Alcune immagini e testo
tratte dal libro

Biella ed i Dal Pozzo
Biella tipografia
Flecchia e Chiorino
MDCCCLXVII - 1867

CAPO II 
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L'opinione che trae il nome e l'origine di Biella da Decimo Bruto, è la più diffusa e volgare. Narrano gli storici di Roma, che in quella eterna città, alla cui gigantesca potenza era già sottomesso pressoché l'universo, non aveva ancora potuto ridurre la devozione ed obbedienza i Salassi, che tenevano la valle d'Aosta, quello, che or chiamasi Canavese e parte del Biellese. Nell'anno di Roma DCX fu inviato nelle loro Alpi Claudio Pulcro, ma, fattisi incontro furibondi i Salassi, gelosi della loro selvaggia indipendenza, sconfissero totalmente i nemici, che toccarono la perdita di oltre dieci mila uomini. 
[…] L'anno di Roma DCLIV, nel sesto consolato di Mario, si fondò Ivrea (Eporedia) per reprimere le frequenti scorrerie dei Salassi; ciò però non tolse l'animo a questi, che non cessarono di recar travaglio ai vicini e provocare le aquile latine […] Augusto allora risolse di spegnere la vampa nel suo focolare e, per loro sterminio, mandò Terenzio Varrone, che occupò i luoghi più opportuni per impedire, che potessero unirsi ed opporre serie resistenza. Sebben pochi e divisi, i Salassi combattono con estremo accanimento e valore; ma, rovesciati e sconfitti da' Romani, sono costretti a domandar pace al superbo vincitore, che aveva piantato i suoi alloggiamenti nel luogo, dove poi sorse Aosta, denominata Augusta Praetoria, […] gli sconfitti, tradotti in Ivrea, nel cui mercato hanno venduti come schiavi numero di trentasei mila, aggiuntavi la durissima condizione, che nessuno di essi potesse ottenere la libertà, se non dopo che fossero trascorsi venti anni. […] Nessun fondamento a quella congettura, che saluta in Decimo Bruto il fondatore di Biella [...]

CAPO III 
Egli è indubitato, e molti antichi autori ne fanno testimonianza, che la pianura, la quale sottostare alle montagne biellesi, era coperta da acque di paludi o di laghi, fra cui esiste ancora quello di Viverone, che aveva, un tempo, un'estensione ben maggiore dell'attuale; la qual cosa induce ad affermare, che coloro, i quali vennero ad abitare l'agro vercellese, costruissero nell'elevato territorio biellese le loro dimore […] i popoli più antichi, dei quali si abbia memoria, e che la storia ricorda aver ivi avuta la loro abitazione, sono i Libici, o Libui, o Libecci, che si voglian chiamare. Essi costituivano una tribù dei Liguri, con i quali avevano comuni di sangue, la religione, le istituzioni, ed i costumi […] ricaviamo da Livio e Trogo Pompeo come i Galli, discesi in Italia, fondarono Milano, Bergamo, Brescia, Como, Verona, Vicenza, Trento e Novara. Plinio poi attesta che i Celti-Saluvi fondarono Vercelli […] sono questi stessi Celti-Saluvi, cui noi, con fondamento, attribuiamo l'origine e la denominazione di Biella. L'etimologia del nome di Biella devesi ricercare negli avanzi della lingua Celtica […] Bur, Bru o Brue, etica terra, od abitazione; Gaul, Caul, Cel, suonano Galli, Celti; il composto Barcel vuol dunque dire abitazione dei Celti. […] Non altrimenti, che quello di Biella, il nome di Vercelli racchiude fedelmente l'espressione dei suoi fondatori e lo scopo per cui fu fabbricata, Essendo tale nome composto dalle parole Wehr (riparo o difesa) e Cel (Celti) si ha, che Vercelli fu pure fondata dai Celti per circostanze di difesa, come Biella lo fu per motivo di abitazione. […]

