Indicazioni su mostre d'arte, non solo biellesi, visitabili con una gita di un giorno, proposte da Maria Teresa Molineris.
E' appena passato il XX secolo, e già la sua arte, anche quella dell'ultimo periodo, ha il sapore della storia: un'epoca conclusa, da rivedere nel ricordo.
E l'arte che ieri era così presente e vitale, oggi appare già come un fatto lontano, con i limiti fissati e superati dallo scorrere del tempo.
Milano ripropone in questi giorni, a Palazzo Reale, una grande mostra " Mimmo Rotella. Décollages e retro d'affiches", dedicata a uno degli artisti che nel secondo Novecento, si sono distinti con la singolarità delle personali proposte operative..
Mimmo Rotella (Catanzaro,1918 - Milano,2006), l'uomo che nella ricerca di nuovi mezzi espressivi per l'arte, ha scelto i manifesti, rielaborando in chiave artistica e poetica le immagini e i messaggi che dai cartelloni pubblicitari, dai manifesti, e dai muri, condizionavano (e condizionano) quotidianamente la vita della gente.
Sono nate così, per frammentazione e ricomposizione (i celebri strappi), le sue opere: rielaborazioni di immagini sovrapposte, lacerate, emergenti da discorsi diversi, per sfociare in nuove possibilità espressive, ideando nuove realtà.
Il "manifesto pubblicitario" è diventato così, con Mimmo Rotella, il "mezzo"operativo che ha trovato nella creatività del Novecento la sua collocazione e il riconoscimento della sua presenza, accanto agli esiti originali di altri celebri autori.
Il curatore della mostra, Germano Celant, ha voluto evidenziare la collocazione storica di Mimmo Rotella, disponendo in ogni sala dell'esposizione, una parete di colore grigio in cui, attraverso la presenza di opere di altri artisti suoi contemporanei, venisse delineata la connotazione storica, artistica e culturale dell'epoca in cui l'artista ha operato.
Apre il percorso, nella prima sala, un'opera dell'artista biellese Michelangelo Pistoletto, ritenuto uno dei maestri del nuovo linguaggio espressivo, quello dell'Arte povera.
E' un'opera del periodo iniziale degli "specchi": "Ritratto di Clino" del 1963, una "velina dipinta su acciaio inox lucidato a specchio montato su tela", collocata accanto a opere di Bruce Conner, Andy Warhol, Ed Kienholz.
"Un vero e proprio viaggio nella storia culturale dell'Italia degli anni Cinquanta e Sessanta" ha definito il percorso della mostra l'Assessore alla Cultura del Comune di Milano. Ed effettivamente l'itinerario artistico ideato da Germano Celant (autore anche del catalogo edito da Skira), restituisce un'immagine ricca e significativa del periodo in cui emerge l'arte di Mimmo Rotella, che viene definito "artista poliedrico e noto per l'invenzione del "décollage"forma artistica da lui ideata e realizzata a partire dai primi anni Cinquanta", al suo rientro in Italia, a Roma , dopo l'esperienza alla Kansas City University del 1952.
Una mostra di centocinquanta opere, che si avvale di prestiti importanti da collezioni pubbliche e private, nazionali e internazionali, che offrono un'interessante occasione per accrescere la conoscenza di un possibile" linguaggio nuovo" nel vivace panorama dell'arte italiana del secondo Novecento.