"CHARDIN. Il pittore del silenzio".
A cura di Pierre Rosenberg. Ferrara, Palazzo dei Diamanti.
17 ottobre 2010 - 30 gennaio 2011.
Catalogo Ferrara Arte Editore. Orari: tutti i giorni feriali e festivi 9- 19.

31_400"CHARDIN. Il pittore del silenzio". Ancora un impegno di grande livello nella ormai tradizionale linea espositiva di Ferrara Arte che, in questa occasione, in collaborazione con il Museo Nacional del Prado, propone nella splendida sede di Palazzo Diamanti, in Ferrara, una raffinata e bella mostra dedicata alle opere di uno dei grandi pittori del secolo dei Lumi: Chardin
Jean Simèon Chardin (Parigi 1699 - 1977), ritenuto uno dei più influenti pittori francesi del 1700, è l'ammiratissimo protagonista di questa prima mostra italiana dedicata alle sue opere, mostra che successivamente, a partire dal 18 febbraio 2011 verrà trasferita in Spagna , al Museo del Prado.
Alto livello, quindi per i capolavori esposti, provenienti dai più prestigiosi Musei d'Europa e d'America, quasi una settantina in tutto, che ricostruiscono, nella sequenza delle 12 sale di Palazzo dei Diamanti, in un allestimento molto gradevole e di ampio respiro, la personalità e l'opera di Chardin.60_400
Occasione straordinaria per confrontarsi con un'arte che, legata ai canoni di bellezza del Settecento, tutti tesi alla ricerca della perfezione formale e dell'armonia, regala una magistrale lezione di eleganza e di sapiente e suggestiva trasfigurazione artistica della realtà.
Chardin aveva iniziato il percorso creativo come apprendista nello studio di Pierre-Jacques Cazes, artista specializzato in soggetti sacri. Aveva preferito però dedicarsi allo studio e all'osservazione diretta della realtà, come documentano in mostra le opere esposte nella prima sala. I biografi sottolineano l'estrema cura con cui Chardin eseguiva le sue opere, ricordando come l'artista " dedicasse ore e ore alla ricerca dei migliori accordi cromatici, della resa perfetta della materia degli oggetti, dei riflessi di luce, della qualità delle ombre, spesso tornando ripetutamente sui dettagli senza mai ritenersi soddisfatto".(Giovanni Sasso)
62_400L'esito di queste ricerche è ampiamente documentato dalla qualità delle opere in mostra che, pur attraverso la semplicità degli oggetti raffigurati, tratti dalla quotidianità della vita, ma accuratamente scelti dall'artista, offrono delicate pagine di poesia.
Sono bricchi, bicchieri colmi d'acqua,tazzine, paioli lucenti , e quindi uova, frutti vari, come nel singolare "Paniere di fragole di bosco".
Tutto è garbato, gentile, soffuso di una calda luminosità che rende gradevoli le composizioni. 34_400
Incantevoli poi, nel susseguirsi delle varie sale, i dipinti che Chardin popola di graziose scene domestiche, come il piccolo, ammiratissimo "Benedicite", ritenuto per molto tempo il quadro più famoso di Chardin, parte della Collezione di Luigi XV, dono dell'artista al Re. Come pure "La governante" o "La madre laboriosa", oppure "Gli svaghi della vita privata".
Sempre deliziosi i suoi personaggi, sia che si tratti di semplici "sguattere" o "garzoni" intenti ai lavori, sia che raffigurino invece "Una bimba che gioca col volano", o "Il figlio del signor Godefroy che gioca con la trottola" , o "Un giovane disegnatore".
Molto suggestivi, è bene ricordarlo, anche certi interni di piccole dimensioni in cui Chardin riesce ad ottenere scene di sorprendente profondità.
Per il logo della mostra è stato scelto il più curioso ed emblematico dei suoi dipinti: "Ragazzo che fa bolle di sapone" che riassume la generale linea pittorica e poetica dell'artista.




Maria Tesera Molineris

Insegnante di scuola superiore. Laurea in Filosofia. Laurea in Lettere con tesi in Estetica. Giornalista pubblicista. Appassionata d'arte e critico. Ha collaborato e collabora con testate nazionali e locali. Ha curato per il bisettimanale "il Biellese" le rubriche "Specchio", "Parole, parole, parole" e dal 1990 la rubrica d'arte "Grandi mostre" alla quale è stata abbinata dal 1993 la rubrica "Artenotizie". Con il fotografo Gianfranco Bini ha scritto "Il cuore del monte", un volume sul Santuario di Oropa, edito da "Lassù gli ultimi".
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