Indicazioni su mostre d'arte, non solo biellesi, visitabili con una gita di un giorno, proposte da Maria Teresa Molineris.
"Salgado". Per gli appassionati di fotografia , un mito. E non potrebbe essere diversamente quando , davanti alle sue impareggiabili fotografie,ci si innamora non soltanto della perfezione tecnica, ma della strepitosa luminosità delle immagini, della finezza e della ricchezza del racconto, dell'eleganza con cui ogni realtà viene colta dall'obiettivo e narrata.
Alle opere del grande fotografo brasiliano Sebastiao Salgado, nato ad Aimorés .Minas Gerais, nel 1944, è dedicata una superba mostra allestita nelle stanze delle Cannoniere al Forte di Bard. Un itinerario ricco di 245 grandi , splendide immagini, che compongono in modo elegante ed essenziale un percorso che si vivifica agli occhi dello spettatore mentre procede non soltanto ammirato, ma addirittura rapito in un colloquio silenzioso con le immagini che scatena nell'animo forti emozioni.
Il titolo "Genesi", scrive la moglie di Sebastiao Salgado, Lélia Wanick, " è la ricerca del mondo delle origini, come ha preso forma e si è evoluto, è esistito per millenni prima che la vita moderna accelerasse i propri ritmi e iniziasse ad allontanarci dall'essenza della nostra natura. La prova che il nostro pianeta include tuttora vaste regioni remote dove la natura regna nel silenzio della sua magnificenza immacolata".
Ed è proprio lo stupore di questa magnificenza, che le immagini di Salgado rivelano intatta e rigogliosa, a determinare nell'animo quasi uno sgomento: il pensiero che in fondo, siamo infinitamente piccoli, arroccati nelle nostre città, pur grandi metropoli che, nel confronto, appaiono all'improvviso come minuscoli campanili di paese.
Sterminate pianure,in cui si disegnano luccicanti acque di grandissimi fiumi, foreste che appaiono impenetrabili, montagne bellissime con vette che si perdono all'infinito, ghiacciai giganteschi, dune ondulate che si allungano come nastri di seta, mari grandiosi, percorsi da iceberg giganteschi che la magia di Salgado rende formidabili sculture di luce. E,migliaia, migliaia di animali straordinari che percorrono, liberi, spazi immensi nel cammino di una vita. Una ricchezza sterminata, inattesa e inimmaginabile che suscita ancora una volta un grande interrogativo: Perché? A chi è destinata tanta strepitosa bellezza?
Chi dice pregando: " io credo in Dio,padre onnipotente creatore del cielo e della terra" , difficilmente riesce a non stupirsi di questa magnificenza, questo gettare ovunque, liberamente, tanta bellezza, ed è costretto forse a riformulare nella sua mente il concetto di Dio.
Per Sebastiano Salgado e sua moglie Léila, che è a sua volta ricercatrice e curatrice della mostra, l'intento dell'esposizione è quello di convincere l'uomo a SALVARE dalla distruzione quanto rimane all'umanità di questo sterminato, primigenio Paradiso dove la natura è espressione vivente di una superba creazione di fantastica, inarrivabile bellezza.
Il percorso della mostra, che è frutto di otto anni di lavoro, si suddivide in cinque sezioni corrispondenti alle aree visitate e fotografate: Il Pianeta Sud (Argentina, Antartico e isole). Africa. I Santuari del Pianeta ( Madagascar, Papua Nuova Guinea, i territori degli Irian Jaya: isole che conservano biodiversità particolarissime). Emisfero Nord con le regioni fredde e il Colorado. Amazzonia del Brasile, Venezuela e Pantanal.
Accompagna la mostra un ricco calalogo edito a cura dell' Associazione Forte di Bard.