Indicazioni su mostre d'arte, non solo biellesi, visitabili con una gita di un giorno, proposte da Maria Teresa Molineris.
“DELLEANI. LA VITA E LE OPERE”
Biella. Museo del Territorio Biellese.
A cura di Luigi Marini. Catalogo Silvana Editoriale.
28 settembre2008 – 11 gennaio 2009.
Orari: da martedì a giovedì 15-19. Venerdì : 15-22. Sabato e domenica: 10-19.
Celebrare il pittore Lorenzo Delleani è per la Città di Biella un dovere, ma anche e soprattutto un onore.
La bella mostra “Delleani. La vita e le opere” allestita negli spazi espositivi del Museo del Territorio, e frequentata fino oggi da un gran numero di visitatori, è la
prima parte di un importante trittico espositivo che, nel centesimo anniversario della scomparsa dell’artista, intende riproporne la personalità e l’opera.
Le tre mostre sono dislocate nei luoghi più significativi in cui si svolse la vita del maestro: il Biellese che gli diede i natali, Torino in cui svolse la maggior parte della sua attività, e il Castello di Miradolo, legato al Cenacolo di Sofia Bricherasio, la più nota delle sue allieve.
“Delleani. La vita e le opere”, la mostra allestita a Biella, curata da Luigi Marini, al quale si deve anche il bel catalogo pubblicato da Silvana Editoriale, è una delle parti fondamentali della grande rassegna, e intende far luce in modo specifico sulla figura di Lorenzo Delleani, uomo e artista.
Il percorso espositivo, proposto con essenzialità e chiarezza, si apre infatti con la figura di Delleani, ritratto dall’amico scultore Leonardo Bistolfi, nel modello per il monumento che fu realizzato a Pollone, paese di nascita del maestro.
Viene quindi presentata la famiglia di Delleani, ritratta dall’artista stesso in uno dei primi dipinti.
E quindi i lavori della prima maniera, legati ai modelli allora in uso anche tra i maestri dell’Accademia Albertina di Torino, presso la quale il pittore compì la sua formazione, segno del comune gusto artistico dell’epoca: la pittura di storia e di genere, ispirata a eventi storici, personaggi ed eroi della letteratura, o della leggenda.
Lorenzo Delleani abbandonò ben presto questo genere di arte e i modi specifici di questa espressione per cercare nella realtà della natura e del paesaggio le occasioni vere e immediate per il suo discorso d’arte.
Il Biellese, con le sue colline verdi, con le montagne, i paesi, e con la sua gente divenne l’inesauribile fonte di ispirazione per la sua produzione artistica .
Ritrovare il profilo del Santuario di Graglia visto dalle colline di Pollone, come la traccia dei sentieri sui monti, il perdersi lontano della pianura ,come il colore gioioso degli alberi e dei boschi, le “architetture” di Oropa, come il profilo affilato del lago del Mucrone, le nebbie grigie dei monti , come le nubi chiarissime dei cieli azzurri; e quindi le donne, quelle della più celebre processione alpina di Fontainemore, come le pastore, le contadine, fino alle eleganti allieve che con lui dipingevano en plein air, sul bordo dei prati pollonesi, diventa il motivo conduttore di questo avvincente percorso.
La mostra suddivide la produzione artistica di Lorenzo Delleani in momenti cronologici che ne evidenziano le mutazioni del gusto e dello stile, facendo spazio anche alle magnifiche vedute realizzate nel corso dei suoi viaggi : in Olanda, in Francia, e nei suoi soggiorni : a Venezia, Firenze, Roma.
Alcuni dipinti oggi sono addirittura una memoria storica , che ci ricorda spazi ormai fuori dal tempo, come ad esempio il Tevere nella zona di Ripetta, a Roma, o la campagna ancora priva di edifici intorno ai grandi monumenti di Roma stessa.
Ogni dipinto di Lorenzo Delleani è di per sè un capolavoro, ed è l’occasione per un’autentica lezione d’arte.
C’è una sorta di serenità , di immediatezza che è tuttavia calibratissima, c’è quasi una gioiosa felicità espressiva nei suoi dipinti, dove il colore brilla, sempre nitido, carico di luce, addirittura splendente. Come il famoso, irripetibile “verde-Delleani” che dà carattere a molti dei suoi dipinti.
Ma ciò che più incanta e stupisce, nella sua freschezza compositiva , è la modernità del segno, di una pennellata assolutamente magistrale, alla quale non si può e non si deve aggiungere nulla. E’ la capacità di trasfigurare la realtà in poesia, attribuendole in ogni caso il valore “magico” e superiore dell’opera d’arte.
La mostra di Biella è anche particolarmente interessante e preziosa perché molti dipinti provengono da collezioni private che li hanno eccezionalmente concessi in prestito.