"ANTONIO LIGABUE". PAVIA. SCUDERIE DEL CASTELLO VISCONTEO.
17 MARZO- 18 GIUGNO 2017.
A cura di Sandro Parmiggiani e Sergio Negri in collaborazione con Simona Bartolena.
Catalogo Skira. Orari: da martedì a venerdì 10-13/14-18. Sabato, domenica e festivi 10-20.

"LIGABUE", un artista raffinato? Sembra proporlo in questa dimensione il ricco itinerario espositivo di una bella mostra dedicata al pittore, inaugurata recentemente nelle antiche Scuderie del Castello Visconteo, a Pavia.
Una mostra che, dopo anni di esposizioni che hanno reso famoso e noto anche al grande pubblico questo artista, lo fa riscoprire come "nuovo", in una veste scintillante e leggera che mira a distruggere di lui l'appartenenza al genere "naif", per riproporlo nella giusta dimensione di pittore attento e per molti aspetti, anche raffinato.
Ben lontano , ovviamente , dagli incisivi e in un certo senso spietati ritratti che egli ha fatto di se stesso, il cui realismo appare addirittura brutalmente esasperato. E anche dalle smorfie che, probabilmente in modo provocatorio, egli fa attraverso i video che accompagnano la mostra.
I curatori della rassegna: Sandro Parmiggiani e Sergio Negri, in collaborazione con Simona Bartolena, si sono preoccupati di mettere in mostra gli aspetti decisamente positivi che tolgono Antonio Ligabue dalla corrente dei pittori "naif".
Ligabue, nato in Germania e trasferitosi poi in Italia, a Gualtieri, dopo pesanti vicissitudini della sua vita, non fu un pittore di improvvisazione, ma un accorto e appassionato studioso dei protagonisti di quel mondo selvaggio che voleva rappresentare . Osservava la natura e, come apprendiamo anche dalla viva vice di chi lo ha conosciuto, passava ore intere in Biblioteca a studiare attentamente , attraverso libri scientifici e disegni gli animali feroci che poi avrebbe dipinto nei suoi quadri.
La grande forza interiore del suo talento lo portava poi ad incendiare di inusitato vigore i suoi gruppi di animali in lotta, di tigri ruggenti e assalti a serpenti feroci,sullo sfondo di foreste lussureggianti, ma anche di cavalli focosi che tiravano diligenze antiche, cavalli poderosi e scalpitanti che arrancavano su impervie strade sullo sfondo di paesi lontani, popolati di castelli e antichi manieri.
Ma anche a creare grandi dipinti dove uccelli rapaci con le ali spiegate si agitavano intenti a carpire la preda, o spettacolari intrecci di magnifici galli variopinti , trasformati in eccezionali immagini di spettacolare forza e colore. Fino a un fulvo scoiattolo che sgrana le noci sul ramo e ha tutta la sofficità di un tenero peluche.
E sono proprio i castelli e i paesaggi sempre presenti sullo sfondo dei suoi dipinti a testimoniare , come osservano i critici, il suo amore mai spento per la terra natia, la Germania.
Una vita diversa, quella di Antonio Ligabue, sregolata , imprevedibile e strana in una dimensione così libera da apparire selvaggia, perfino grottesca. Ma le sue opere esposte danno la dimensione di un pittore attento, capace di modi raffinati e perfino eleganti. Una mostra "nuova", questa di Pavia, che incuriosisce, appaga e felicemente insegna..
MARIA TERESA MOLINERIS

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Maria Tesera Molineris

Insegnante di scuola superiore. Laurea in Filosofia. Laurea in Lettere con tesi in Estetica. Giornalista pubblicista. Appassionata d'arte e critico. Ha collaborato e collabora con testate nazionali e locali. Ha curato per il bisettimanale "il Biellese" le rubriche "Specchio", "Parole, parole, parole" e dal 1990 la rubrica d'arte "Grandi mostre" alla quale è stata abbinata dal 1993 la rubrica "Artenotizie". Con il fotografo Gianfranco Bini ha scritto "Il cuore del monte", un volume sul Santuario di Oropa, edito da "Lassù gli ultimi".
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