di evocare una presenza musicale. Una sintesi , forse la purificazione di un'idea ,che potrebbe racchiudere ogni fermento di creatività.