CAPO VI 
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Il primo dei Dal Pozzo Biellesi, che sappia aver occupato qualche carica presso la Corte di Savoia, è Antonio, che, dopo essere stato maestro di casa del Principe d'Acaia, fu poscia segretario della duchessa Violante. […] Antonio militò il suo gioventù sotto le bandiere di Carlo III nella spedizione contro Napoli, alleato col duca di Savoia; servì poscia nella guerra contro Ludovico marchese di Saluzzo. Nel 1505 fu nominato scudiere dal duca Carlo III ed impiegato in affari di alta importanza. […] Uomo di grande potenza ed estimazione fu Francesco Dal Pozzo fratello di Cassiano, ma, prima di dare su di esso alcuni cenni, dobbiamo ricordare un avvenimento che, dovuto al medesimo e ad altri patrizii biellesi, poco mancò non può essere la nostra città ad estrema rovina. […] La pietosa storia del capitano Giovanni Francesco Pecchio è un esempio della licenza di quei tempi infelici. Questo nobile Vercellese, arrestato nel 1537 da alcuni sicarii, mentre andava ad una sua villa in Asigliano, è rinchiuso nel castello di Zumaglia. […] Regnando nel 1525 il Piemonte Carlo III principe dotato di molte buone qualità ma sfortunato in quelle virtù, che più sono necessarie ad un sovrano, accadde che Francesco Dal Pozzo, uno di coloro, che primeggiava uno in Biella per ricchezza ed autorità, sia che odio lo muovesse contro li stranieri, che occupavano i paesi posti al di là della Sesia, sia che lo accendesse il desiderio di vendicarsi di qualche danno ed offesa patita o quel che pel suo animo ardentecercasse avventure fra le armi, radunati sei cento e più uomini di Biella, Andorno, Zumaglia, Mosso ed altri luoghi circonvicini, invase Romagnano, Ghemme, Briona ed altri luoghi dipendenti dal ducato di Milano prendendone a viva forza i castelli. […] Una terribile rappresaglia risoluta contro i Biellesi ed a prepararla gagliardamente si adoperò Filippo Tornielli, conte di Briona, il quale però non fu in grado di cominciare le offese, fuorché nel mese di aprile dell'anno 1527. dopo aver essso radunato più migliaia d'uomini, dei quali alcuni erano Milanesi, Spagnuoli, altri poi Napoletani, Vercellesi e Monferrini […] muovendo verso il Biellese, prese e saccheggio … dappertutto spargendo il terrore … facendo bottino e prigionieri in Lessona, Mortigliengo, Chiavazza, Graglia, aspettando di poter correre d'un tratto a Biella, ove medita di compiere la maggior vendetta. […] Accorresi in gran numero difesa di Biella da tutti paesi circonvicini: ogni di segna l'arrivo di nuovi difensori, che vengono da Ivrea, san Martino, Settimo Vittone e dalla Valle d'Aosta. I buoni Valsesiani si offrono spontaneamente e generosi, di modo che Biella, in cui si sarebbe potuto entrare dappertutto, salvo che per le porte, si può dire sfuggita al pericolo, da cui era minacciata. […]

 

CAPO VII
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Nel 1579 una bolla pontificia le scriveva alla confraternita, eretta sotto il titolo di san Cassiano, di ricevere pellegrini. Essa innalzava una piccola casa attigua alla sua chiesa, ove alloggiava mantenere il pellegrini di passaggio per Biella, i quali, attratti dalla celebrità del santuario d'Europa, vi accorrevano in gran numero. Si ripete l'origine dell'Ospedale degli infermi. 
[…] Nel 1586 fondato il Monte di Pietà col mezzo dei doni gratuiti […] Sullo scorcio del secolo passato, cioè con regio viglietto del dì 11 aprile 1797 è autorizzata l'erezione dell'orfanotrofio, ossia della casa di ricovero per le fanciulle povere, di condizione civile, orfane di padre e di madre. Autentiche e irrefragabili memorie c'era certo non, come la famiglia Dal Pozzo esercitò la sua beneficenza a favore di pressoché tutti questi gli stabilimenti, ma più specialmente la sua generosità si mostrò a pro dell'Ospedale di carità, mercè di considerevoli lasciti […] 

 



Curiosità da libri biellesi antichi, da un'idea di Ferruccio Bocchio - pagina realizzata da Roberto Moretto il 19 luglio 2010

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